Jazz Agenda

Il successo dello Swing: parola a Giorgio Cùscito

Un successo senza precedenti che vede la partecipazione attiva di musicisti, dj, organizzatori e un pubblico sempre più attento e preparato. Qualche anno fa, probabilmente, nessuno si sarebbe aspettato che lo swing avrebbe vissuto una nuova età dell’oro tornando nuovamente sulla cresta dell’onda. Ma quali sono le ragioni di questa popolarità? Perché questo genere è riuscito ad emergere in maniera così dirompente? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Cùscito, ambasciatore dello swing e musicista assai attivo sulla scena nazionale

Giorgio, ormai a Roma ed in Italia ti conosciamo con il nome di Ambasciatore dello Swing: qualche anno fa ti saresti aspettato un successo così grande per questo genere che forse inizialmente apparteneva ad una nicchia più ristretta?

“ Sì, me lo aspettavo e lo volevo. Già all'inizio degli anni 2000 vedevo chiaramente le basi per una "riappacificazione" fra musica e ballo, in Italia. Il movimento era già partito a livello internazionale, e si affacciava in Italia da tre porte diverse e comunicanti: i ballerini più bravi e informati, che avevano frequentato i workshop all'estero, il crescente successo del Summer Jamboree di Senigallia e la capacità di alcuni musicisti di recepire le esigenze di chi balla. Il lavoro coordinato di queste tre realtà, a cui si sono aggiunti successivamente i DJ e gli organizzatori di serate swing, hanno portato alla crescita esponenziale del numero di scuole di ballo swing, con tutto ciò che ne è conseguito: pubblico, attenzione dei media e delle istituzioni, nuovi spazi, scambi e interazioni con le realtà parallele delle altre nazioni. Quando parlo di pubblico, ovviamente, parlo di un pubblico "attivo" e partecipativo. I ballerini fanno musica assieme alle band, fruiscono della musica dandole contemporaneamente un impulso incredibile.

Detto per inciso, con questa domanda mi dai anche l'occasione per sgombrare il campo da un equivoco: lo swing (se è questo che intendi per "questo genere") non era affatto di nicchia. Anzi, era la musica pop per tutti, era la musica delle colonne sonore, degli spot pubblicitari, delle sigle televisive. Lo si sentiva negli ascensori e nei grandi magazzini, e la gente lo ascoltava normalmente. E soprattutto lo ballava. Questo vale per tutto il jazz dagli anni '10 fino agli anni '60. Solo dopo, il jazz è diventato di nicchia, d'ascolto, e progressivamente ha perso tutto l'appeal presso il grande pubblico. Oggi, grazie al movimento swing, il jazz è tornato ad essere fruito e vissuto da tutti come una musica "normale" e non d'élite.”

 Quali sono secondo le ragioni alla base del successo del movimento swing a Roma e in Italia?

“A Roma siamo riconosciuti ed apprezzati per avere band di ottimo livello, e molto "dancers-oriented". Qui la scena musicale swing è sempre esistita, ma aveva un pubblico completamente diverso, di appassionati, nostalgici e puristi. Ora il pubblico dello swing e del jazz tradizionale è fatto da gente di tutte le età, di tutte le estrazioni, e di ogni cultura musicale ed oggi, solo a Roma, ci saranno almeno 20 scuole di ballo swing. Possiamo finalmente suonare per un pubblico vivo!

La scena nazionale è ugualmente incredibile: ci sono nutritissime comunità swing dal nord al sud alle isole quasi senza soluzione di continuità! Solo per fare un esempio, negli ultimi anni sono stato invitato a suonare "jazz che si balla" a Savona, a Genova, a Milano, a Como, a Bologna, a Parma, a Brescia, a Bologna, a Senigallia, a Firenze, a Terni, a L'Aquila, a Pescara, a Roma, a Napoli, a Salerno, a Policoro, a Catania. In ognuna di queste città ho trovato sale stracolme di gente entusiasta e felice e soprattutto danzante, e so che ci sono realtà bellissime anche a Torino, a Pistoia, a Rimini, a Perugia, a Palermo, nel Salento, in Sardegna... insomma l'Italia ha sempre più swing! E ha sempre meno da invidiare alla scena internazionale, sia come qualità musicale che come livello dei ballerini!”

E quanto influisce in tutto questo il fatto che sia una musica ballabile?

“Ovviamente moltissimo, anzi è lì il segreto: scoprire che il jazz può anche essere ballato è stata una piacevole sorpresa per tutti, musicisti e pubblico. Oggi - anche questo è solo un esempio -  l'appassionato di jazz può coinvolgere finalmente anche la moglie, e trovare in lei un'alleata che senza il ballo non avrebbe mai avuto! E chi del jazz non aveva mai sentito manco una nota oggi si ritrova "esposto" ai grandi capolavori della musica afroamericana grazie al ballo. Magari non sa che sta ascoltando Duke Ellington o Dizzy Gillespie, ma ci balla sopra con grandissima soddisfazione!”

Il fatto che ci sia una comunità di musicisti e ballerini molto forte quanto aiuta questo movimento?

“La comunità swing non è fatta solo di ballerini e musicisti. Bisogna considerare anche i DJ, gli organizzatori di serate, i proprietari dei luoghi deputati, chi cura l'abbigliamento, chi si interessa di acconciature, di barbe, e in generale chi diffonde lo stile e la cultura vintage. La "carrambata" fra jazz e ballo ha molti protagonisti e molti fautori. Diciamo che in linea generale si cerca tutti di creare un ambiente di un certo tipo, e di viverci dentro il meglio possibile. Va detto che tutto questo avviene grazie a internet: ci si coordina su facebook.”

Quali sono le innovazioni che possiamo riscontrare nello swing che viene suonato nei giorni nostri?

“Questa è una domanda molto interessante. I musicisti swing, oggi, sono essenzialmente di due tipi: il primo tipo è il musicista filologo, che cerca di ricreare le sonorità e gli stili musicali esattamente come nei dischi d'epoca; il secondo tipo è invece un musicista che assume e trattiene molte innovazioni del jazz più moderno, perché lo ha studiato e lo conosce bene, ma che cerca anche di recuperare tutta la danzabilità e l'espressività del jazz di prima della guerra. Ovviamente entrambi gli approcci sono interessanti e danno ottimi risultati - anche perché a sua volta anche il mondo del ballo è un po' indeciso se essere filologico oppure aperto a movimenti e suggestioni provenienti da altre culture ed altre danze. Direi però che se si deve parlare di innovazioni musicali, sento che queste vengono da musicisti del secondo tipo.”

Parlando di te invece, cosa ti ha spinto ad amare questo tipo di musica?

“Il lavoro subliminale dei miei genitori, che mi addormentavano da piccolissimo con i dischi di jazz, è stato fondamentale. E poi quando ero sveglio non facevo che continuare ad ascoltare quei dischi. Successivamente, con l'età della ragione, ho cominciato ad andarmeli a cercare in giro per i negozi di Roma, e poi d'Italia, e poi d'Europa e del mondo. Nel frattempo suonavo ciò che potevo capire: ad undici anni col clarinetto cercavo di riprodurre gli assoli di Benny Goodman o di altri grandi clarinettisti, a 13 anni col pianoforte volevo scoprire tutto di Earl Hines o di Count Basie. Per me il jazz era solo quello ante-guerra, perché ascoltavo solo quello e capivo solo quello. Poi studiando ho approfondito davvero di tutto, per fare solo un esempio impazzivo per McCoy Tyner, il pianista di John Coltrane. E poi quando ho avuto modo di parlare proprio con lui, Tyner mi ha steso dicendomi che per lui il più grande era Earl Hines, il grande pianista di Louis Armstrong... e il cerchio si è chiuso. Ho capito che in fondo il jazz è uno solo, che anche quello più "moderno" ha una danzabilità fortissima, e che per converso quello più arcaico era in realtà modernissimo.”

Per quanto riguarda il futuro, secondo te lo swing potrà sempre rimanere sulla cresta dell’onda come in questo momento?

Altra domanda interessantissima. La prima cosa che mi viene da dire è - ovviamente - spero di sì, credo di sì. Ma poi lascio da parte l'egoismo e i gusti personali e penso che sarà quel che sarà. Magari chissà... qualcosa non più definibile come "sulla cresta dell'onda", ragionevolmente immagino che diventerà qualcosa di stabile e di assodato come il tango - che però ha meno musica dal vivo. Intanto calcoliamo anche l'indotto che questo movimento avrà sui figli di tutti coloro che oggi ballano e ascoltano musiche di un valore artistico ineguagliabile! E speriamo in un futuro migliore anche grazie a questa nostra spinta verso la qualità. Mi farebbe piacere venire a sapere, prima di morire, che avrò contribuito davvero in qualche modo a un mondo più bello.

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Chorus Live: Giorgio Cuscito & Luca Filastro Superswing Quintet aprono la rassegna

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Un viaggio verso gli anni ’30 e ‘40, verso l’era dello swing, alla scoperta dei più grandi compositori che hanno fatto la storia del jazz e della musica americane e mondiale. Mercoledì 2 marzo l’appuntamento è al Chorus Café, l’elegante salotto situato all’interno dell’Auditorium Conciliazione, che ospiterà il primo atto della rassegna Chorus Live.

Ad andare in scena Giorgio Cùscito & Luca Filastro Superswing Quintet, formazione che si ispira alle sonorità del jazz di Kansas City e che eseguirà un repertorio composto da brani dell'era dello Swing e da canzoni dei grandi compositori americani come George Gershwin, Cole Porter, Vincent Youmans. La band, inoltre, nonostante sia composta soltanto da cinque elementi, attingendo dalla tradizione degli anni ’30 e ’40,  evocherà l’atmosfera generata delle big band dell’era dello swing senza intaccarne la poetica.

In questo modo verrà evidenziata la componente ballabile del jazz, che oggi è particolarmente apprezzata dal pubblico e dai ballerini di lindyhop. Una storia che comincia a Kansas City, fucina di illustri rappresentanti della storia del jazz come Count Basie, Jay McShann, Lester Young, Charlie Parker, Buck Clayton che hanno fatto la storia del jazz e che ancora oggi, grazie alla loro produzione musicale, continuano a stupire il pubblico. Sarà proprio questo il punto di partenza di un quintetto che ha il merito di far rivivere i suoni, i colori ed il gusto di un’epoca che ha lasciato una traccia indelebile nella storia della musica e non solo.

A guidare la band ci saranno Giorgio Cùscito, considerato tra le presenze più importanti del jazz in Italia e ambasciatore dello Swing a Roma, e Luca Filastro, talento cristallino tra i massimi esponenti italiani ed internazionali del pianismo stride. Completano la formazione Gino Cardamone alla chitarra, Giuseppe Talone al contrabbasso e Giovanni Campanella alla batteria.

CHORUS LIVE

Via della Conciliazione 4

Cena ore 20.30 - Inizio Concerto ore 22.00

Contatti

06 68892774

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GIORGIO CÙSCITO & LUCA FILASTRO SUPERSWING QUINTET

Formazione

Giorgio Cùscito, sax tenore

Luca Filastro, pianoforte

Gino Cardamone, chitarra

Giuseppe Talone, contrabbasso

Giovanni Campanella, batteria

 

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Splendor Swing Fest, Giorgio Cuscito Swing Valley Band in concerto

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Il 26 Febbraio per la serata Super Swing Friday allo Splendor Swing Fest non poteva mancare Giorgio Cuscito Swing Valley Band! Musica swing, tutta da ballare e da ascoltare. Si ricreeranno come per incanto le atmosfere dei famosi locali di Harlem negli anni '30 il Cotton Club, ma anche il Savoy e il Paramount, con l'amatissima orchestra diretta dal polistrumentista e arrangiatore Giorgio Cuscito, la SWING VALLEY BAND:

Giorgio Cuscito, direzione, arrangiamenti, sax tenore Mario Caporilli, tromba Ferdy Coppola, sax tenore e voce Gino Cardamone, chitarra Alberto Antonucci, contrabbasso Fabiano Giovannelli, batteria e con Monica Gilardi, voce. Il repertorio è specifico per il ballo swing e per il lindy-hop, oggi tornato tanto di moda, ed è un'occasione unica per poter ascoltare dal vivo la musica dei vecchi dischi a 78 giri di Duke Ellington, Jimmy Lunceford, Chick Webb, Count Basie, Louis Jordan, Cab Calloway: una vera e propria "Harlem Renaissance"!

SPLENDOR SWING FEST

Via Vittoria Colonna 32/C

Cena ore 20.30 - Inizio Concerto ore 22.00

25- 26-27 -28 Febbraio 2016

Direzione artistica Piji Siciliani

 

Venerdì 26 Febbraio Super Swing Friday ore 23.00 CONCERTO GRATUITO!

GIORGIOCUSCITO SWING VALLEY BAND:

Giorgio Cuscito:direzione, arrangiamenti, sax tenore

Mario Caporilli: tromba

Ferdy Coppola sax tenore e voce

Gino Cardamone: chitarra

Alberto Antonucci: contrabbasso

Fabiano Giovannelli: batteria

Monica Gilardi: voce

 

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L'Ambasciata dello Swing diretta da Giorgio Cùscito di scena a La Moderna: special guest Marcello Rosa

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Il grande sassofonista e pianista romano Giorgio Cùscito, lo scorso anno, fu insignito del titolo di “Ambasciatore dello swing a Roma” dalla comunità dei lindyhoppers romani dal Roma Jazz Festival. Da lì nasce il suo progetto "resident" a La Moderna, ovvero L’Ambasciata dello Swing a Roma, che venerdì 27 novembre sarà di scena presso il locale di Testaccio, creato ad hoc per l’inaugurazione di “Testaccio Swing Friday”, il venerdì swing del cocktail club La Moderna con la direzione artistica del cantautore Piji (a sua volta nominato “Primo Giannizzero dello Swing” dal Sultanato dello Swing di Sanremo, gemellato con la nuova Ambasciata romana).

Per la nuova stagione gli ambasciatori torneranno sul palco de La Moderna. L’ambasciata dello Swing a Roma è un progetto aperto a tutti gli “stati generali” dello swing romano, ovvero a tutti coloro che suonano, cantano, ballano e amano lo swing in generale. La nuova “Nazione” dello Swing ha un luogo sicuro, una sorta di Protettorato, una vera e propria Ambasciata che sarà di tutti e per tutti gli abitanti della Nazione. Di conseguenza sono previste incursioni ed ospiti di ogni tipo. La serata sarà “dancers friendly” quindi particolarmente adatta ai lindyhoppers, che avranno a disposizione un’area di parquet a loro dedicata.



Venerdì 27 novembre 2015, ore 21.30

LA MODERNA TESTACCIO (Roma), Via Galvani 89
È gradita la prenotazione 
06 575 0123
info@lamoderna-testaccio.com

Testaccio Swing Friday
(dancers friendly)

L'AMBASCIATA DELLO SWING
diretta dall'Ambasciatore Giorgio Cùscito
Special Guest MARCELLO ROSA, che presenterà il libro AMARI ACCORDI (Arcana Jazz)

Ore 21.30
Lezioni gratuite di danza Balboa a cura di Bunny Donowitz

Concerto Ore 22.00
L'AMBASCIATA DELLO SWING
diretta dall'Ambasciatore Giorgio Cùscito

Giorgio Cùscito: sax tenore e Ambasciatore dello Swing
Daniele Cordisco: chitarra e Cancelliere
Federica Michisanti: contrabbasso e Relazioni con l'estero
Giovanni Campanella: batteria e Agente diplomatico

Ore 00.30 
SOCIAL SWING DANCE
Selezioni Musicali a cura di Bunny Donowitz

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Live Report: Daniele Cordisco Organ Trio al Teatro Lo Spazio

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Il terzo appuntamento al teatro lo Spazio con la rassegna musicale Spazio Jazz (domenica 6 novembre) ha visto salire su questo nuovo palcoscenico dedicato al Jazz capitolino, l’Organ Trio del chitarrista Daniele Cordisco, formazione assai giovane completata dall’organo di Andrea Rea e dalla batteria di Giovanni Campanella che ci ha coinvolto fin dal primo minuto con tutta la freschezza e la voglia di suonare tipica dei gruppi che si stanno affermando nel panorama musicale italiano. Tanti gli ospiti che si sono alternati sul palcoscenico e che hanno dato vita ad una jam session ricca di colpi di scena e piena di entusiasmo. E in un periodo certamente non florido per la musica dal vivo, in cui molti locali hanno chiuso i battenti o si trovano in difficoltà, è sicuramente bello per noi constatare che la voglia di suonare è sempre tanta e che ad alimentarla ci sono i musicisti attivi da molto tempo, ma anche le giovani promesse che armate di passione ed entusiasmo hanno voglia di dire la loro. Ora, come alcuni di voi sapranno, Spazio Jazz è una rassegna nata in collaborazione con Blue Taste e Muzak Off, alla quale partecipiamo attivamente; motivo per cui ci teniamo particolarmente a raccontarvela (almeno in parte) visto che ad alternarsi sul palco ci sono stati anche alcuni dei musicisti più in vista del panorama capitolino e nazionale.

E veniamo allora alla serata vera e propria. Il concerto è cominciato sotto le note dell’Organ Trio capitanato dal giovane e talentuoso Daniele Cordisco, una formazione giovane che già dimostra una maturità artistica fuori dal comune, grazie ad un’empatia e ad un interplay solido e raffinato. La chitarra di Daniele è vivace, a volte si infiamma dando prova di un fraseggio dinamico ed energico, altre volte armonizza incastrandosi perfettamente con l’organo di Andrea Rea. Ed è forse questa la capacità che ci ha colpito di più di questo giovane musicista; una versatilità ed una scioltezza che non lo trascinano mai verso l’eccesso e che lo mettono in condizione di dialogare perfettamente con il resto della formazione. Dal canto suo, Giovanni Campanella dimostra una solidità che forse troviamo solo in pochi musicisti ed un tocco raffinato ed elegante che non va mai va a coprire il resto della formazione, legandovisi perfettamente. Ma se questa prima parte della serata ci ha lasciato davvero delle forti emozioni (nonostante il pubblico sia stato troppo ristretto) ad una certa ora della notte hanno cominciato a fare capolino dall’ingresso del teatro tanti altri ospiti che a mano a mano si sono alternati su questo palcoscenico. Fra questi vi possiamo segnalare Giorgio Cuscito, Antonella Aprea, Roberto Pistolesi, Cristina Ravot e anche il papà di Daniele, Nicola Cordisco.

Ora, descrivere un momento del genere, in cui alcuni musicisti di indubbia fama salgono su un palcoscenico soltanto per la pura e semplice “voglia di suonare”, è qualcosa di veramente speciale. E non lo diciamo soltanto perché in questa serata eravamo impegnati in prima persona, ma soprattutto perché lo spettacolo si è rivelato dinamico, coinvolgente e caratterizzato da diverse sfaccettature, a seconda dei musicisti che in quel dato momento si trovavano su palco. Dalle frizzanti note fuoriuscite dal sassofono di Giorgio Cuscito, alla calda voce di Cristina Ravot, che con la sua Bossa Nova ci trasporta in Brasile per qualche minuto, fino al momento in cui papà e figlio “Cordisco” suonano insieme regalandoci un momento di intimità familiare che si espresso dalle note di due chitarre superlative. Due stili completamente diversi, la vivacità del giovane che si mescola con la conoscenza di chi è più maturo, per un momento che i pochi presenti hanno apprezzato moltissimo. E che dire di più? Chi ama il jazz saprà bene che descrivere a parole situazioni del genere è compito arduo e difficile, specie perché di momenti ce ne sono stati veramente tanti, ognuno con la sua vivacità e con la sua particolarità. Dispiace solo che una serata del genere meritava sicuramente un teatro pieno, ma forse la pioggia e il timore di un’alluvione (viste la immagini in televisione) hanno fermato anche i più temerari. Certo è che i pochi eletti che quella sera si sono trovati al Teatro Lo Spazio avranno avuto la possibilità di vedere uno spettacolo che ricorderanno per un bel po’. Almeno fino alla prossima jam, dove vedranno tanti altri musicisti suonare solo e unicamente per la gioia di farlo!

Carlo Cammarella

Foto di Valentino Lulli

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La Moderna Testaccio presenta il “Testaccio Swing Friday”: inaugura la rassegna Giorgio Cùscito

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Testaccio si tinge di swing. Da venerdì 13 febbraio alle ore 21.30 negli spazi de “La Moderna Testaccio”, in Via Galvani 89,  il venerdì è dedicato alla musica ed in particolare alla musica più divertente ed interessante del momento: lo Swing, che dopo circa ottant’anni dalla sua nascita sembra più in forma che mai. Si parte venerdì 13 febbraio con la rassegna “Testaccio Swing Friday”un progetto musicale a cura del direttore artistico Piji, cantautore swing ed electroswing tra i vari protagonisti della rinascita culturale dello Swing a Roma, ma anche operatore culturale e già direttore artistico della rassegna TorBellaMusica al Teatro Tor Bella Monaca, conduttore radiofonico ed esperto musicale. La rassegna “Testaccio Swing Friday”  sarà un approdo sia per lo swing d’ascolto che per lo swing da ballo (nelle serate più dichiaratamente danzanti ci sarà un’area di parquet espressamente dedicata ai lindyhoppers), lo swing americano e lo swing italiano, lo swing classico e tutti i suoi derivati, dalla canzone swing al nuovissimo electroswing, in una formula che non esclude racconti, interviste live, chiacchierate e sorprese varie. L’inaugurazione sarà affidata all’Ambasciata dello Swing, il nuovo progetto “open” creato ad hoc per il “Testaccio Swing Friday” che vedrà “ l’Ambasciatore” Giorgio Cùscito portare sul palco gli “Stati Generali” dello swing romano in una serata corale con ospiti e momenti speciali. Per la prima serata di “Testaccio Swing Friday”, inoltre, l’A.I.R.E. (Associazione Italiana Radio d’Epoca) metterà in mostra una piccola esposizione di radio d’epoca e di chicche d’antan.

Il 20 febbraio invece sarà in scena la canzone swing, lo swing italiano per antonomasia: un omaggio a Renato Carosone con la scoppiettante band de I Carosoni. Il 27 febbraio sarà la volta di “Piji electroswing quintet”, a cui è stato chiesto di vestire i suoi più abituali panni del cantautore “electroswing” oltre a quelli di direttore artistico. Nel corso del concerto, nello schermo “cinema” de La Moderna sarà presentato il videoclip del nuovo singolo di Piji, “Cervello in fuga”, a cui l’intera serata è dedicata. Il primo ciclo di “Testaccio Swing Friday” si chiude il 6 marzo con lo charme di Miss Faro, che con i suoi Daddies metterà in scena uno spettacolo di swing americano inoltrandosi nel periodo storico in cui lo swing si trasformava in altri generi musicali. Tutte le serate saranno “dancers friendly”.

 

LA MODERNA TESTACCIO

presenta

“TESTACCIO SWING FRIDAY”

 

Il venerdì swing del cocktail club LA MODERNA

con la direzione artistica di “PIJI”

inaugura il 13 febbraio ore 21.30 con l’Ambasciata dello swing!

 

13 Febbraio

Inaugurazione “Testaccio Swing Friday”

AMBASCIATA DELLO SWING A ROMA DIRETTA DA GIORGIO CUSCITO

Giorgio Cuscito: sax tenore

Daniele Cordisco: chitarra

Federica Michisanti: contrabbasso

Giovanni Campanella: batteria

 

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Velotti D’Amato Quintet, A Clarinets Affaire – una recensione

Una copertina, un contenitore che nella sua compostezza ed essenzialità racchiude una seducente raccolta d’intramontabili brani del repertorio jazzistico americano. Linguaggio Swing e mood contemporaneo, questa la scelta e l’impronta che Luca Velotti(sassofonista di Paolo Conte dal 1992 e frequentatore assiduo di set prestigiosi con  Piovani, Morricone e Trovajoli) ha scelto di dare al suo ultimo disco “A clarinets Affair”. Chi lo accompagna è un altro fiato d’eccezione:Bepi D’amato (clarinettista solista dell’Italian Big Band) e lo straordinario trio diretto da Giorgio Cuscito (pianista e autore di “Archivio del jazz” per Radiotre) insieme a Guido Giacomini al contrabbasso e Alfredo Romeo alla batteria. Un quintetto di professionisti competenti dietro “A clarinets Affaire” prodotto dalla Nuccia Records e da noi assolutamente certificato come eccellente.

Tra le simpatiche note di copertina Velotti scrive : “Non ti deve piacere subito” ma in realtà ci è più che piaciuto, lo abbiamo trovato sensatamente di tendenza. Frutto di un lavoro d’ensemble che tira fuori seduttive note swing e bebop rispolverate in chiave moderna, il disco si presta a raffinate variazioni di gusto e di stile. Il cosiddetto Jazz Mainstream servito con rigorosa professionalità: un summit di brani che fa incontrare “Recado” di Djalma Ferreira ed il suo squisito sapore imbossanovato con il sofisticato “Just One Of Those Things” di Cole Porter, a seguire “Lazy River” del pianista H. Carmichael, conosciuto come il compositore della ben nota “Sturdust”. A chiudere la raccolta la bellissima “Sweet Georgia” composta dallo stesso Velotti.

Non potevamo aspettarci meno stile dal sassofono di Luca Velotti che, oltre al succitato Conte, ha lavorato e registrato in “Area newyorkese” con Pete Malinverni, Al Casey, Bob Wilber e Bill Crow. E non potevamo aspettarci meno carattere anche dal clarinetto “free” di un talentuoso jazzista autodidatta come Bepi D’Amato. Al trio di Cuscito lasciamo il tocco avanguardista e il suo bagaglio di apprezzabili collaborazioni anche in campo extra jazzistico con Fred Bongusto, Renzo Arbore, Gigi Proietti e Peter  Van Wood. Non crediamo di dover aggiungere altre parole a quello che vuole mostrarsi da sé un ottimo lavoro: pieno di Musica, Armonia e notevole tecnica esecutiva. La soddisfazione è garantita e come chioserebbe Luca Velotti: “Vuoi comprare l’ultima copia? Prendili tutti!”

Veronica Paniccia

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Roma – Tokyo di Red Pellini & Co – una recensione

Da Roma a Tokyo il sax baritono di Red Pelliniammalia e restituisce l’incanto del newyorkese Cotton Club, di quel jazz che si serviva e riveriva durante l’era del Proibizionismo, che sa di ambra e perle ed anche di gangster leggendariamente gentiluomini. Il suo ultimo lavoro “Roma – Tokyo”, che ha preso forma durante gli spostamenti frequenti del musicista tra i jazz club di Roma e quelli della Capitale nipponica, ci ha colpiti ed incuriositi. Fabiano Pellini, conosciuto nel jazz romano come “Red”, ha alle spalle una salda esperienza da direttore d’orchestra e arrangiatore. Si è diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia in clarinetto e, conclusi gli studi classici, ha deciso di dedicarsi al jazz da appassionato virtuoso di uno degli strumenti più complessi (e i cui cultori sono assai rari), il sax baritono.

Con il suo ultimo lavoro prodotto dalla Nuccia Records, Pellini ha riproposto indimenticabili standard come “It’s all Right” e “You do something to me”, nella parentesi Porter Medley e Moonlight Serenade di Miller, in cui la melodiosa voce di Aidy Manas si accompagna allo scuro e malinconico sax di Pellini, nonché all’ottimo tocco al pianoforte di Giorgio Cuscito, ineffabile collaborazione che si unisce a quella dell’alto eccellente pianista Adriano Urso. Ancora un medley ad incorniciare le tracce del disco, quello “simpaticamente” dedicato ad una Roma che ci piace immaginare notturna e più statunitense che mai: “Roma nun fa la stupida stasera” e “Arrivederci Roma”, in cui un Sound languido e delicato si unisce ad un vivace soffio Dixie.

Imprescindibile l’altro dei due brani vocali del disco: “Blow Again Francesco”, scritta dallo stesso Pellini e interpretata dalla seconda voce (non certo in ordine di qualità o importanza) di Sebastiano Forti. La batteria è lasciata ad Alfredo Romeo e alle sue bacchette rodate ed affinate da numerose collaborazioni, tra cui ricordiamo quelle con Lino Paturno e George Masso. Spazio ritmico con l’estro jazzistico di uno dei più richiesti e attivi contrabbassisti Guido Giacomini.

Un disco “Roma – Tokyo” che vi invitiamo ad ascoltare, frutto di un lavoro che non vuole essere incomprensibilmente di nicchia e pretenzioso, ma piuttosto musicale, e che potrebbe essere un buon ponte sonoro, nelle convenzioni del jazz classico, per un genere in sé complesso e troppo spesso assai rarefatto. Ciò che ci ha colpiti maggiormente, infatti, è quella semplicità che viene sostenuta da una sensibilità musicale eccellente e da una naturalezza molto vivace, che di certo non appesantiscono gli stili musicali che confluiscono in questo progetto. Insomma, un buon disco che abbiamo notevolmente apprezzato per la bravura degli interpreti e soprattutto per il piacere che ci ha suscitato nell’ascoltarlo.

Veronica Paniccia

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SPAZIO JAZZ: Giorgio Cùscito e Francesco Poeti duo

Prima del secondo appuntamento di SPAZIO JAZZ al Muzak che si terrà domani, domenica 27 gennaio eccovi il report fotografico del procedente concerto a cura di Valentino Lulli. Di scena Giorgio Cùscito e Francesco Poeti con ospite a sorpresa, Federica Michisanti. Vi aspettiamo domani con iNeòs Trio…..

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Giorgio Cùscito Swing Valley Band & Piji Electroswing Quintet alla Casa del Jazz

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Un incontro speciale quello del 13 maggio alla Casa del Jazz. Un incontro tra due artisti, un incontro tra due mondi. Mondi che s’intendono, che si ascoltano e che nascono dall’esigenza comune di “evadere” dalle brutture, ognuno nella propria epoca. Da un lato lo Swing, probabilmente il più importante stile della storia del jazz, il più amato e suonato, a partire dalla sua nascita, la Swing Era datata 1935-1945. Dall’altro l’Electroswing, recentissimo, che cominciamo ad intendere come genere specifico all’incirca dal 2009, conosciutissimo in paesi europei come Inghilterra, Francia ed in gran parte del Nord Europa, ma ancora quasi sconosciuto in Italia. Da un lato i meravigliosi suoni old style di sassofoni, trombe e contrabbassi dall’altro il miscuglio di questo bagaglio sonoro con la gamma infinita dei suoni dell’elettronica. La ritmica di bacchette e spazzole da una parte, quella del computer dall’altra. E, soprattutto, una radice comune: la sincope. Lo swing. Anche nei due termini.

Il 13 maggio questi due mondi dialogheranno per un’intera serata, con gli interpreti principali a Roma: la Swing Valley band diretta dal sassofonista, pianista, vibrafonista, arrangiatore e compositore Giorgio Cùscito, conosciuto e realmente insignito dalla comunità di ballerini swing del titolo di “Ambasciatore dello Swing” e il Piji Electroswing Quintet, guidato dal giovane cantautore più premiato d’Italia, da diversi anni alle prese con canzoni scritte in stile jazz, swing e soprattutto electroswing.

La Swing Valley Band propone da sempre una musica tutta da ballare e da ascoltare. Ricrea, come per incanto, le atmosfere dei famosi locali di Harlem negli anni '30: il Cotton Club, ma anche il Savoy e il Paramount, con un repertorio specifico per il ballo swing e per il lindy-hop, che oggi vivono una nuova divertentissima ondata. Un'occasione unica per poter ascoltare dal vivo la musica dei vecchi dischi a 78 giri di Duke Ellington, Jimmy Lunceford, Chick Webb, Count Basie, Louis Jordan, Cab Calloway in questa vera e propria "Harlem Renaissance"!

Il Piji Electroswing Quintet mescola all’interno dei brani inediti del cantautore romano, il jazz manouche, lo swing e l’elettronica. L’electroswing è un genere legato più che altro al mondo dei dj ed entra estremamente di rado nel mondo della canzone e dei cantautori, ma è proprio questo ciò che Piji e i suoi sodali fanno da qualche tempo: vivere nel terreno della canzone d’autore italiana, del pop/jazz, ma vestire ogni brano di elettronica e di swing, mantenendo al centro le canzoni dai testi ironici, impegnati o poetici e dalle melodie swing, con un approccio live che concede ampi spazi all’improvvisazione e alla teatralità.

Piji e Giorgio Cùscito hanno da poco collaborato per diversi eventi targati “Swing Circus”, tra cui gli ultimi due Capodanni del Comune di Roma ai Fori Imperiali e le ultime due Feste del Cinema di Roma. Hanno da poco portato in scena insieme al Teatro Villa Torlonia e alla Casa della Memoria e della Storia lo spettacolo teatral-musicale “Swing Libera Tutti” in occasione del settantesimo anniversario della liberazione.

Pur se lontani di circa 80 anni in senso temporale, i progetti di Piji e Cùscito sono vicini nell’intento di evasione (come da locandina) dalla “galera” della società e della brutta musica, proponendo freschezza, brio e divertimento, ma al contempo tanta ricerca e tanta ricchezza musicale negli arrangiamenti e nelle improvvisazioni.

Praticamente, da Sing Sing a “Sing Sing Sing”. Da Sing Sing a “Swing & Electroswing”.

 

SWING & ELECTROSWING

GIORGIO CÙSCITO Swing Valley Band & PIJI Electroswing Quintet

Casa del Jazz, 13 maggio 2015, ore 21.00

Viale di Porta Ardeatina, 55, 00154 Roma
06 704731

 

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