Jazz Agenda

Laura Lala – Sade Mangiaracina: Pure Songs – una recensione

Il Fender Rodhes di Salvatore Bonafede che ammorbidisce e pettina l’orecchio già dal primo pezzo “In The Night” segna l’ingresso nel patois sonoro languido e sostenuto di “Pure Songs” diLaura Lala eSade Mangiaracinaper l’etichetta indipendente Saint Louis. Disco sorto dalla collaborazione simposiale di due donne, unite ad intenti e tocchi diversi: da quello di Diego Tarantino al basso e contrabbasso, a quello di Claudio Mastraccialla batteria, in comunione con due splendidi sax, il tenore di Piero delle Monache e il soprano diMarco Spedaliere. La “Musica è filosoficamente inconoscibile” sostiene Salvatore Bonafede. E’ vero, filosoficamente si ragiona, ma la Musicalità di questo disco è tutta chiusa nella freschezza e nella spontaneità dei pezzi. Ascoltarlo vuol dire abbandonarsi ad un jazz che si macchia di soul e di cultura popolare siciliana. Un disco ”meticcio” e gustoso.

Laura Lala alla voce è brillante. In “Make us one” la voce fronteggia il registro del sax in maniera sublime. Sade Mangiaracina scorre sul piano con leggerezza e sostegno, ricorda il tocco di Rachel Ferrell, passando incide. Un lavoro che profuma molto di intuizioni femminili. La batteria di Mastracci, che non valica mai il limite dell’equilibrio armonico, lieve e rigorosa sa amalgamarsi alla melodia della voce e sa lasciarle spazio. Diego Tarantino al basso in “The Right Key” sa stargli dietro in un dialogo serrato. I sax di Marco Spedaliere e Piero delle Monache, fraseggiano declinando un registro tipico dei delicati standard imbossanovati alla Getz e dei corposi slanci alla Mulligan. Delle Monache è tondo e corposo.

Interessante l’incontro di tradizione musicale popolare siciliana, jazz classico e tecnica scat che, tra l’altro, richiede una capacità d’improvvisazione non indifferente. Due donne, due bambine (ci permettiamo di apostrofarle per la purezza delle loro intenzioni) da ascoltare nella prospettiva di una passione per la Musica, coltivate con senno e con un “senso” ritmico particolare. Queste ragazze hanno Stile, i loro pezzi sono concepiti nel segno dell’originalità e dell’introspezione: storie d’amore, storie di vita, storie che sanno di mare e di maliconica luna. Consigliamo l’acquisto di questo disco, che si mantiene nella convenzione del genere e si fregia di tocchi virtuosistici senza esagerazioni. Una composizione musicale da “degustare” in un sorso e da assaporare nel ritmo e nelle pause del suo tempo. Siamo curiosi di seguirle in un live per rivisitare il calore che sprigiona dalla voce di Laura in pezzi come “S’iddu moru” con testo ricomposto e tratto da Cavalleria Rusticana di Mascagni. Alla Sicilia e alla Musica dedichiamo questa recensione e lasciamo il passo alle note di Pure Songs e alla sua intrinseca saudade.

Veronica Paniccia

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