SPQR in concerto al 28divino jazz club
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ore 22.30
SPQR
Marco Colonna : sax baritono
Eugenio Colombo : sax alto
Pasquale Innarella : sax tenore
Ettore Fioravanti : batteria
Domenica scorsa, nell’ambito della rassegna Spazio Jazz, si è tenuto il concerto di Ettore Fioravantial teatro Lo Spazio. Vi presentiamo, pertanto, il reportage della serata a cura del nostro fotografo Valentino o Lulli. Inoltre cogliamo l’occasione per annunciare ai nostri lettori che Spazio Jazz continuerà nei mesi di marzo e aprile sempre al teatro lo Spazio ma anche al Beba Do Samba. Una rassegna itinerante che comincerà il primo aprile, partendo proprio dal teatro, con il quartetto di Caterina Palazzi. A breve vi daremo tutte le informazioni necessarie per questa serie di eventi targataJazz Agenda, Muzak Off e Beba Do Samba.
Può il linguaggio del Jazz fondersi con la musica pop, con quella d’autore e magari anche con le sonorità psichedeliche? Che ci crediate o no, la risposta è si. E la dimostrazione tangibile di quanto abbiamo appena detto la troviamo nel quartetto di Ettore Fioravanti (Ettore Fioravanti 4et), composto dall’omonimo batterista, da Francesco Allulli al sax, da Marco Bonini alla chitarra e da Francesco Ponticelli al contrabbasso. L’occasione di poter ascoltare questa formazione che ama mescolare queste sonorità ci si è presentata venerdì scorso al 28divino jazz club e, visti anche i precedenti, non ce la siamo lasciata sfuggire.
Quindi, torniamo per un momento alla domanda iniziale ed entriamo nel dettaglio. Come fa questo quartetto a far confluire musiche così eterogenee in un unico discorso? Cominciamo col dire che per fare una cosa del genere, ci vuole un gruppo ben consolidato e uno studio quasi maniacale degli interventi strumentali, senza il quale quei silenzi e quelle pause non avrebbero lo stesso effetto. Diciamo, poi, che la voglia di sperimentare ce la devi avere un po’ nel sangue, nel senso che devi essere aperto a confrontarti con stili diversi, e per finire devi essere anche capace di farli confluire in un discorso che abbia un filo logico. E queste caratteristiche il quartetto le possiede proprio tutte quante, insieme ad una buona dose d’ironia che sul palco non guasta proprio per niente.
E veniamo alla serata di venerdì. Il concerto comincia con le note della chitarra di Marco Bonini, un inizio quasi in sordina, con una musica distesa e rilassata, seguito dagli altri componenti che entrano quasi in punta di piedi, senza che ci sia qualcuno che prevalga e creando un’atmosfera adatta all’apertura di un sipario. Proprio come Un’aria di Vetro, titolo di questo primo brano. Poi, quasi a spiazzarti, il basso comincia con un ritmo sincopato che si incastra perfettamente con il tempo della batteria, una musica concitata, molto differente da quella precedente, ma, come vi avevamo accennato in precedenza, è proprio questa la caratteristica del quartetto, quella di non dare punti di riferimento. E quindi, stando a questa filosofia, la musica prosegue, ti prende sempre di più e arriva anche il gioiellino di questo primo set.
Poco prima della pausa, infatti, il gruppo presenta una versione del tutto personale di A walk on the Wild Side, il capolavoro di Lou Red, che ovviamente viene arrangiato in chiave jazz. E questa volta la musica d’insieme, con gli interventi suonati al punto giusto, sostituisce le parole del cantautore americano, fondendosi con la musica pop e allargandosi anche all’improvvisazione. La seconda parte del concerto, invece, è senza dubbio quella più sperimentale, quella in cui vengono toccate le sonorità più particolari che ci fanno capire la vera anima del quartetto. Il brano che ci ha colpito di più, infatti, si chiama Strategia della Tensione. Immaginate una chitarra distorta incastrata perfettamente con il timbro di un sassofono che ci ricorda le sirene della polizia o se preferite un disco volante che sta per atterrare sul pianeta terra. Immaginate tutto questo, che naturalmente viene accompagnato da un ritmo incalzante e deciso, e ottenete la strategia della tensione secondo l’Ettore Fioravanti 4et, una musica che certamente non si allontana dal jazz e che, allo stesso tempo, abbraccia le sonorità più sporche della musica psichedelica. Ed il risultato di questa serata è qualcosa di atipico, di sublime, una sperimentazione che va anche verso il pop e che, grazie all’alchimia dei componenti del quartetto, acquista un’identità ben definita.
Carlo Cammarella
Domenica 15 febbraio tornano in concerto a Roma i “Traditori”: l’Ettore Fioravanti 4tet, guidato dal noto batterista romano e composto dal sassofonista Marcello Allulli, il chitarrista Francesco Poeti e il bassista Francesco Ponticelli. In occasione della rassegna “Musica&Musica 2015″ organizzata dalla Scuola di Musica Popolare di Testaccio presso la Sala Concerti dell’Ex Mattatoio (in piazza Giustiniani 4a), Fioravanti presenterà il nuovo album dal titolo, per l’appunto, “Traditori” uscito lo scorso ottobre con l’etichetta Alfa Music. Tra i dieci brani del disco, sette composizioni originali firmate dai componenti del quartetto e tre “cover”: “Perfect day” di Lou Reed, “I want you” dei Beatles e “Bemsha swing” di Thelonious Monk. Fioravanti spiega il significato del tradimento che ha voluto esprimere con questo nuovo lavoro: “Noi musicisti siamo traditori per vocazione, abbiamo in testa certe musiche (nel caso di questo disco certamente il jazz ma anche i Beatles, il Medioevo, le canzoni popolari, le danze, le donne, gli amori, le notti, ecc.) ma poi le travisiamo, siamo naturalmente portati a sporcare l’originale con la macchia del nostro vagheggiare ricercante.
Se questo è un tradimento, è anche automaticamente (e dolorosamente) un’onta, ma poi ci accorgiamo che è insieme positività e paradossale rispetto della tradizione, proprio perché viene tradita. Alla fine noi tradiamo noi stessi, ed è una spirale infinita che ci rende vitali.”
Jazzagenda incontra Ettore Fioravanti, batterista cardine del jazz italiano, che dallo scorso autunno è in tour con il suo quartetto (formato con Marcello Allulli, Francesco Poeti e Francesco Ponticelli) per presentare il nuovo album “Traditori” (Alfa Music).
Il titolo del disco è “Traditori”. Cosa rappresenta il tradimento in questo disco?
“Rappresenta la volontà di rigenerare la musica che amo, mettendone in discussione le regole e mischiandola con altre radici: è insieme un atto di amore e di tradimento, perchè, come si spiega nelle note di copertina, le parole “tradizione” e “tradimento” hanno la stessa origine, quindi la vera tradizione presuppone una messa in discussione delle sue stesse fondamenta affinché il suo dna sia tramandato. Nel mio piccolo provo a farlo cercando altre fonti musicali extra jazzistiche: la canzone, il rock, la classica, la popolare.”
Confermi la formazione in quartetto dopo il primo album. Come descrivi il percorso compiuto insieme ai musicisti che lo compongono?
“Ineludibile: sono gli uomini a fare la musica, quindi la scelta oculata dei musicisti e la loro durata nel tempo significano un aumento esponenziale di sinergia, una condivisione di vedute musicali che supera le differenze naturali di obiettivi, una ricerca di suono che rappresenta la prima firma di un gruppo. Io credo nel gruppo (in questo caso il mio 4etto con Marcello Allulli al sax, Francesco Poeti alla chitarra e Francesco Ponticelli al basso), contro ogni forma di singolarismo che oggi circola stabilmente nel mondo musicale, un po’ come si fa nel mondo del rock dove la band vince sul personaggio, quasi sempre.”
Da quanto tempo lavoravi ai brani dell’album?
“Sinceramente non è questo il mio modo attuale di lavorare: se scrivo pezzi nuovi non lo faccio in funzione di una registrazione, voglio verificare se si adattano all’estetica del gruppo e sono pronto a ritirarli se non calzano bene sui musicisti del quartetto. Tanto più che sono tutti ottimi compositori e questo si ritrova nel disco che presenta brani di ognuno dei quattro. Come sempre si tratta di cercare un equilibrio fra congruità degli elementi compositivi e libertà di intervento personale da parte di tutti i suonatori: si compra un vestito che pensi e speri piaccia, poi lo si indossa fino a quando non si adatta completamente al corpo, a quel punto farai fatica a metterlo da parte anche quando sarà un po’ malandato.”
Sentiamo molto presenti tutte le influenze che hai ricevuto al di fuori dell’ambito jazz…
“Sta lì il “tradimento”, nel non voler più nascondere che le mie radici pescano frequentemente in territori non propriamente jazzistici, anche se il jazzjazz, quello afroamericano degli anni 50/60, nel mio albero genealogico è un ramo forte, destinatario di grande passione. Ma tornando alle radici spurie, se mi guardo allo specchio vedo le canzoni (intese come rapporto testo/musica), la musica classica (anni di Conservatorio significano pure qualcosa), le suggestioni della musica popolare e soprattutto il rock progressive, quello che si è sviluppato nei primi anni ’70 e che io ascoltavo su vinile e live: King Crimson, Jethro Tull, Gentle Giant, PFM. Di quella musica oggi mi rimane il piacere di scrivere e suonare brani con strutture articolate, spesso con più temi o tempi, e una ricerca di equilibrio fra composizione e improvvisazione, tanto da non dare talvolta a quest’ultima un ruolo predominante sulla prima. Altro “tradimento” jazzistico, a ben vedere.......”
Nella tracklist, oltre ai tuoi brani, vi sono anche pezzi firmati dai componenti del quartetto e alcune cover.
“Come dicevo sopra il lavoro di composizione è benvenuto da qualsivoglia parte giunga, è molto più importante l’elaborazione che se ne fa a livello di gruppo: spesso i pezzi vengono stravolti, smembrati, praticamente riscritti, e così prendono di più le fattezze del quartetto inteso come entità a se stante derivante da sovrapposizione, melange, frizione fra 4 personalità distinte e diverse. Anche le cover entrano in questo laborioso frullatore: ne ho presentate tante nel tempo, alcure veramente inverosimili, abbiamo valutato la loro “appartenenza alla razza” cioè all’identità del gruppo e quelle che hanno superato l’esame sono parte stabile dei nostri concerti: in particolare le canzoni di Lou Reed, non proprio un puro jazzman, ma ricche di cellule interessanti per l’elaborazione jazzistica, sia per l’arrangiamento che per l’improvvisazione. Stiamo facendo qualcosa di simile anche con Bob Dylan.”
Oltre ad avere da sempre una intensa attività live, sei molto impegnato nell’ambito della didattica. Cosa apporta questa esperienza nella tua musica?
“Intanto c’è un rapporto continuo con i giovani che per me significa un confronto fra le mie inevitabili sicurezze sclerotizzate (questo si fa, questo no) e la freschezza di chi se ne frega, talvolta per ignoranza ma più spesso per rifiuto dei dogmi. Insegnando quindi dogmi mi trovo a rigettarli prima io dei miei studenti, col rischio di comunicar loro insicurezza ma con la franchezza ingenua dell’artista che sopravanza il parrucconismo del vecchio docente. E così facendo imparo più io da loro che loro da me. Furbacchione, eh? Nella mia musica, suonata peraltro spesso con musicisti giovani, vado a cercare questa messa in discussione dei dogmi, soprattutto in fase improvvisativa: e se non sempre mi riesce ciò è almeno testimone di uno sforzo continuo a non ripetersi.”
Qual è la tua percezione della nuova generazione jazz italiana?
"Oggi girano nel nostro paese fior di musicisti 20/30enni, con una preparazione media più alta di quella della mia generazione a quell’età e la qualità che gli italiani riescono a mettere, nel bene o nel male, dentro ogni forma d’arte: la leggerezza, intesa come fluidità del pensiero creativo che seppur intensissimo sgorga con naturalezza e con altrettanta naturalezza arriva al fruitore. Forse lo sviluppo della didattica jazzistica dentro e fuori dei Conservatori può aver accentuato quell’omogenizzazione da bravo professionista jazz che ogni tanto appare, ma i veri talenti superano l’ostacolo con la leggiadria profonda del vero artista."
Quali artisti ti hanno “iniziato” alla musica e alla batteria, e quali ti hanno accompagnato nella definizione e sviluppo del tuo drumming?
“Se parli di influenze mediatiche ovviamente la lista sarebbe infinita, da Krupa a Guiliana, ma se devo dire chi ho studiato di più direi Roach, De Johnette e Gadd, quindi prospettive molto diverse fra loro. C’è anche l’amore trasversale, quello che non capisci ma c’è radicato, per batteristi come Elvin Jones e Phil Collins, anche qui non proprio fratelli di sangue. E infine ci sono quelli che in carne ed ossa e occhi negli occhi mi hanno detto cose importanti: Bruno Biriaco (mitico batterista del Perigeo), Fabio Marconcini (percussionista classico e amante della batteria, mio primo vero maestro), Antonio Striano (mio docente di percussione a Conservatorio e valentissimo timpanista), Alan Dawson (con lui ho fatto 4 lezioni che mi hanno segnato, i suoi fogliettini scritti a penna li porto sempre con me).”
Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti live?
"Si prospetta una primavera intensa: col 4etto saremo a suonare a Perugia al Ricomincio da tre il 18/4, al Conservatorio di S.Cecila il 3/5, alla Casa del Jazz il 5/6. Inoltre faremo un tour in Finlandia dal 20 al 27 aprile in compagnia del buon amico e ottimo pianista Karri Luhtala. A tutto ciò aggiungi concerti in Francia col quintetto di Paolo Fresu (9/4, 7 e 8/5) e un bell’incontro fra me, Eugenio Colombo e la Banda Comunale di Clusone (BG) il 30/5."
Come possiamo rimanere aggiornati sulla tua musica e i tuoi concerti?
"Non sono un grande produttore di me stesso, ma ho la fortuna di essere aiutato in ciò dalla bella e brava Fiorenza Gherardi De Candei che tiene sempre aggiornato il mio profilo Facebook con le cose in atto. E poi chi mi ama mi segua, ci riuscirà senz’altro."
F. G.
Un weekend come sempre all’insegna del la blue note quella del 28divino jazz club che, come spesso accade, comincia in anticipo giovedì 7 giugno con il quintetto capitanato da Raffaele Matta che proporrà il suo nuovo progetto dal titolo “RossoOnirico”. Attraverso questo nuovo disco il chitarrista ha, infatti, voluto raccontare attraverso una destruens jazzistica il valore della musica di fronte ai temi dell’inconoscibilità del visionario, dipingendo un’avventura surreale, sfumata e decisa allo stesso tempo. Assieme a lui musicisti di vecchia conoscenza del locale di via della Mirandola come Leonardo Radicchi, Gianni Salinetti, Riccardo Gola, Fabio D’Isanto. E proseguiamo venerdì 8 giugno con Steve Mariani L4 che ci spiega così il suo nuovo progetto: “Rispetto al progetto originario, che si basava sulle esperienze dei grandi trii di Jarrett e di Evans, L4 intende ampliare il concetto alla formazione di quartetto su strutture di brani originali, con una maggiore attenzione al risvolto melodico, più tipico della cultura mediterranea che di quella afroamericana. Il risultato – prosegue Steve Mariani – è un percorso tra vari stati d’animo, sentimenti e scherzi armonici, il tutto intriso di una sottile ironia. Il mio percorso musicale prosegue l’avvicinamento alle forme definitive che saranno contenute nel mio primo lavoro da compositore. Per fare ciò la band è stavolta composta da Enrico Zanisi al piano, Max Baldassarre alla batteria e Pierfrancesco Cacace al sax, oltre me al basso. In questo concerto si potrà apprezzare il lavoro di arrangiamento sui brani, di cui alcuni già molto suonati e conosciuti, e il diverso impatto sonoro.” E concludiamo la settimana del 28divino jazz club con il concerto dei GOF, nuovo progetto portato avanti da Ettore Fioravanti. Una serata tutta da scoprire per una formazione che si esibisce per la prima volta nel caratteristico jazz club di Via della Mirandola. E visto che di Ettore Fioravanti vi abbiamo già parlato ampiamente in più di un’occasione, siamo sicuri che sarà un concerto da non perdere!
Contributo Musica: 5,00€
tutte le info sul sito : www.28divino.com
28DiVino Jazz via Mirandola, 21 Roma
info 340 82 49 718 – dopo le 17.00
GIOVEDI’ 7 GIUGNO
22.00
Raffaele Matta Quintet – presenta “RossOnirico”
Raffaele Matta – chitarra
Leonardo Radicchi – sax tenore
Gianni Salinetti – chitarra/elettronica
Riccardo Gola – contrabbasso
Fabio D’Isanto – batteria
VENERDI’ 8 GIUGNO
22.30
Steve Mariani L4
Steve Mariani basso
Enrico Zanisi piano
Pierfrancesco Cacace sax
Max Baldassarre batteria
SABATO 9 GIUGNO
22.30
GOF Trio
Riccardo Gola, c.basso
Angelo Olivieri, tromba
Ettore Fioravanti, batteria
Il week end si avvicina e anche questa settimana il 28divino ci regala concerti che hanno come protagonista la musica jazz. Si parte questa sera, giovedì 6 ottobre, con il trio composto da Francesco Mazzeo, Ettore Fioravanti, e Davide Grottelli, costituito da musicisti di diversa estrazione che ritrova nella melodia e nell’incastro ritmico, la sua unità di ricerca musicale. Le composizioni acquistano identiche sonorità ed espressività attraverso le improvvisazioni collettive del gruppo, sempre alludenti alle singole melodie. Durante l’esibizione il trio “si smonta” per dare vita a situazioni di “duo” e di “solo” alternando atmosfere sonore sempre diverse ma chiaramente appartenenti tutte al mondo musicale mediterraneo. Venerdì 7 ottobre, invece, Francesco Mazzeo presenterà il suo lavoro “Per fortuna che c’è il T9”, mentre sabato 8 Marco Guidotti presenterà Etruria in Jazz, un progetto originale di musica jazz del sassofonista-clarinettista Marco Guidolotti, un repertorio dedicato alla sua terra di origine e provenienza: l’Etruria. Dopo molteplici studi storici, ricerche musicologiche ed iconografiche, esperienze di vita passata sui luoghi sacri e profani degli etruschi, Marco ha cercato di ricreare, tramite uno stile di composizione del tutto originale, un impasto sonoro che tende a scrutare gli ambiti misteriosi e trascendenti, enigmatici ed introversi degli etruschi, ha cercato di captare le caratteristiche essenziali che hanno fatto grande questo meraviglioso ed incredibile popolo.
Il tutto viene esposto in un linguaggio musicale fresco e attuale. E’ coadiuvato da una ritmica “giovane” ed imponente con Francesco Pierotti al contrabbasso, Valerio Vantaggio alla batteria e Enrico Zanisi al Pianoforte. E’ di prossima uscita un CD denominato: “ETRURIA JAZZ” – ESPERIENZE MUSICOMITOLOGICHE. Con il supporto e la gentile collaborazione di “SOCIETAʼ TARQUINIESE ARTE & STORIA” e “PREMIO MASSIMO URBANI”.
GIOVEDI 6 OTTOBRE
ore 22.00 – un trio divertente , di altissima qualità e100% originale!
MAZZEO – GROTTELLI- FIORAVANTI trio!
Francesco Mazzeo, chitarra & effetti collaterali
Davide Grottelli, sassofoni argentati & elettronica
Ettore Fioravanti, piatti di primissima scelta & tamburi
Ingresso 5,00 euro + tessera associazione.
VENERDI 7 OTTOBRE
ore 22.30
“PER FORTUNA CHE C’è il T9”
Francesco Mazzeo, chitarra
E tanti AMICI che l’accompagneranno.
Ingresso 5,00 euro + tessera associazione.
SABATO 8 OTTOBBRE
ore 22.30
MARCO GUIDOLOTTI presenta “ETRURIA JAZZ”
Presentazione ufficiale del nuovo CD
Marco Guidolotti, sassofoni
Enrico Zanisi, piano
Valerio Vantaggio, batteria
Francesco Pierotti, contrabbasso
“ETRURIA JAZZ” è Ingresso 5,00 euro + tessera associazione.
Giunta alla terza edizione la rassegna “La Strada in Jazz” anche quest’anno popone un cartellone di tutto rispetto con alcuni dei musicisti più attivi nel panorama capitolino. Si parte, allora, giovedì 1 Novembre con il quartetto capitanato da Ettore Fioravanti. Il gruppo nasce nel 2009, registra il suo primo disco nel 2010, dal titolo “Le vie del pane e del fuoco”, e nell’estate del 2012 dà vita al secondo CD che deve ancora essere pubblicato. Il suono si costruisce sulla manipolazione di materiale variegato (brani originali, canzoni italiane e americane, cenni dalla musica popolare e classica) caratterizzata dal rapido passaggio di idee e consegne fra tutti e quattro i membri, utilizzando per lo più l’improvvisazione melodico-ritmica e la sovrapposizione contrappuntistica, sempre con chiaro linguaggio jazzistico.Giovedì 8 Novembre si prosegue con il trio Andimusic, formato da da Manlio Maresca, alla chitarra, Giulio Scarpato al basso elettrico e Enrico Morello, alla batteria. Tre musicisti che gravitano attorno al circuito jazzistico nazionale ed internazionale, con frequenti incursioni in ambienti musicali anche estranei alle forme tradizionali. Il trio nasce dall’esigenza di ritrasmettere quelle sonorità un tempo appartenenti alla tradizione storica musicale del secolo passato, in un’era moderna, in una dimensione tendenzialmente elettrica, la quale vede invertire quasi i ruoli tra uomo e macchina.
Poggiando i suoni su pavimentazioni ritmiche sdrucciolevoli, all’interno di strutture armoniche prestabilite, nelle quali si snodano risonanze acustiche completamente alterate di reminiscenze remote, ma sempre presenti nell’animo dei tre musicisti che rimescolano i suoni con tutti gli strumenti mentali e fisici a loro disposizione. Facendo insinuare il misterioso germe del margine d’errore, di un’inafferrabile imperfezione, dalla quale scaturisce una perversa curiosità nella ricerca di soluzioni alternative che consentono ai musicisti di esplorare mondi sonori del tutto sconosciuti; dove la meccanizzazione diviene un’ imprecisione umana voluta e ricercata, data l’inesorabile natura dell’uomo, tendente alle inesattezze e destinata a subire il tempo, elemento fondamentale della musica. Per quanto riguarda giovedì 15 Novembre l’appuntamento è, invece con Mr. Rencore, frutto del sodalizio musicale tra Gabrio Baldacci e Daniele Paoletti: 15 anni passati a suonare insieme proprio di tutto. Nel 2006 nasce il duo, un passo naturale che appare al contempo quasi inevitabile.
La musica di Mr. Rencore sembra un frullato delle esperienze dei due musicisti livornesi: dal rock alle musiche popolari; dall’improvvisazione libera a pulsazioni circolari e ipnotiche. Un istinto onnivoro maturato a lungo in sale prova che i due condividono fin dall’inizio della propria storia musicale. Dal 2009 la formazione si allarga con Beppe Scardino al sax baritono e clarinetto basso, anch’egli livornese. Nel trio si ampliano le possibilità timbriche e la musica acquista più libertà. Le ance gravi ben si adattano alla musica di Mr. Rencore, al tetro lirismo di alcune composizioni di Baldacci e alla durezza ritmica del rock. Ultimo concerto per la Strada in Jazz sarà quello di Maurizio Giammarco il 22 Novembre. Protagonista del Jazz in Italia fin dai primi anni Settanta e musicista di riconosciuta fama, vanta un’ormai lunga carriera che lo ha visto alla guida di numerosi gruppi storici, come Lingomania (il gruppo forse più noto degli anni ‘80), o di formazioni prestigiose come la Parco Della Musica Jazz Orchestra (PMJO), big band attiva all’Auditorium dal 2005 al 2010. Maurizio, partendo da una profonda conoscenza di tutta la tradizione del jazz, utilizza con disinvoltura qualsiasi stimolo del panorama musicale contemporaneo egli ritenga utile a esprimere una musica sempre attuale e mai scontata o gratuita. Tali caratteristiche emergono più che mai anche in questo Trio, dove è coadiuvato dagli eccellenti Luca Bulgarelli al contrabbasso e Marco Valeri alla batteria: già al suo fianco in altre situazioni e splendide realtà della scena jazz romana.
Tutti i giovedì dal 1 al 22 Novembre 2012
al CSOA La StradaVia Passino 24, Garbatella
Ingresso 5 euro
Aperitivo Blue note dalle 18.00
Musica in vinile, Pintxos baschi di Irati e Lander,
taglieri di salumi e formaggi, Birra chiara a 3 Euro
Birre artigianali, ottimi vini e whisky invecchiati
Cena Ardente dalle 20.00
in collaborazione con la cucina polpolare “L’Ardente”
deliziosi piatti caldi dal cuore della Garbatella
Inizio concerti ore 22.00
Giovedì 1 Novembre
Ettore Fioravanti Quartet
Ettore Fioravanti: batteria
Marcello Allulli: sassofono
Marco Bonini: chitarra
Francesco Ponticelli: contrabbasso
Giovedì 8 Novembre
Andimusic
Manilo Maresca: chitarra
Giulio Scarpato: basso elettrico
Enrico Morello: batteria
Giovedì 15 Novembre
Mr. Rencore
Gabrio Baldacci: chitarra
Beppe Scardino: sax baritono, clarinetto basso
Daniele Paoletti: batteria
Giovedì 22 Novembre
Maurizio Giammarco
Maurizio Giammarco: sassofono
Luca Bulgarelli: contrabbasso
Marco Valeri: batteria
Ultima settimana di concerti per il festival Appio Claudio in Jazz che ci ha tenuto compagnia nel corso dell’estate. A partire da questa sera, lunedì 10 settembre, l’appuntamento è con il GOF trio, formazione composta da Ettore Fioravanti alla batteria, Angelo Olivieri alla tromba, Riccardo Gola al contrabbasso. Trio di recente formazione (primissima al 28Divino jazz club nel giugno 2012) che si avvale dell’esperienza e della classe del batterista Ettore Fioravanti, affiancato al contrabbasso da uno dei migliori talenti della nuova scena jazz quale è Riccardo Gola. Il trombettista Angelo Olivieri interpreta il ruolo del front-man in maniera completamente atipica, duettando con basso e batteria in maniera continua, alla ricerca di un nuovo modo di interpretare il suo strumento. Presentano un concerto basato su una libera rilettura della musica di Kurt Weill. Martedì 11 settembre, invece, appuntamento con il trio di Andrea Gomellini, che proporrà un repertorio di standard composti da autori considerati capisaldi del jazz moderno insieme ad alcune composizioni originali. Andrea Gaomelini sarà affiancato da un ottima ritmica composta da Jacopo Ferrazza al contrabbasso ( premio Jimmy Woods ) e dal batterista Pier Paolo Pozzi trasferitosi a Parigi da alcuni anni. Un’occasione da non perdere per godervi l’intenso “interplay” di questo trio.
La rassegna Appio Claudio in Jazz proseguirà mercoledì 12 settembre con il trio di Marcello Rosa, trombonista, compositore, arrangiatore, scrittore di testi, ideatore e conduttore di programmi radiotelevisivi! La sua lunghissima carrieraè densa di avvenimenti positivi. Il suo stile profondamente ispirato al jazz tradizionale spazia verso concezioni originali che gli hanno valsa l’ammirazione di tanti illustri colleghi, contribuendo in maniera decisiva alla diffusione del jazz in Italia. Ha fatto parte della Roman New Orleans Jazz Band e della “Seconda Roman”. Ha suonato con Trummy Young, Peanuts Hucko, Earl Hines, Albert Nicholas, Bill Coleman, Milton Jackson, Lionel Hampton, Slide Hampton e molti altri. Marcello Rosa non disdegna nel realizzare progetti a proprio nome o con ensemble dalle più svariate caratteristiche e dimensioni, sempre con musicisti di livello assoluto. Come questa sera con Paolo Tombolesi alle tastiere e Stefano Catanrano al contrabbasso. Concludiamo gli appuntamenti del Festival con il concerto di venerdì 14 con i Low Bud Jazz Trio e sabato 15 con un fantastico appuntamento con “Yes or Nine Ensemble”, formazione composta da 9 elementi (diretta da Stefano Rotondi) che vi faranno divertire a ritmo di Swinging and Blues.
Appio Claudio in Jazz
Largo Appio Claudio, 346
(Metro A – G.Agricola. – Sub Augusta)
Gratis in Piazza
Per info e prenotazioni: 06.71 58 48 07 Presso “Giuda Ballerino”
LUNEDI’ 10 SETTEMBRE
1° SET: ORE 19.45
2° SET: ORE 22.15
GOF trio – LA MUSICA di KURT WEILL
Ettore Fioravanti, batteria
Angelo Olivieri, tromba
Riccardo Gola, c.basso
MARTEDI’ 11 SETTEMBRE
1° SET: ORE 19.45
2° SET: ORE 22.15
ANDREA GOMELLINI TRIO
Andrea Gomellini, chitarra
Jacopo Ferrazza, contrabbasso, basso
Pier Paolo Pozzi, batteria
MERCOLEDI’ 12 SETTEBRE
1° SET: ORE 19.45
2° SET: ORE 22.15
MARCELLO ROSA in Trio
Marcello Rosa, trombone
Paolo Tombolesi, piano
Stefano Cantarano, contrabbasso
VENERDI’ 14 SETTEMBRE
1° SET: ORE 19.45
2° SET: ORE 22.15
LOW BUD JAZZ trio
Gaia Possenti, piano
Fabrizio Cecca, c.basso
Massimo Carrano, batteria
SABATO 15 SETTEMBRE
1° SET: ORE 19.45
2° SET: ORE 22.15
YES or NINE Ensemble
9 Musicisti sul palco a tutto Swinging & blues !
Direzione Stefano Rotondi
Antonello Sorrentino, tromba
Tomoe Yamamoto,sax alto
Stefano Rotondi, sax tenore
Davide Di Pasquale, trombone
Gian Domenico Murdolo, sax baritono
Feliciano Zacchia, piano
Luca Costantini , chitarra
Fabio Fochesato, contrabbasso
Cecilia Sanchietti, batteria
Due nuovi appuntamenti all’insegna della Blue Note con la rassegna Spazio Jazz, consueto appuntamento domenicale che si tiene presso il Teatro Lo Spazio, nel cuore del quartiere San Giovanni. Tempo di primavera e soprattutto tempo di grande musica con due artisti assai attivi nella scena capitolina che saliranno su questo palcoscenico da poco consacrato al jazz. Si parte domenica 11 marzo con il concerto di Bruno Marinucci, talentuoso chitarrista romano che proporrà i brani tratti dal suo ultimo disco Nal Tarahra(pubblicato da Raitrade e Videoradio nel 2009) a cui hanno preso parte musicisti di livello internazionale come Randy Brecker alla tromba e Bill Evans ai saxofoni. Preparatevi, quindi, al sound eclettico e minimalista di questa formazione e alla miscela esplosiva di un trio che spazia tra il jazz, il funk e il blues, con un approccio decisamente aperto alle contaminazioni e alla musica minimalista. A completare la formazione due compagni di viaggio: Pierpaolo Ranieri al basso elettrico e Marco Rovinelli alla batteria, presenti anch’essi nell’ultimo album del chitarrista romano. Nal Tarahra, che in coreano significa “Seguimi”, un disco dalle diverse sfaccettature, composto da brani che portano la firma di Bruno Marinucci, in cui emerge tutto il talento di un musicista eclettico, versatile e aperto alla fusione di stili differenti.
Domenica 18 marzo, invece, spazio a Ettore Fioravanti con il suo quartetto, completato da Marcello Allulli al sassofono, Marco Bonini alla chitarra eFrancesco Ponticelli al contrabbasso. Il sound che caratterizza questa formazione è uno di più originali ed eclettici di tutto il panorama capitolino e nazionale. Non a caso l’ultimo progetto portato alla luce dal quartetto, ovvero Le vie del pane e de Fuoco, pubblicato dall’etichetta Note Sonanti, è un disco sui generis in cui ogni elemento trova la sua giusta collocazione in un equilibrio perfetto. Merito di Ettore Fioravanti che oltre ad essere un batterista di indubbia fama, con alle spalle diverse collaborazioni importanti, ha chiamato a sé due giovani promesse della scena jazzistica romana, ovvero Ponticelli e Bonini, che affiancati da un veterano come Marcello Allulli riescono a dare quel tocco di freschezza in più ad un disco davvero pregevole e decisamente originale. Il risultato è un progetto dalla chiara vocazione sperimentale in cui oltre a comparire brani di produzione propria spiccano un interessante adattamento di Brava, capolavoro di Bruno Canfora e di A Walk on the Wild Side, composizione di Lou Reed.
Spazio Jazz è una rassegna organizzata da Muzak Off e The Blue Taste in collaborazione con jazzagenda.com
Teatro Lo Spazio
Via Locri 42/44 (zona San Giovanni)
Apertura e aperitivo ore 20.30
Inizio concerto ore 21.30
Ingresso €5
Ingresso + tessera €8 (solo per chi deve fare la tessera)
Domenica 11 marzo ore 21:30
BRUNO MARINUCCI TRIO IN CONCERTO
Bruno Marinucci, chitarra elettrica
Pierpaolo Ranieri, basso elettrico
Marco Rovinelli, alla batteria
Domenica 18 marzo ore 21:30
ETTORE FIORAVANTI QUARTET IN CONCERTO
Ettore Fioravanti, batteria
Marcello Allulli, sax tenore
Marco Bonini, chitarra elettrica
Francesco Ponticelli, contrabbasso