Jazz Agenda

Roma – Tokyo di Red Pellini & Co – una recensione

Da Roma a Tokyo il sax baritono di Red Pelliniammalia e restituisce l’incanto del newyorkese Cotton Club, di quel jazz che si serviva e riveriva durante l’era del Proibizionismo, che sa di ambra e perle ed anche di gangster leggendariamente gentiluomini. Il suo ultimo lavoro “Roma – Tokyo”, che ha preso forma durante gli spostamenti frequenti del musicista tra i jazz club di Roma e quelli della Capitale nipponica, ci ha colpiti ed incuriositi. Fabiano Pellini, conosciuto nel jazz romano come “Red”, ha alle spalle una salda esperienza da direttore d’orchestra e arrangiatore. Si è diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia in clarinetto e, conclusi gli studi classici, ha deciso di dedicarsi al jazz da appassionato virtuoso di uno degli strumenti più complessi (e i cui cultori sono assai rari), il sax baritono.

Con il suo ultimo lavoro prodotto dalla Nuccia Records, Pellini ha riproposto indimenticabili standard come “It’s all Right” e “You do something to me”, nella parentesi Porter Medley e Moonlight Serenade di Miller, in cui la melodiosa voce di Aidy Manas si accompagna allo scuro e malinconico sax di Pellini, nonché all’ottimo tocco al pianoforte di Giorgio Cuscito, ineffabile collaborazione che si unisce a quella dell’alto eccellente pianista Adriano Urso. Ancora un medley ad incorniciare le tracce del disco, quello “simpaticamente” dedicato ad una Roma che ci piace immaginare notturna e più statunitense che mai: “Roma nun fa la stupida stasera” e “Arrivederci Roma”, in cui un Sound languido e delicato si unisce ad un vivace soffio Dixie.

Imprescindibile l’altro dei due brani vocali del disco: “Blow Again Francesco”, scritta dallo stesso Pellini e interpretata dalla seconda voce (non certo in ordine di qualità o importanza) di Sebastiano Forti. La batteria è lasciata ad Alfredo Romeo e alle sue bacchette rodate ed affinate da numerose collaborazioni, tra cui ricordiamo quelle con Lino Paturno e George Masso. Spazio ritmico con l’estro jazzistico di uno dei più richiesti e attivi contrabbassisti Guido Giacomini.

Un disco “Roma – Tokyo” che vi invitiamo ad ascoltare, frutto di un lavoro che non vuole essere incomprensibilmente di nicchia e pretenzioso, ma piuttosto musicale, e che potrebbe essere un buon ponte sonoro, nelle convenzioni del jazz classico, per un genere in sé complesso e troppo spesso assai rarefatto. Ciò che ci ha colpiti maggiormente, infatti, è quella semplicità che viene sostenuta da una sensibilità musicale eccellente e da una naturalezza molto vivace, che di certo non appesantiscono gli stili musicali che confluiscono in questo progetto. Insomma, un buon disco che abbiamo notevolmente apprezzato per la bravura degli interpreti e soprattutto per il piacere che ci ha suscitato nell’ascoltarlo.

Veronica Paniccia

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