Jazz Agenda

Andrea Molinari 51° in concerto a Villa Celimontana

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Sabato 26 agosto presso Villa Celimontana Andrea Molinari 51° in concerto. La formazione, completata da Enrico Zanisi, Matteo Bortone ed Enrico Morello, è composta da musicisti provenienti da esperienze formative diverse, condividono prospettive musicali comuni e si influenzano a vicenda nella definizione di nuovi orizzonti sonori. Senza rinunciare ad attingere al prezioso bacino della tradizione del Jazz d'oltreoceano, il quartetto propone una selezione di brani originali ed arrangiamenti di standards. Una collaborazione che presto si tradurràin un disco al quale i quattro stanno lavorando. 

 

Bouganville Celimontana

Via della Navicella 12, ingresso free

 

SABATO 26 AGOSTO ore 21.30

Andrea Molinari 51°

Andrea Molinari, chitarra

Enrico Zanisi, pianoforte

Matteo Bortone, contrabbasso

Enrico Morello, batteria

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Enrico Pieranunzi & Rosario Giuliani presentano Duke’s Dreams a Villa Celimontana

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Sabato 19 agosto presso Villa Celimontana Enrico Pieranunzi e Rosario Giuliani presenteranno il disco Duke's  Dreams. Dopo due decenni di splendida collaborazione nei contesti più diversi Enrico Pieranunzi e Rosario Giuliani si ritrovano in studio per un progetto tutto loro. Pubblicato dalla prestigiosa etichetta tedesca Intuition, Dukes dream, rende omaggio a Duke Ellington, vero gigante della musica del XX secolo le cui geniali composizioni - tra queste le notissime Satin Doll, Come Sunday, I Got it bad - vengono interpretate dai due musicisti attraverso riletture raffinate ed originali. In Dukes dream Pieranunzi e Giuliani esprimono al meglio quella comune visione della musica che da tempo ha fatto di loro due protagonisti assoluti della scena jazzistica internazionale.

Villa Celimontana

Ingresso viale della Navicella, ingresso free

 

Line up

Enrico Pieranunzi, pianoforte

Rosario Giuliani, sassofono

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Empathia jazz duo in concerto a Villa Celimontana

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Dal momento in cui una famosa tromba lasciò New Orleans e puntò verso nord, sono stati numerosissimi i tentativi di descrivere il Jazz, generazione dopo generazione; cercando tra quelle definizioni si scopre che il riferimento piú comunemente citato è il ritmo, quello scandito dal pulsare della batteria. Come usare allora il termine jazz nel caso di un duo formato da voce e chitarra? La risposta dell'Empathia Jazz Duo che sarà in concerto a Villa Celimontana venerdì 18 agosto.

Il duo è composto dalla cantante Mafalda Minnozzi e dal chitarrista Paul Ricci, sta nelle improvvisazioni melodiche sul tema di una canzone popolare, sostenute da originali modelli armonici che ne accompagnano il respiro. Le caratteristiche di questo tipo di performance non sono diverse da quelle degli anni in cui il Jazz riuscía fondere la musica popolare con l´espressione individuale attraverso una storia ricca di soul. Il progetto Empathia ha anche una particolaritá, ha allargato il concetto di canzone popolare abbracciando classici della tradizione musicale di Italia, Francia, Brasile e USA.

Villa Celimontana

Viale della Navicella

Ingresso free

 

Line Up

Mafalda Minozzi, voce

Paul Ricci, chitarra

 

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Roberto Tarenzi Trio in concerto a Bouganville Villa Celimontana

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Una visione a trecentosessanta gradi, proiettata nel futuro ma con fondamenta ben salde nella tradizione del jazz. Roberto Tarenzi sarà in concerto presso Villa Celimontana venerdì 11 agosto, tornando ad un repertorio più mainstream, rivisitando delle songs del great american songbook e interpretando alcuni dei suoi originals. Al basso il grande Luca Bulgarelli, vanta collaborazioni con praticamente tutti i migliori solisti del pianeta, e alla batteria un nuovo talento in rapida affermazione sulla scena nazionale, Valerio Vantaggio.

Villa Celimontana

Viale della Navicella, ingresso free

Inizio concerto ore 21:30

 

Line Up

Roberto Tarenzi, pianoforte

Luca Bulgarelli, basso

Valerio vantaggio, batteria

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Lucrezio de Seta Brubeck Was Right live Villa Celimontana

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Domenica 30 luglio presso Villa Celimontana Lucrezio de Seta in concerto presenta il suo secondo lavoro da leader Brubeck Was Right pubblicato nel febbraio 2016 dall’etichetta Headache Production. Un progetto originale e dinamico caratterizzato da una forte intensità emozionale, che alterna brani originali poetici e passionali a rielaborazioni moderne dei più grandi standard della tradizione jazzistica. Il disco si distingue per un sound originale e strizza l’occhio tanto alla tradizione quanto ai più moderni dettami estetici del jazz moderno: per la serata la formazione sarà completata da Ettore Carucci al pianoforte e Pierpaolo Ranieri al basso elettrico.

Il chiaro riferimento alla storica figura di Dave Brubeck, infatti, pur non venendo mai citato attraverso le sue celebri composizioni, è alla base di questo trio che reinterpreta famosi standard quali A Night in Tunisia, Giant Step, Lonnie’s Lament ed elabora composizioni originali (tutte a firma di Carucci) esplorando metriche dispari e ricercando una pronuncia originale ed immediata. Una formazione ricca di groove, dunque, in cui la batteria di Lucrezio de Seta, divisa tra tempi irregolari e pronunce swingate, trova la corretta vena interpretativa per rielaborare grandi classici del jazz. A fare il resto ci pensano il pianismo moderno di Ettore Carucci, caratterizzato da una grande padronanza del fraseggio e del comping mai banale, e il basso di Pierpaolo raniei, perfetto nell’esecuzione e azzeccato nello stile asciutto e diretto.

Brubeck was Right! è un progetto innovativo, dalla forte vena creativa che partendo dalla tipica formazione in trio acustico si evolve senza timidezze reverenziali di stampo stilistico, dando vita ad arrangiamenti moderni e composizioni originali che ben si collocano nel panorama jazzistico più attuale.

Domenica 30 luglio

Lucrezio de Seta – Brubeck Was Right

Live Villa Celimontana

Via della Navicella, 00184 Roma

Ingresso free – inizio concerto ore 21:30

Line-Up

Lucrezio de Seta, batteria

Ettore Carucci, pianoforte

Pierpaolo Ranieri, basso elettrico

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Gianni di Crescenzo presenta il disco Magic Puppet a Villa Celimontana

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Sabato 22 luglio il pianista compositore Gianni di Crescenzo salirà sul palcoscenico di Villa Celimontana dove presenterà il disco Magic Puppet, recentemente pubblicato dall’etichetta Emme record Label. Un progetto in quartetto che vede la partecipazione di Lucrezio de Seta alla batteria, Dario Rosciglione al contrabbasso e Paolo Innarella al sassofono. Magic Puppet si presenta come una fusione di stili ed espressioni musicali, dove spiccano interplay, passione, affiatamento, e su tutto un grande talento compositivo. Il progetto, infatti, valorizza il lavoro d’insieme, in cui ogni singolo elemento è al servizio di una composizione articolata e determinata e di un interplay che non lascia mai nulla al caso.

Musiche che scorrono fluide, che spaziano tra il modern jazz, arrangiamenti minimali e dissonanti, atmosfere rarefatte e walking bass decisi ed incalzanti che collegano presente e passato in un minimo comun denominatore. In questo contesto si incastra perfettamente la figura astratta ed aliena del Magic Puppet che unisce in maniera burlesca le diverse espressioni sonore di questo puzzle arricchito da ritmiche molto diverse fra loro. Il risultato è un lavoro collettivo che sfugge da ogni tipo di catalogazione, che pur collegando diversi approcci alla musica risulta granitico e ben identificabile anche nel contesto del jazz attuale.

Ogni brano, pur essendo molto diverso dagli altri fa parte di un’unica storia e di un’unica riflessione che si materializza da una grande intensità emotiva. Ogni singola nota, invece, ogni parte improvvisativa, ogni inciso e fraseggio sono al servizio di un unico scopo, che è quello di dare ampio spazio alla vena compositiva di Gianni di Crescenzo.

 

Sabato 22 luglio

Gianni di Crescenzo Quartet

Live Villa Celimontana

Via della Navicella, 00184 Roma

Ingresso free - inizio concerto ore 21:30

 

Line-Up

Gianni Di Crescenzo, Pianoforte

Dario Rosciglione, Contrabbasso

Lucrezio De Seta, Batteria

Paolo Innarella, sassofono

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Mario Donatone presenta il tributo a Ray Charles a Villa Celimontana

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Venerdì 21 luglio Mario Donatone salirà sul palcoscenico di Villa Celimontana dove andrà in scena con il suo omaggio al grande Ray Charles. Un progetto attraverso il quale il pianista vocalist romano si approccerà con il repertorio di uno dei più grandi musicisti della storia regalando grande importanza all'approccio vocale. La formazione è, infatti, in sestetto con Mario Donatone al piano e voce, Giò Bosco e Isabella del Principe alla voce, Angelo Cascarano, chitarra elettrica e voce, Andrea Mercadante all’organo e Roberto Ferrante alla batteria. Una band, dunque, composta da strumenti e voci che si presenta con una ritmica ben calibrata grazie alla presenza di chitarra, piano, organo e batteria e con un contesto sonoro che dà ampio spazio alle voci. Il repertorio spazia tra le varie coordinate stilistiche della musica di Ray Charles passando dal Jazz, al Blues, fino a raggiungere il Soul ed il Gospel.

L’idea è infatti quella di recuperare il sound sanguigno del primo Ray Charles, prima che eleggesse la big band a definitivo strumento di accompagnamento della sua voce. Non si tratta però di un ricalcare filologico ma di una interpretazione attuale e corale, in cui il dialogo e l’interazione tra le tante voci del gruppo, in evidenza anche solisticamente, dà un tocco del tutto originale a questa versione nostrana del “supersound” americano del “genius” di Albany. Solo così si può infatti definire una combinazione in cui il gospel dei cori si integrava con il soul-jazz dei fiati e con il blues della chitarra che scandiva gli spazi per un piano e una voce che erano una sintesi unica di tutti questi stili.

Artista poliedrico e versatile, con alle spalle innumerevoli collaborazioni Mario Donatone è un pianista cantante che ha collaborato con artisti quali Federico Zampaglione, Tiromancino, Neri Marcorè, Harold Bradley, Eddy C.Campbell, Linda Valori, Mario Biondi, Riccardo Biseo, Eddy Palermo, Mario Corvini, Claudio Corvini, Tony Scott, Cicci Santucci, Tom Sheret, Velotti-Battisti Ensemble, Lino Muoio & Mandolin blues, Jonas Blues Band, Linda Young, Beverly Watson, James Wheeler, Les Getrex, Robin Brown, Peaches, Charlie Cannon, Joy Garrison, Cheryl Lewis, Kay Jay Forest, Michael Allen, Herbie Goins, Jho Jenkins, Jimmy Holden e molti altri.

 

Venerdì 21 luglio

Mario Donatone Plays Ray Charles

Live Villa Celimontana

Via della Navicella, 00184 Roma

Ingresso free - inizio concerto ore 21:30

Line Up

Mario Donatone, piano - voce

Giò Bosco, voce

Isabella Del Principe, voce

Angelo Cascarano, chitarra elettrica - voce

Andrea Mercadante, organo

Roberto Ferrante, batteria

 

 

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Live report: Shake the jazz a Villa Celimontana

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Shakespeare non l’ha mai fatto, ma Stefania Tallini assieme ad Angela Antonini e Paola Traversoci ha provato, con gran successo. Uno spettacolo interamente declinato al femminile quello di Shake the jazz del 12 luglio a Villa Celimontana; rivisitazione dell’opera shakespiriana Antonio e Cleopatra, abbinata al piano della Tallini, che gli ha conferito un forte carattere jazz. Le note seguono gli umori altalenanti di Cleopatra, l’amore tormentato con Antonio e il turbinio straziante della battaglia. Un adattamento, quello di Paola Traverso e Angela Antonini, che non segue in maniera lineare e cronologica la storia dei due amanti, ma che vuole mettere in risalto, con l’ausilio del piano, l’aspetto più viscerale dei pensieri, delle riflessioni e dei sentimenti dei due protagonisti. La cornice poi è più che suggestiva, e quasi evocativa; un’immersione nel verde di Villa Celimontana, rispecchiato nelle luci soffuse del festival e nel canto delle cicale un po’ ovunque. 

Una raffinatezza che ben si confà alla musicista Stefania Tallini, la quale vanta una brillante carriera artistica nell’ambito del jazz italiano ed europeo. Vincitrice di concorsi importanti sia come pianista che come compositrice-arrangiatrice, ha all’attivo 6 dischi a suo nome, presentati anche in Francia e in Germania: Etoile(Yvp – 2002); New Life (Yvp –2003); Dreams (Alfamusic / Raitrade, 2005); Pasodoble (Sbrocca, 2007); Maresìa(Alfamusic, 2008) e il nuovo The Illusionist (Alfamusic, 2010), in Piano Solo. Tutti i CD presentano musiche interamente scritte e arrangiate dalla pianista. Deutschlandradio Berlin, Radio France e Radio Bremen hanno trasmesso suoi concerti; Radio Tre – in contemporanea con il circuito radiofonico europeo EBU – ha trasmesso in diretta i suoi due concerti (nel 2006 e nel 2008) inseriti nell’ambito dei Concerti Del Quirinale. Sempre al Quirinale è stata ospite per la “Celebrazione Internazionale della Festa della Donna 2008”, alla presenza del Presidente della Repubblica Napolitano. Alcuni suoi brani sono stati registrati da Enrico Pieranunzi: “December Waltz” e “When All Was Chet” e da John Taylor e Diana Torto “Deseo”. Inoltre, un suo brano, “New Life”, è stato inserito nel REAL BOOK ITALIANO.

Serena Marincolo

foto di Valentino Lulli

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Toquinho incanta il pubblico di Villa Celimontana

Siamo giunti al 2 agosto, pochi giorni dopo la fine del grande esodo estivo, e Roma, città di caos, di traffico e di grandi viavai, è sempre più sgombera, sempre più calda, sempre più irriconoscibile. Soltanto pochi temerari sono rimasti a lavorare, a soffrire sotto il caldo giornaliero e a sognare di uscire dalla routine, ma per quei fortunati che sabato scorso (31 luglio) si sono recati a Villa Celimontana è stata sicuramente una serata indimenticabile, una di quelle che sogni di vedere da una vita e che non ti vuoi assolutamente perdere. Sul palco di una delle manifestazioni del jazz più attese dell’anno, è salita una persona che la musica l’ha percorsa in tutta una vita, un musicista che negli anni 50 ha cominciato a studiare la chitarra e che, partendo dalla bossa nova, ha sfiorato altri mille linguaggi fondendoli con quello della sua terra, il Brasile, un paese che di musica ne ha prodotta davvero tanta. E questo artista, poliedrico e virtuoso, è Antonio Pecci Filho, meglio conosciuto come Toquinho, da quel nomignolo che la madre gli ha attribuito quando era bambino.

Ve lo ricordate tutti vero? Toquinho, quel mago della chitarra, quel cantante raffinato che ha collaborato con il poeta Vinicius de Moraes, che ha cantato con Ornella Vanoni, che ha scritto canzoni indimenticabili, che ha girato l’Italia in diverse tournè, che adora il nostro paese forse perché è così simile al suo, forse perché è così diverso. Insomma, qui parliamo di uno dei mostri sacri della musica, di un’artista che in Italia c’è stato per molto tempo, lasciando un segno indelebile e scaldando i cuori di tutti quelli che lo hanno seguito; parliamo di uno che la chitarra l’ha studiata, l’ha assorbita e la reinventata con uno stile che esula da ogni classificazione di genere. E accanto a lui, special guest della serata, c’era anche una sua vecchia compagna di viaggi, una componente della sua band storica, Badi Assad, senza dubbio una delle cantanti brasiliane più interessanti in circolazione.

Ma torniamo a noi, cominciamo col dire che a partire dalle 20 e 30 non c’era più un biglietto, all’interno della villa i posti a sedere erano tutti esauriti e la gente scalpitava per trovarsi uno piccolo spazio davanti al palcoscenico. E quando Toquinho è salito sul palco, tutto è cambiato, quella musica è riuscita a creare una struttura armonica capace di trasportarci in un’atmosfera sublime, irreale, magica, che ti fa perdere la cognizione del tempo e che ti fa vivere scenari paralleli e surreali. Si comincia con un po’ di bossa nova, qualcosa di classico per rompere il ghiaccio, magari per riscaldare il pubblico, poi Toquinho si stacca dal gruppo, suona quella chitarra come soltanto lui sa fare e, fra un pezzo e un altro, dialoga con il pubblico in modo confidenziale, come se conoscesse uno per uno tutti i presenti. Certo, come dicevamo prima, la base su cui lavora Toquinho, il suo punto di partenza, è sicuramente la bossa nova, ma durante il concerto di momenti interessanti ce ne sono stati davvero tanti, come se l’intera esibizione fosse divisa in varie sezioni che vengono tenute in piedi da un unico filo conduttore.

E, oltre ad essere un musicista senza limiti, Toquinho è anche un abile comunicatore, ti spiega tutto quello che suona, ti trasporta nel suo territorio più congeniale raccontandoti tutto ciò che si nasconde dietro le melodie. E quando meno te lo aspetti ti sorprende con ritmi incalzanti che approdano in universi inesplorati, sono mondi paralleli che prendono l’ispirazione da una tradizione quasi ancestrale, che Toquinho definisce in due parole “Afro Samba”. E quando senti queste parole, quando ascolti un ritmo sudamericano così incalzante, qualcosa che attinge da mondi lontani e che si è trasformato nel tempo, allora capisci che stai ascoltando una musica irripetibile, una melodia che proviene da un incrocio di mondi che inspiegabilmente suonano. E , mentre rimani affascinato da tutto quello che la musica può comunicare, il concerto prosegue con una rapidità disarmante. Arriva anche il momento di Badi Assad e la musica acquista tutto un altro sapore. Cantante, chitarrista, percussionista unica possiede una voce capace di eguagliare la potenza di un’intera orchestra, qualcosa di simile ad un aereo che si schianta dolcemente sui timpani degli ascoltatori. Per un momento la vediamo cantare da sola, accompagnata dalla sua unica chitarra, poi comincia con quella tecnica che l’ha resa tanto famosa, utilizza il corpo, la voce come se fossero una percussione, come se lei, in prima persona, fosse uno strumento musicale che respira.

Ma il momento più toccante del concerto, quello che ti fa venire veramente la pelle d’oca, arriva quando Toquinho canta e suona quelle magiche melodie che sono nate dalle collaborazioni con artisti italiani; parliamo di quei brani che legano la nostra tradizione a quella del Brasile, musiche che vanno al di là dei confini e che rimbalzano dalla costa dell’oceano Atlantico per giungere a quella del mar Mediterraneo. E’ impossibile dimenticare “O que serà”, la canzone suonata con Fiorella Mannoia, oppure “La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria”, il frutto di un’importantissima collaborazione con Ornella Vanoni. E questi sono brani rimasti nel cuore degli italiani, qualcosa che ci fa veramente sentire vicini ad un artista, un musicista, capace di superare le frontiere. E alla fine del concerto Toquinho concede tre bis, come se non volesse andarsene dal palcoscenico, come se ci fosse un feeling fra lui ed un pubblico che non lo vuole allontanare. E che dire di più? Ascoltando questa musica, vedendo un artista di questo calibro su un palcoscenico così importante come il Villa Celimontana, abbiamo capito di aver assistito ad un concerto irripetibile. E forse le parole non sono sufficienti per spiegare le emozioni o per raccontare quello che veramente è stato il concerto di uno degli artisti più interessanti del mondo.

Carlo Cammarella

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Michael Rosen Tricolor a Villa Celimontana

Quando parliamo del Brasile pensiamo subito alla samba, alla bossa nova, pensiamo ad una terra che ha prodotto tanta musica che oggi viene apprezzata ed ascoltata dappertutto. Sono melodie molto raffinate, che stanno facendo il giro del mondo e che oggi stringono la mano al Jazz mescolandosi con uno dei linguaggi più complessi della musica. Certo, che questi due generi siano confluiti in un unico discorso è un fatto più che assodato, un fatto che forse non stupisce neanche più di tanto, tranne quando ascolti alcuni geni che ti lasciano davvero senza parole. Parliamo del quartetto Michael Rosen Tricolor, quello che proprio ieri abbiamo avuto il piacere di ascoltare nella cornice di Villa Celimontana.

Lui, Michal Rosen, newyorkese trapiantato in Italia dal 1987, più che un musicista è un’istituzione, un mago del sassofono che ha alle spalle collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Celentano, Renato Zero, Danilo Rea, Roberto Gatto, Stefano Bollani, Enrico Rava e Danilo Perez. E gli altri non sono da meno.Alfredo Paixao, bassista di Rio de Janeiro, ci viene subito in mente perché ha collaborato con Pino Daniele, mentre Israel Valera, il batterista del quartetto, è un giovane promettente di origine messicana capace di tener testa a dei colossi come quelli già citati. E infine c’è l’argentino Natalio Mangalavite, pianista, compositore, arrangiatore che, soltanto per citare qualche nome, ha collaborato con Fabio Concato, Ornella Vanoni, Javier Girotto e Peppe Servillo.

E veniamo al nostro concerto. Se pensate che questi musicisti, provenienti da diverse parti del continente americano, abbiano problemi di comunicazione, forse avete sbagliato concerto. Qui parliamo di gente che non ha bisogno di parole, che sale sul palco e con un’occhiata riesce a far convergere il linguaggio della musica dove meglio crede. Gente che ha studiato, cha ha passato la vita davanti allo strumento, che ti trasporta in mondi lontani con semplicità. Ieri i musicisti hanno deciso di trasportarci in Brasile, di farci atterrare nell’aeroporto di Rio, magari  salutando la statua del Cristo Redentore, e così è stato. Inizialmente hanno suonato qualche bossa nova molto raffinata, poi si sono cimentati in ritmi più incalzanti, di quelli che ti fanno venire voglia di battere il piedi e di metterti a ballare; il tutto senza trascurare la genialità dell’improvvisazione. Michael Rosen, con il sassofono è capace di una potenza inaudita, riesce a far muovere le sedie quando prende un acuto, ma anche di far uscire suoni delicati ed armoniosi. E sono proprio questi crescendo e diminuendo i protagonisti della serata, sono le improvvisazioni, l’alternarsi di brani lenti con altri molto più accesi.

Ma oltre ai ritmi sudamericani c’è anche qualcos’altro, qualcosa che ci ricorda la nostra terra, che ci appartiene, che ci fa respirare le atmosfere degli anni ’50 e, perché no, magari quelle di un film di Fellini con un bel sottofondo musicale; non a caso un brano del repertorio, peraltro uno dei più belli, si chiama “Un Film Italiano” e un altro ancora “Fotografia”, titoli e musiche azzeccate che colpiscono dritto al cuore, che ti fanno rilassare, che ti immergono nel passato attraverso i ritmi dell’America Latina. E poi Alfredo Paixao sa anche cantare bene, compie dei soli vocali all’unisono con il suo strumento e a volte il suo basso, brillante e molto presente, sembra quasi avvicinarsi alle sonorità (o magari alla filosofia stessa) di una chitarra elettrica. Quindi, verso la fine Paixao, canta “Anna Verrà”, una canzone di Pino Daniele, che per l’occasione viene proposta con una bossa nova che ci si sposa davvero bene. Il concerto si conclude con un samba, “Bala Com Bala”, un ritmo incalzante e veloce, di quelli che veramente ti fanno venire voglia di alzarti in piedi e di iniziare a ballare.

Dunque, quella di ieri è stata una serata che ci ha fatto vivere per un po’ l’atmosfera del Brasile, una serata da non dimenticare sotto il cielo di un’estate romana che da sempre ci regala forti emozioni.

Carlo Cammarella

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