Jazz Agenda

Live Report: Free Ambient Trio al Manhattan

Domenica, 3 aprile 2011. Roma. Si apre il sipario del Teatro Manhattan. Sul palco, ancora una volta protagonista è il Free Ambient Trio. Leonardo De Rose al contrabbasso, Piertomas Dell’Erba al sassofono tenore e Simone Porcelli ai sintetizzatori presentano Live in Manhattan, Live in Rome, l’ambizioso progetto di concezione ambient jazz registrato lo scorso 12 dicembre, sempre al Manhattan di Roma. La difficoltà di riconoscere i singoli brani di un album nato dall’eclettismo e dalla sinergia improvvisatrice di tre musicisti profondamente diversi per temperamento e percorso artistico esiste, e non è il caso di farne mistero. Tutto è dichiarato, quasi confessato, nella scelta indovinatissima di partecipare l’ascolto col pubblico. Ed è Dell’Erba a rompere il ghiaccio, a interrompere la recita e a guidare, con tono disinvolto, arguto e ironico, quell’ascolto che si riscopre, appena un attimo dopo, consapevole e piacevolmente nuovo.

foto di Laura Belli

Tre personalità, tre universi molto diversi: ordinato e misuratamente eccentrico quello di De Rose, magnetico e vulcanicamente geniale quello di Dell’Erba, pacificante e parsimonioso quando sorprendentemente spinto quello di Porcelli. Tre anime differenti che si incontrano nel Free Ambient Trio, si inseguono, si sovrappongono, si contrastano, per raccontare, ogni volta e in maniera diversa, quel: «Cosmo fatto di interazioni», percezioni e descrizioni, confida Dell’Erba, «quella strada senza rete dove non c’è altra salvezza di arrivare a meta che nell’ascolto reciproco». Una narrazione di immagini sonore: «dove non si sa dove si va, ma dove si sa che si può andare dove si vuole, con l’obiettivo di non ripetersi, e lasciare tutto all’interazione del momento», svela De Rose. “Intentional-improvisation”, definirei la deliziosa aporia suggerita dal Trio: un’improvvisazione che colma e farcisce di dettagli esclusivi e cangianti i suggestivi titoli proposti da Dell’Erba, stimolanti e puntuali note a margine di un ascolto che funziona come un’istantanea.

Si parte con Psicodramma: suoni che portano lontano, contrastandosi in un continuo gioco di luci e specchi. Molto ricercati gli effetti. Quindi, è la volta di Le tragicomiche vicende dell’orgoglio, un racconto irriverente che emerge subito per il suo carattere dinamico, imposto dal contrabbasso ritmico di De Rose e dai ricchi synth di Porcelli, acquosi. L’elettronica la fa da padrona, mentre i suoni acustici del sax e del contrabbasso trasmutano, dalle vesti intonate a quelle ritmiche e onomatopeiche, creando situazioni percettive complesse e ipnotiche. Isterico e dolce il pensiero di Dell’Erba, per nulla imbarazzato nelle sue divagazioni free dal contrabbasso riflessivo di De Rose. Tutto è, in due parole, straordinariamente coerente. Cambia il passo. World in Manhattan, World in Rome scimmiotta il titolo dell’album. Bello il swing, gustoso e ricercato. Un pezzo corale che conquista. Lo spazio tra acustica ed elettronica quasi scompare. Sublime irrompe d’improvviso, tagliando il silenzio. Mistici i synth di Porcelli. Quasi commovente il contrabbasso di De Rose che riesce a sorprenderti quando, a un certo punto, rivolta lo strumento per regalare al brano, in un momento percussivamente intenso, pulsante, tutto il protagonismo del tempo. Piacevoli le suggestioni world music. With all my soul, già traccia dell’album MacroMicrocosmi (2010) a firma Dell’Erba-Porcelli, è riproposta in una nuova forma. Il tema è lo stesso, ma si coglie appena, tanta è la ricchezza creativa dei synth. Nuove e accattivanti le proposte di dialogo: da una parte le sapienti imbastiture del contrabbasso, dall’altra i fili luminosi, ora distesi ora arruffati di un sax mai così lirico.

A impreziosire la performance, la presenza eccezionale dell’artista visivo Andrea Costingo e dei suoi Puppets che compaiono nel videoclip ufficiale di presentazione dell’album. Geniale.

Eliana Augusti

foto di Eliana Augusti e Laura Belli

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Free Ambient Trio: Live in Manhattan, live in Rome – una recensione

«Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l’argento vivo». Bukowski. Non ci sono parole che potrebbero adattarsi meglio a descriverlo, non l’avrebbe potuto proporre meglio il Free AmbientTrio: il racconto perfetto di un’onda che riempie instancabilmente vuoti e crea, ogni volta in modo diversamente interessante, nuovi spazi emozionali. Ecco cosa viene fuori dall’ascolto del primo lavoro del Trio romano. Live in Manhattan, Live in Rome è l’efficace narrazione di immagini sonore che prendono forma dalla sinergia improvvisatrice del double-bass di Leonardo De Rose, dei synth di Simone Porcelli e del sax diPiertomas Dell’Erba. Roma, 12 dicembre 2010: i tre musicisti s’incontrano e incontrano il pubblico al Teatro Manhattan di Roma. Va in scena un progetto sperimentale molto ambizioso, che rompe le consuetudini convenzionali dell’ascolto e s’impone con una freschezza piacevolmente inaspettata, anche alle orecchie di chi non sa d’essere un appassionato del genere. Live in Manhattan, Live in Rome arriva direttamente, è ficcante, intenso, è il prodotto naturale di un’intesa perfetta. “Intentional-improvisation” definirei la deliziosa aporia suggerita dal Trio: un’improvvisazione che colma e farcisce di dettagli i suggestivi cinque titoli proposti da Dell’Erba. Stimolanti e puntuali note a margine dell’ascolto, quasi istantanee. Interstizi emozionali da riempire con cura. E così, se «amara [è] una corsa che si freni per timore che qualcosa possa costringerci a dover scegliere una meta» (Dell’Erba), dolce è la meta scelta e raggiunta, senza timori, senza freni, dal percorso emozionale creato dai tre artisti romani. Cinque le proposte, cinque le indicazioni d’ascolto: Psicodramma, World in Manhattan, World in Rome,With all my soul, Sublime, Le tragicomiche vicende dell’Orgoglio.

Psicodramma è intenso, penetrante, con un contrabbasso-solo dal lirismo invadente. Straziante e doloroso il sax, nel panico ostinato delle sue distonie. World in Manhattan, World in Romedescrive atmosfere boreali. Gradualmente si delineano i campi, quasi bucolico il primo grazie ai flutes synth di Porcelli. Il contrabbasso percussivo di De Rose scandisce il tempo, detta l’inizio di un mondo nuovo, di una nuova narrazione. Si viaggia per contrasti. È un continuo aggiungersi di elementi descrittivi. Il sax di Dell’Erba è ordinante, razionale. Cambia il movimento. Gli spazi rimangono sullo sfondo, in un rincorrersi affannato del tempo. Compare la città in movimento. È Roma, è Manhattan. Off. Ritorna la calma. With all my soul (MacroMicrocosmi, 6, jazzVv 2009) ritorna a nuova forma, in questa interpretazione estemporanea del Trio. Il tema è lo stesso, ma si coglie appena, tanta è la ricchezza creativa dei synth. Nuovi e accattivanti le proposte del dialogo: da una parte le interessanti imbastiture del contrabbasso, dall’altra i fili luminosi, ora distesi, ora arruffati, del sax. La trama, ancora una volta, è ricca. Sublime si percepisce come il brano più prezioso dell’album. Non a caso “sublime”, da gustare ad occhi chiusi. Sospensioni quasi magiche, oniriche. Vivo il sax di Dell’Erba. Le tragicomiche vicende dell’Orgoglio è d’impatto. Si presenta così, senza troppe allusioni, a passo deciso, netto, scandito dal contrabbasso di De Rose. Intenso e divertente, tragicomico, appunto. Geniale. Belle le divagazioni inaspettate di Porcelli. Nota: molto bello il Videoclip ufficiale del Trio. Accattivanti i disegni e le animazioni dell’artista Andrea Costingo che firma, tra l’altro, assieme a Piertomas Dell’Erba, il booklet dell’album.

Eliana Augusti

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