Benvenuti in “Contrada Casiello” – una recensione
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“Contrada Casiello” è l’incontro/scontro (così definito) trafolklore musicale italiano, ritmi e colori sudamericani, qualche malinconia da chansonnier e antiche passioni per il blues e il jazz. All’interno del disco si muove di brano in brano un particolare melting pot che abbraccia la realtà di provincia, completa del corollario di personaggi “tipici” ed accadimenti paradossali dal colore (o dal candore) popolare, con quella urbana e multiculturale della capitale. Tutti aspetti fortemente caratterizzanti l’autore, Gerardo Casiello, nato a San Giorgio del Sannio, dove a otto anni comincia a studiare pianoforte classico e chitarra. È da qui che comincia il suo percorso musicale, esibendosi con varie formazioni locali. Sin da piccolo si interessa ad ogni genere di musica: dal pop dei Beatles al progressive rock, dal blues al jazz, e non da ultimo alla canzone d’autore italiana: da Modugno a Paolo Conte, da De Andrè a Carosone, da Buscaglione fino a Rino Gaetano. Molti di questi artisti hanno inciso sulla sua maturazione artistica. Nel 1996 si trasferisce a Roma per studiare alla Facoltà di Lettere dell’Università La Sapienza, stabilendo un saldo rapporto di collaborazione musicale con il suo relatore, Francesco Giannattasio, docente di Etnomusicologia e, negli anni Settanta, musicista e membro fondatore de “Il Canzoniere del Lazio”.
Giannattasio segue da vicino la produzione musicale di Gerardo, che dal 2003 propone con successo le proprie canzoni nei locali del centro e sud dell’Italia con un gruppo e un progetto denominati “Contrada Casiello”, diventando il produttore del disco “Contrada Casiello”, uscito nel mese di ottobre del 2009 (finalista del Premio Tenco 2010 nella sezione “Opera Prima”). Gerardo è accompagnato dalla sua band composta da Antonio Ragosta alle chitarre, Emiliano Pallotti alla fisarmonica, Stefano Napoli al contrabbasso e Pasquale Angelini alla batteria. Il disco vive in bilico tra fantasia e ricordo, permeato da una poesia “caposselliana” meno malinconica, più incline alla ricerca del sorriso. È semplice il modo in cui Casiello racchiude tutto il suo mondo in una contrada, in cui nessuno manca all’appello; il presidente, il poeta pazzo, l’innamorato…e le donne! Un fermo immagine che rievoca pezzi di vita a chi è vissuto in provincia, e un modo vivido di farla sperimentare a chi non conosce il gusto retrò eppure ancora attuale di “far balli ravvicinati di decimo tipo, tutti in pista acconciati con le donne appese al dito”.
Serena Marincolo