Bobby McFerrin live – Auditorium Parco della Musica, 20 maggio 2010
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Il grande pubblico lo conosce per via di quel motivetto che grazie a MTV e derivati prese a fischiettare mezzo mondo. Si chiamava ‘Don’t worry be happy.’ Pochi sapevano che invece Bobby di strada ne aveva fatta parecchia, tra i grandissimi del jazz ma anche da solo, chè pareva suonare come un’orchestra, con quella voce. Una tecnica stranissima, fatta di emissioni interrotte attraverso uno schiaffetto sullo sterno, che funziona come una percussione, e serve anche a tenere il tempo.
In giro si dice che abbia un orecchio assoluto, ovvero che sia in grado di riconoscere l’altezza e di tradurla in note, per qualsiasi suono raggiunga i suoi padiglioni auricolari. Un dono di pochissimi, chi dice Beethoven, chi dice Mozart, chi dice Paganini, chi dice Parker. Bobby comunque a 60 anni suonati ha vinto 10 Grammy Awards, che per un musicista di jazz non sono bruscolini. Il suo ultimo disco si chiama Vocabularies ed è fortemente virato sulla musica etnica, sui canti tribali della madre Africa, velo di colori che prevediamo di ascoltare anche all’Auditorium, dove arriva munito di band, ballerini e coristi.
Adelchi Battista
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