Jazz Agenda

Nasrni Black Festival: Enzo Pietropaoli presenta “Yatra vol. 2″

Giovedì 29 agosto nuovo appuntamento con il Narni Black Festival sempre all’Auditorium S. Domenico con Enzo Pietropaoli ed il suo quartetto che presenterà il suo nuovo cd “Yatra vol. 2” realizzato con Jando Music e Via Veneto. A circa due anni di distanza dalla pubblicazione di “Yatra”, il cd di esordio di Enzo Pietropaoli in veste di esce, dunque, “Yatra vol. 2”. Basta il titolo per capire quanto forte sia la volontà di dare continuità ad una avventura musicale iniziata in forma di ”viaggio”, ed infatti “Yatra vol. 2” va considerato come la seconda tappa di un percorso che, per volontà di Pietropaoli, sarà portato avanti con passione anche in futuro, vista anche l’ottima accoglienza di pubblico e critica. Yatra è stato, infatti, decretato dai lettori di JazzIt come il miglior album del 2011, mentre Enzo Pietropaoli è stato il miglior bassista del 2011 per Musica Jazz e Fulvio Sigurtà, tromba del quartetto, miglior giovane talento sempre per Musica Jazz. “Il consenso di critica e di pubblico tributato a “Yatra” mi ha, in un primo momento, messo di fronte ad un insolito senso di responsabilità, da una parte la paura di ripetermi, dall’altra quella di cambiare rotta e deludere chi ha tanto amato il precedente lavoro, avrei volentieri ricominciato da tre – afferma Pietropaoli parafrasando Massimo Troisi – “Alla fine ho scelto la via più spontanea e semplice, quella del “non scegliere” quella di seguire il suono del cuore…”. All’insegna del detto “squadra vincente non si cambia” abbiamo Fulvio Sigurtà alla tromba, Julian Mazzariello al pianoforte e Alessandro Paternesi alla batteria, sempre più “famiglia”, poi ci sono le due labels, “JandoMusic” e “Via Veneto Jazz”, e poi dallo studio di registrazione, agli ingegneri del suono di registrazione e mix, alla veste grafica e fotografica, si è mantenuto uno stile che vuole diventare sempre più riconoscibile.

Così come nel precedente lavoro, Pietropaoli ha concepito “Yatra vol. 2” pensando ad un ascolto “da cd” e dunque diverso da quello della dimensione “live” del quartetto dove le dinamiche, la durata degli assoli, e il fattore “imprevisto” vengono abitualmente enfatizzati, a volte estremizzati, questo per potere dare, a esecutori e fruitori, la possibilità di indagare questi due diversi aspetti della musica. Anche la tracklist, cinque composizioni originali di Pietropaoli e cinque brani attinti dalle diverse musiche del mondo, ricalcano la scelta del precedente lavoro, rispecchiando la duttilità e la curiosità del leader verso forme musicali più disparate. Duttilità ma estrema coerenza, nel linguaggio, nella ricerca di quella coesione stilistica che Pietropaoli persegue con grande volontà e non senza ostacoli.

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Da Sideman a Leader: Enzo Pietropaoli si racconta

Con alle spalle una lunga carriera che lo ha visto suonare con alcuni dei più grandi artisti del panorama jazzistico internazionale, Enzo Pietropaoli è sicuramente uno dei musicisti più attivi ed originali della nostra scena. Il suo ultimo lavoro discografico, Yatra, lo vede per la prima volta, dopo tante esperienze da sideman, a capo di una formazione completata da Fulvio Sigurtà, Julian Mazzariello e Alessandro Paternesi. Enzo Pietropaoli, sempre alla ricerca di nuovi stimoli, ci ha raccontato questa esperienza caratterizzata dall’incontro fra due diverse generazioni che condividono con passione il linguaggio universale della musica.

Enzo,  grazie alla nascita di questo disco, Yatra, abbiamo avuto finalmente il piacere di vederti come leader di una formazione. Per prima cosa ci vuoi raccontare quest’esperienza?

Affrontare l’ esperienza di band leader è  un passaggio inevitabile per me, come per molti musicisti della mia generazione, arriva il momento in cui c’è bisogno di nuovi stimoli e il rapporto con i giovani è molto costruttivo perché consiste in uno scambio stimolante per entrambi, da una parte l’esperienza  e una lunga storia da condividere, dall’altra entusiasmo, freschezza e disponibilità. Questo non vuole dire che non ho più voglia di continuare a fare musica con i miei compagni di viaggio dei  lontani esordi, tutt’altro.

Sappiamo che questo progetto discografico è nato dopo una serie di concerti in India. Ci vuoi raccontare la sua genesi e soprattutto questo viaggio che ti ha portato a suonare in un luogo così lontano?

Avevo in mente da tempo di formare un nuovo gruppo ma avevo bisogno di una scadenza precisa, concreta, e quando mi è stato chiesto di portare un mio progetto in India, per due concerti a New Delhi, ho preso la palla al balzo e ho chiamato Fulvio Sigurtà, Julian Mazzariello e Alessandro Paternesi, sapevo del valore individuale di questi musicisti ma avevo bisogno di verificare la coesione umana e musicale del gruppo e questo viaggio mi ha regalato solo conferme positive.

Quindi, la parola Yatra rappresenta forse appieno la filosofia di questo disco?

Sicuramente la mia musica, muovendosi da sempre in territori diversi da quelli canonici del jazz, è ben rappresentata dal concetto di viaggio, ma più che una filosofia nel senso artistico il viaggio è per me rappresentativo del fatto che questa non è una esperienza passeggera ma, appunto, l’inizio di un lungo nuovo percorso, sia individuale che  alla testa di questo bellissimo gruppo.

Potremmo, allora, definire Yatra un disco in cui confluiscono esperienze di musica e di vita?

Ogni volta che suono anche una singola nota io racconto la mia vita, di uomo e di musicista, questo è inevitabile e credo che valga per chiunque cerchi di esprimere emozioni attraverso la musica.

 

Quindi, dopo 35 anni di musica passati suonando con alcuni dei più grandi nomi del panorama jazzistico internazionale a che punto della tua carriera ti senti giunto?

Mi sento approdato a una seconda giovinezza, ho ricostruito un rapporto meraviglioso con la musica e con il mio strumento , sono circondato da collaboratori preziosi, una nuova produzione, Jandomusic (Giandomenico Ciaramella), che si è affiancata alla VVJ sul versante discografico, un nuovo management, ASK (Andrea Scaccia), e un ottimo ufficio stampa (Maurizio Quattrini).  Interiormente è uno dei momenti più positivi della mia carriera, è strano perché questo accade in una fase di grande crisi della cultura e dunque del lavoro del musicista, ma sono fiducioso nel futuro, anche se non è facile . . .

Sappiamo che hai da poco cominciato una collaborazione con Adriano Viterbini, chitarra e voce dei Bud Spencer Blues Explosion, che culminerà in un concerto a dicembre presso l’Auditorium. Ci vuoi parlare di questo in contro fra musicisti di diversa generazione? 

La differenza più che generazionale  è stilistica, ma questo è solo apparente, ho iniziato suonando rock e blues e ho sempre coltivato questa passione, con Adriano c’è un bellissimo equilibrio e riusciamo a fare musica in maniera originale stimolandoci senza rinunciare alle nostre identità, è un duo  acustico, sanguigno ed elegante allo stesso tempo, si chiama “Streetmates” perché è nato quasi per gioco da una vicinanza di quartiere.  Il 9 dicembre debuttiamo a Roma all’Auditorium.

Avremo, allora, il piacere di vederti come leader di altre formazioni?

Sicuramente si e spero di continuare a collaborare anche con vecchi e nuovi amici, mi piace ancora fare il “sideman”, sono solo diventato molto più selettivo.

Grazie mille e complimenti per questo bellissimo disco.

Grazie a te e un abbraccio a tutti i lettori.

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Enzo Pietropaoli Quartet – Yatra – una recensione

Se ci fermiamo a riflettere per qualche istante e pensiamo a tutte quelle persone che amano cimentarsi con uno strumento, possiamo facilmente concludere che molte di esse sapranno suonare molto bene. Tuttavia, dopo averci pensato ancora un po’, arriveremmo sicuramente alla conclusione che non tutte hanno la capacità di ricreare attraverso ciò che suonano luoghi, scenari e atmosfere come se al posto del loro strumento avessero un pennello. E’ la prima riflessione che ci è venuta in mente dopo aver ascoltatoYatra, un cd prodotto da Jando Music e Via Veneto Jazz che porta la firma di Enzo Pietropaoli, musicista dalla carriera pluridecennale che in questo lavoro, dopo anni di esperienza nella musica, esordisce come leader di un quartetto. Insieme a lui Fulvio Sigurtà alla tromba, Julian Mazzariello al piano e Alessandro Paternesi alla batteria.

Ma fermiamoci per un secondo sul titolo di questo lavoro. Yatra, nel linguaggio urdu hindustani, significa per l’appunto viaggio ed è sicuramente la fonte ispiratrice di un lavoro registrato in Italia dopo una serie di concerti che hanno avuto luogo proprio in India. Un disco in cui è presente tutta la sensibilità di un musicista esperto che riesce a infondere originalità e delicatezza allo stesso tempo. In Yatra tutto diventa semplice, le melodie non vengono appesantite e si respira un’atmosfera di  piacevole sintonia fra tutti i musicisti che vi prendono parte. I brani che compongono questo Cd (tra cui vi segnaliamo Il mare di fronte, Smooth and Blue, Il cuore e l’azzurro) più che delle composizioni musicali sembrano degli affreschi disegnati da un abile pittore che muove il suo pennello sulla tela forse per riportare proprio le sue esperienze di viaggio.

E visto che tutto è cominciato da alcuni concerti in India, non ci sembra un caso che il filo conduttore di questo progetto, così leggero ma anche così incisivo, sia proprio il viaggio, inteso come mentale, fisico, e perché no anche sonoro. Fra tutti i musicisti spicca sicuramente Fulvio Sicurtà che, senza togliere nulla agli altri, attraverso la sua tromba arricchisce la tela del pittore con colori frizzanti e con un timbro forte, deciso, leggero. Bellissima anche la riproposizione del brano di Camille “Por Que l’Amour me quitte” in cui Pietropaoli raccoglie l’archetto e si sostituisce alla voce della cantante francese, e quella di  Tum Ko Dheka, del musicista indiano Jagjit Singh, che date le origini del disco, arricchisce ancor di più un lavoro comunque organico e di pregevole fattura. E cosa possiamo dire di più se non che è stato veramente un piacere ascoltare un disco che finalmente porta la firma di Enzo Pietropaoli. E che disco!

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