Jazz Agenda

Live Report: i Latin Mood di Bosso e Girotto per l’anteprima dell’ultimo disco “Vamos”

ROMA – La 35° edizione del Roma Jazz Festival chiude la sua seconda settimana di concerti nella sala Goffredo Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica sabato 26 novembre. A pochi minuti dall’inizio del concerto posti liberi non ce ne sono, ad aspettare il sestetto sul palco troviamo gli strumenti già schierati, immobili ancora per poco, in una formazione che vede le percussioni e la batteria sullo sfondo, una linea mediana occupata dal basso elettrico affiancato dal pianoforte a coda e sul proscenio, vicinissimi al pubblico, il sax soprano e baritono per Javier Edgardo Girotto, la tromba e il flicorno per Fabrizio Bosso. Sarà perché in Italia il gioco del calcio è l’argomento di molte discussioni, sarà che in platea c’è il campione del mondo del 1982 Marco Tardelli, ma il fatto certo è che il primo brano riporta alla mente l’appuntamento domenicale davanti alla radio durante la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Il concerto si apre così, con il brano rivisitato già nel 1965 da Herb Alpert, The taste of honey. Il secondo brano è Theorema, di Girotto, che mette in evidenza il pianista, il ritmo è più compassato, il flicorno più dolce, l’atmosfera può far pensare a un signore che canticchia fra sé una canzone di cui non sa le parole.

L’assolo di Bosso si fa più deciso e quelle parole indistinte adesso sono scandite con chiarezza. Applausi del pubblico e lo spartito passa a Girotto che posa il sax soprano per dedicarsi un po’ a quello baritono.Africa Es, di Mangalavite, impone un gran lavoro per il batterista Lorenzo Tucci, è vero che tocca lo strumento solo con le bacchette ma a guardarlo sembra che suoni anche con i gomiti e le spalle. Il busto sale, il collo sparisce, una compulsione che stimola le percussioni. Al pianoforte la testa di Natalio Mangalavite fa così tante volte su e giù che è un miracolo che non si sviti. Il brano finisce con le percussioni di Bruno Marcozzi che insieme al batterista porta il suono a un ritmo incalzante. ConMaragliao di Girotto è il momento di Luca Bulgarelli, al basso elettrico in posa statuaria. I due leader del gruppo restano accucciati per tutta la durata dell’assolo come a voler convogliare l’attenzione alle loro spalle. Girotto si rialza, percorre da solo qualche riga di spartito ed è raggiunto da Bosso, questa volta con il flicorno. Quando il pezzo si chiude gli applausi della platea partono dal maestro Nicola Piovani, seduto proprio accanto a noi. Adesso solo voce e tastiera, gli altri musicisti lasciano il palco. C’è solo Mangalavite che intona Algo Contigo di Chico Novarro, l’atmosfera è misteriosa, all’inizio le parole sono in una lingua sconosciuta poi i riflettori si fanno meno soffusi, il resto dei Latin Mood rientra in scena, le parole ora sono in lingua spagnola, non sappiamo cosa abbia cantato fino a questo momento ma è piaciuto a tutta la sala.

Virtuosismi di Bosso quando esegue El Mastropiero di Girotto, si piega a metà, il busto gli oscilla al punto che la tromba gli arriva alle ginocchia, le dita impazziscono, infilano una serie di accordi che lasciano la Petrassi imbambolata prima di sfruttare quel tacito vuoto che incoraggia l’applauso, ma è già il momento del basso, poi di Girotto, di Bosso e Girotto e di tutti e sei. Mathias di Bosso è un pezzo notevolmente più morbido, quasi fiabesco negli inserti delle campane tubolari, Girotot ha ripreso il sax tenore, Bosso il flicorno. In tutta sincerità questo è proprio un brano romantico, da cena a lume di candele, se vi capita un incontro del genere assicuratevi che le orecchie siano servite da Mathias.

In a sentimental Mood di Duke Ellington, brano del 1935 eseguito nel corso del secolo scorso anche da John Coltrane, Ella Fitzgerald e Billy Joel solo per citarne alcuni, segna il ritorno della tromba, un andamento del pianoforte più secco, il sax tenore alterna tonalità in salita e in discesa, sembra che stia ingaggiando con la tromba una gara a chi arriva più lontano. Javier e Fabrizio si capiscono con gli sguardi e quando lasciano  il posto al resto del gruppo consultano la scaletta, qualcosa nelle loro menti è cambiato. Alla fine del pezzo la decisione è diramata al resto dei leggii, assistiamo a un su e giù di spartiti e via al brano successivo. Matias, di Girotto questa volta, ha un ritmo allegro, basso e flicorno duettano sottovoce giusto il tempo per quest’ultimo di prendere la rincorsa e soffiare più forte. Entrano in scena il pianoforte, le percussioni e la batteria, Javier se li guarda, si diverte e si contorce intorno al sax baritono con la sua Vamos, brano che dà il nome all’ultimo lavoro dei Latin Mood, sul mercato a partire da marzo 2012. Javier batte il tempo con la gamba, butta una spalla avanti negli acuti, molleggia sulle ginocchia e questo solo per raccontarvi del corpo, sapeste che suono. Bosso intanto spreme la tromba fino all’ultima nota.

Il sestetto lascia la scena, ma l’applauso ininterrotto lo richiama per regalarci un bis che prevede The shadow of your smile, che ha conosciuto interpreti come Barbara Streisand, Sarah vaughan e Frank Sinatra, e African Friends (Bosso). Il 28 novembre del 2008 usciva “Sol”, brano d’esordio della formazione dei Latin Mood, sabato sera, quasi a celebrare l’anniversario di quell’esordio c’è stata l’anteprima non ufficiale del loro ultimo lavoro, Vamos, che sarà presentato al “The Place” di Roma,  il 13 marzo 2012.

Andrea Palumbo

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Live report – Roma Jazz Festival: Roberto Gatto ci racconta il prog inglese

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Questo progetto fa parte di uno dei sogni nel cassetto che coltivo da diversi anni. Personalmente ho sempre amato le sfide e come sempre, mosso dall’entusiasmo, ho accettato di tentare anche questa”. E dal 2008, anno in cui ha visto la luce il progetto Progressivamente in un album registrato dal vivo alla Casa del Jazz, sono state diverse le occasioni in cui Roberto Gatto ha dimostrato di aver vinto totalmente questa sfida. Accompagnato da musicisti del calibro di Fabrizio Bosso alla tromba, Luca Mannutza alle tastiere e piano, John De Leo (ex voce dei Quintorigo), Roberto Rossi al trombone, Francesco Puglisi al basso, Maurizio Giammarco al sax e Roberto Cecchetto alla chitarra, venerdì 11 novembre Gatto ha regalato al pubblico dell’Auditorium il suo omaggio al rock progressive, nelle rivisitazioni di brani tratti dai dischi dei King Crimson, Genesis, Matching Mole, Robert Wyatt e Pink Floyd (oltre ad un brano originale di John De Leo). “Ho voluto coinvolgere musicisti che come me avessero vissuto quel momento musicale in quegli anni, ma anche musicisti più giovani, che magari avessero un punto di vista e una chiave di lettura differenti”. La sala Petrassi è gremita, ed il pubblico decisamente vario!

I musicisti salgono sul palco inizialmente senza John De Leo, che solo dopo i primi due brani spunta -letteralmente- da dietro la batteria ad intessere un gioco di suoni con la sua voce; una serie di “vocalizzi” che si incalzano, creando una buffa parentesi che non tradisce le capacità e la bravura di questo artista. De Leo gioca altrettanto col microfono, complementare e necessario nel far cogliere le molteplici sfaccettature sonore che lo stesso riesce a darsi. Differentemente Bosso usa il microfono per distorcere il suono della sua tromba, inscenando un botta e risposta di identici accordi che risultano come due voci diverse. Quello dei tre fiati poi, è uno spettacolo non solo sonoro, ma anche visivo; simili e sincronizzati i loro gesti danno la percezione che la musica -in quel momento- li abbia davvero uniti in un’unica melodia. Roberto Gatto ci spiega la scelta dei brani, ce ne racconta la genesi, cadenzando così l’ora e mezza trascorsa assieme. Si emoziona parlando di un’amica musicista scomparsa poche ore prima del concerto; aprendo uno squarcio (purtroppo) malinconico di vita personale. Anche in questo modo la musica ci parla, riesce a strappare un’emozione diversa ad ognuno di noi, a non rendersi fine all’ascolto e basta. L’inquietante romanticismo di Sea Song (potete immaginare quanto l’abbia reso tale la camaleontica voce di John De Leo), la poesia (arte a cui, del resto, si ispira) di Watcher of the Skies, o la chiusura con la splendida Trilogy (la cui prima parte è stata lasciata esclusivamente a Luca Mannutza e Maurizio Giammarco), sono solo una parte del racconto di una storia -quella del prog inglese- che gli abili narratori ci hanno restituito in musica.
Serena Marincolo
foto di Valentino Lulli
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Report: Federico Procopio trio al teatro Lo Spazio – un evento targato Jazz Agenda

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La scorsa domenica sul palco del teatro Lo Spazio si è tenuto il secondo concerto che noi di Jazz Agenda abbiamo avuto il piacere di organizzare insieme a Blue Taste e Muzak Off. Come già vi avevamo annunciato in precedenza a questa nuova rassegna che prende il nome di “Spazio Jazz” si è esibito il trio del giovane e talentuoso Federico Procopio che, nonostante avessimo già avuto modo di ascoltare in diverse registrazioni, ci ha davvero stupito sia a livello tecnico sia di ricerca musicale. A completare la formazione, insieme a questo giovane chitarrista, Adriano Matcovich al basso e lo special guest Lucrezio De Seta alla batteria. Per quanto riguarda noi di Jazz Agenda quello che possiamo dire è che siamo veramente lieti di aver potuto contribuire a realizzare un evento del genere con un gruppo così tecnico, capace di fondere diversi linguaggi contemporaneamente. Inoltre ringraziamo vivamente tutti quelli che ci sono venuti a trovare in questa serata e siamo felici di annunciare a tutti che a breve avremo modo di comunicare una programmazione che proseguirà fino a dicembre, con alcuni nomi importanti del panorama jazzistico. Per il momento siamo ben lieti di annunciarvi che domenica 6 novembre al teatro Lo Spazio suonerà il trio di Daniele Cordisco, chitarrista che già avuto modo di farsi conoscere per originalità e talento. Volete saperne qualcosa di più? Allora vi aspettiamo tutti al prossimo appuntamento di “Spazio Jazz”. Nel frattempo, però, date un’occhiata al servizio di Valentino Lulli, fotografo ufficiale di Jazz Agenda e della rassegna Spazio Jazz.

 

Jazz Agenda

Foto di Valentino Lulli

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Live report: Il MAT trio al Music Inn: ospite Fabrizio Bosso

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C’era grande attesa riguardo la riapertura del Music Inn e stando a quanto siamo riusciti a vedere la scorsa settimana, le aspettative non hanno di certo tradito quello che ci si attendeva. Questo jazz club, che con nostro immenso piacere ha riaperto i battenti lo scorso aprile del 2011, ha presentato al pubblico tre concerti d’eccezione. Siamo partiti giovedì con una Jam session ricca di nomi, per poi passare al concerto del MAT trio di venerdì che sabato ha ospitato Fabrizio Bosso, uno dei musicisti più talentuosi del panorama musicale italiano. Quello che possiamo dire, quindi, dopo aver partecipato alla presentazione all’attività della scorsa settimana, è che il Music Inn non è soltanto un jazz club, ma un progetto nel quale confluiscono arte, musica, letteratura e anche la buon cucina. Chiaramente se parliamo di un jazz club, la musica avrà senza dubbio un ruolo di primo piano e infatti quello che possiamo notare dopo queste prime giornate all’insegna del jazz è che accanto ai grandi nomi presenti nella programmazione del Music si affiancheranno anche i giovani talenti emergenti.

 

E se a questo, poi, ci aggiungiamo che uno spazio notevole verrà dato anche alla buona cucina, anch’essa un’arte a tutti gli effetti, allora le premesse per una buona riuscita ci sono davvero tutte quante. E durante questo week end di fuoco, in cui si sono presentati molti fra i più grandi musicisti romani ed italiani, abbiamo avuto il piacere di vedere il concerto del MAT trio, composto da Marcello Allulli al sax,Francesco Diodati alla chitarra ed Ermanno Baron alla batteria, con ospite d’eccezione Fabrizio Bosso. Cosa ci dovevamo aspettare da una serata come questa se non uno spettacolo da incorniciare? Del resto la risposta del pubblico, che ha riempito il locale senza lasciare uno spazio vuoto, è arrivata e bastava guardarsi un po’ intorno per capire che non c’era più l’ombra di un posto, con gente sparsa in ogni angolo del Music Inn. E nel momento in cui la parola è passata alla musica, la gente ha smesso di parlare, il brusio si è interrotto e ci siamo lasciati trasportare da questi due fiati che ci hanno condotto verso un fantastico turbinio di sensazioni. La cosa più bella è stata sicuramente l’atmosfera che si è creata, unita alle sensazioni che una location del genere ha potuto trasmetterci. In un jazz club, infatti, tutto diventa più raccolto, intimo, familiare e si possono ammirare i musicisti scambiarsi segni d’intesa o quelle occhiate che valgono più di cento parole.

Marcello Allulli, durante gli stacchi parla, scherza e si diverte, mentre Bosso rimane sempre concentrato. Sono forse due approcci diversi che si completano, si fondono per creare un’armonia senza precedenti che lascia incantato tutto il pubblico presente. E mentre la musica scorre fluida e leggera i due fiati si alternano, dialogano insieme, giocano con complicità e ci fanno percepire la gioia di suonare, di improvvisare, di divertirsi e di far divertire. Insomma, non è la prima volta che abbiamo il piacere di ascoltare il MAT trio, ma il fatto che accanto al sax di Marcello Allulli ci sia stata anche la tromba di Fabrizio Bosso ha creato aspettativa e novità allo stesso tempo. Un concerto fantastico che consigliamo a tutti di vedere almeno una, due, tre, quattro volte…

Carlo Cammrella

Valentino Lulli

Foto di Valentino Lulli

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Live report: a Kind of Trio alla Casa del Jazz

A chiudere il programma settembrino della Casa del Jazz, venerdì 30, il sassofono di Max Ionata accompagnato da due autentici protagonisti della scena newyorkese: il batterista Clarence Penn ed il contrabbassista Reuben RogersKind of Trio è un disco (in prossima uscita) ed anche il nome del trio stesso. Quasi a riecheggiare un famoso “Kind of Blue”, ma anche a sottolineare la particolarità del progetto in sé. L’eclatante evoluzione di Ionata già era conclamata da tempo: considerato uno dei sassofonisti più interessanti del panorama jazzistico italiano. Di Penn e Rogers basterebbe annoverare le collaborazioni d’eccellenza quali Dizzy Gillespie, Enrico Rava, Dave Douglas, Dianne Reeves, Wynton Marsalis ed altri, oltre che l’intensa attività concertistica all’attivo. Il primo è definito da alcuni critici il batterista più elegante del jazz contemporaneo, scelto da molti per la sua estrema versatilità in tutti i generi di musica. Di Rogers si può dire che, oltre a guidare diversi progetti a proprio nome, collabora stabilmente con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale. La sala completamente piena preannuncia il successo. I nomi, del resto, sono altisonanti! Il trio dimostra subito grande affiatamento (già sperimentato in precedenza, con un altro lavoro discografico di successo).  

In particolare Penn e Rogers risultano essere estremamente divertiti dalla situazione scambiandosi battute e “giocando” tra loro. Intensamente espressivi, dai loro volti la musica prende nuova forma; il corrucciarsi delle fronti, le smorfie delle labbra, l’intensità dei loro occhi, arricchiscono i brani di una diversa sensorialità che risulta quasi indispensabile alle note. Sicuramente conferitori di quella sfumatura “black” che solo il jazz della Grande Mela può regalare. Così, alla composizione melodica tipicamente italiana si affianca, in modo variabile, un caleidoscopio di generi che spaziano dal soul al rythm ‘n blues, arricchendo di movimento ed originalità i pezzi. Il sassofono di Ionata diventa voce, canto. Un po’ in disparte rispetto agli scambi d’intesa di contrabbasso e batteria, la sua figura mantiene comunque ben salda l’attenzione su di sé, dimostrando carattere e determinazione nel lasciare una forte impronta ai brani. I pezzi sono undici: otto portano la firma di Clarence Penn e Max Ionata ed uno di Reuben Rogers, che arrangia anche una splendida versione di “Con Alma” di Gillespie. Bellissimo in fine l’omaggio a Morricone con il brano “Love Theme”, dal film Nuovo Cinema Paradiso. E’ Ionata a cadenzare i brani con alcuni interventi in cui racconta al pubblico l’evoluzione del disco, dei brani appena suonati o a strappare un sorriso con aneddoti riguardanti gli ignari compagni d’esperienza, che ascoltano pur non capendo! La serata scorre veloce, grazie alla giusta continuità tra un brano e l’altro, lasciandoci immersi in un’atmosfera d’oltreoceano in attesa dell’uscita del disco…

Serena Marincolo

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Gli appuntamenti del 28divino

Cominciano domani i concerti del jazz club di via della Mirandola con Base One Live formazione composta da Tony Formichella al sax tenore, Giulia Salsone o Francesco Tosoni alla chitarra, Mauro Gavini al contrabbasso e Mattia de Cretico alla batteria. Nella seconda parte di questa serata Jam session “Tony’s friends aperta a tutti. Proseguiamo venerdì 9 dicembre con Snap Quintet, formazione riproposta da Andrea Zanchi al 28divino. Ai fiati, per la prima volta, si troveranno assieme il sassofonista Carlo Conti ed il trombettista Giambattista Gioia. Carlo Conti porta con sé una bella esperienza musicale vissuta direttamente a Cuba mentre, Giambattista Gioia, ha militato per tanto tempo con il sassofonista Enzo Scoppa. Ma il pianista romano ci ha abituato a simili connubi (nelle sue formazioni lo abbiamo apprezzato con M.Giammarco, M.Raia, S.Satta e tanti altri ancora) e SNAP Quintet è una buona occasione per ascoltare la sua musica, i suoi arrangiamenti che spaziano dal latin al funk sempre con gusto e fantasia. L’ottima ritmica è sostenuta da Steve Cantarano al contrabbasso e Max De Lucia alla batteria. Assolutamente da seguire! Sabato 10 dicembre saliranno sul palcoscenico del 28divino gli Hard Chords Trio, uno dei gruppi più interessanti del nuovo panorama jazzistico della capitale.

Grazie alla creatività ed all’originalità degli arrangiamenti, il trio ha rielaborato alcuni dei più celebri successi della musica rock internazionale, rendendoli propri e mostrando una volta di più come la musica sia un unico grande flusso in perenne movimento. Dai Rolling Stones, ai Nirvana, ai Police e molti altri, gli Hard Chords Trio vi accompagneranno in un viaggio affascinante tra ricordi e innovazione.Gli Hard Chords Trio si presentano con la classica formazione da trio jazz (piano, contrabbasso e batteria), ma propongono un viaggio nella storia del rock, attraverso la rivisitazione in chiave strumentale dei successi dei più grandi gruppi, quali: Led Zeppelin, Police, Deep Purple, Rolling Stones. Nati nel 2009, si esibiscono in locali e festival di Roma e dintorni riscuotendo sempre un ottimo successo di pubblico. E per concludere questo week end, domenica sarà la volta del Francesco Diodati – Matteo Bortone trio.

GIOVEDI1 8 DICEMBRE
Ore 21.30 !! 

1°  lunga parte CONCERTO
BASE ONE LIVE

Tony Formichella, sax tenore
Giulia Salsone o Francesco Tosoni, chitarra
Mauro Gavini, contrabbasso
Mattia Di Cretico, batteria

Ingresso 5,00 euro più tessera associazione

SECONDA PARTE: JAM SESSION “TONY’s FRIENDS” Aperta a tutti

(Ingresso Libero) (l’ultima del 2011)

VENERDI’ 9 DICEMBRE
ore 22.30 
SNAP QUINTET 

Carlo Conti al Sax
Giambattista Gioia alla tromba
Andrea Zanchi al piano
Steve Cantarano al contrabbasso
Max De Lucia alla batteria.
Ingresso 5,00 euro più tessera associazione

SABATO 10 DICEMBRE
ore 22.30
HCT – HARD CHORDS TRIO
Lorenzo Ditta – Pianoforte
Paolo Grillo – Contrabbasso
Davide Pentassuglia – Batteria

Ingresso 5,00 euro più tessera associazione

DOMENICA 11 DICEMBRE  ( la serata dedicata a Amy Winehouse è stata posticipata )

ore 21.30

Francesco DIODATI – Matteo BORTONE

TRIO

28DiVino Jazz, wine and cheese

via Mirandola, 21 – 00182 Roma ( staz.Tuscolana-S.Giovanni-Re di Roma)

Info e prenotazioni: 340 82 49 718 dopo le 17.00 e solo nei giorni di apertura.

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Al Music Inn di scena gli Chat Noir

Dopo il successo del live di presentazione del nuovo album Weather Forecasting Stone nella salaPetrassi del Parco della Musica, gli Chat Noir continuano il loro tour a Roma: il prossimo live, venerdì 28 ottobre sul palco del MUSIC INN jazz club (largo dei Fiorentini 3 – Roma) alle ore 22,30. Dopo i primi due album Decoupage e Difficult to see you, il titolo del nuovo lavoro prende spunto dalla pietra dotata della proprietà magica di prevedere le condizioni meteorologiche. Uno strumento rudimentale e concreto solo in apparenza, che costituisce il connubio tra cielo e terra, materiale ed immaginario, presente e futuro. Sebbene la line-up sia quella di un classico piano trio (Michele Cavallari al pianoforte, Luca Fogagnolo al contrabbasso e Giuliano Ferrari alla batteria), il sound si discosta dai canoni del jazz tradizionale: l’architettura sonora dei brani privilegia gli aspetti compositivi e di arrangiamento, con l’intento di esaltare il lirismo delle composizioni piuttosto che le doti tecniche dei singoli musicisti.


Il suono degli strumenti acustici è arricchito dall’utilizzo di effetti, in una sintesi elettro-acustica che ha come interlocutori il jazz nordeuropeo e il post-rock. Al contrabbasso Caterina Palazzi, pluripremiata al Jazzit Award 2011 e reduce dal grande successo della tournèe di presentazione del suo album d’esordio Sudoku Killer insieme al suo quartetto.

INFO
Music Inn
Largo dei Fiorentini, 3 – Roma

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Music Inn: gli appuntamenti di questo week end

Anche questo fine settimana un week end all’insegna del jazz al Music Inn. Si parte venerdì, 14 ottobre, con Israel  Varela,  abile  e  raffinato  compositore,  batterista,  e  cantante  dalla sorprendente  e  ricca musicalità. Originario di Tijuana, Messico, è considerato uno dei migliori talenti della scena musicale internazionale che grazie alla sua originalità vanta già collaborazioni con i migliori musicisti del mondo tra i quali: Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, Mike Stern, Bireli Lagrene, Bob Mintzer, Diego Amador, Pino Daniele. Il  suo  Flamenco Jazz  drumming  è  la  sua  cifra  stilistica  immediatamente riconoscibile: flamenco, ritmi latino-americani, atmosfere di medio oriente, e  colori  jazz si  fondono in un’entità ormai inscindibile.  Il  sentimento latino, la raffinatezza melodica e il gusto andaluso della sua musica, sono elementi che assumono un valore irrinunciabile, facendo delle sue composizioni arie che subito s’imprimono nella memoria. (M. Leopizzi, Music Around net Magazine). Sabato 15 ottobre, invece, sarà la volta del trio di Bruno Marinucci che salirà sullo splendido palcoscenico di questo jazz club. Il mix culturale e lo straordinario livello internazionale di questo Trio caratterizza un risultato musicale unico, rendendo i concerti tanto raffinati quanto imprevedibili. Il repertorio è tratto dal nuovo disco di Israel Varela “Border  People”,  per  DSR Records (Egea  distribution) e  anche temi  tratti  dal  suo disco d’esordio “Tijuana Portrait” (vincitore dell’Euro Latin Award 2008). “Nal Tarahara” edito da RAI TRADE e Videoradio, con la collaborazione di Bill Evans al sax e di Randy Brecker alla tromba. E’ un disco di sole composizioni inedite di Bruno Marinucci. Un lavoro che propone brani completamente acustici, brani elettrici, brani in soluzione mista. Spazia tra Jazz, Blues, Funk, oltre a momenti tematici e narrativi, basati sulla dinamica, l’interplay e il senso melodico creando a tratti un’atmosfera minimalista, pur non essendo legato a nessuno stile in particolare. Già nei primi mesi dall’uscita del disco è intervistato e recensito dalle maggiori riviste musicali.

venerdì 14 ottobre ore 22
Israel Varela Trio 
Special guest: Cristina Benitez – ballerina di flamenco – 
consum. obbl.
Israel Varela, batteria e voce

Alfredo Paixao, basso e voce

Shai Maestro, pianoforte

sabato 15 ottobre ore 22
BRUNO MARINUCCI TRIO consum. obbl.
Bruno Marinucci, chitarre

Pierpaolo Ranieri, contrabbasso

Marco Rovinelli, batteria

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Un week end all’insegna del jazz al 28divino

Il week end si avvicina e anche questa settimana il 28divino ci regala concerti che hanno come protagonista la musica jazz. Si parte questa sera, giovedì 6 ottobre, con il trio composto da Francesco Mazzeo, Ettore Fioravanti, e Davide Grottelli, costituito da musicisti di diversa estrazione che ritrova nella melodia e nell’incastro ritmico, la sua unità di ricerca musicale. Le composizioni acquistano identiche sonorità ed espressività attraverso le improvvisazioni collettive del gruppo, sempre alludenti alle singole melodie. Durante l’esibizione il trio “si smonta” per dare vita a situazioni di “duo” e di “solo” alternando atmosfere sonore sempre diverse ma chiaramente appartenenti tutte al mondo musicale mediterraneo. Venerdì 7 ottobre, invece, Francesco Mazzeo presenterà il suo lavoro “Per fortuna che c’è il T9”, mentre sabato 8 Marco Guidotti presenterà Etruria in Jazz, un progetto originale di musica jazz del sassofonista-clarinettista Marco Guidolotti, un repertorio dedicato alla sua terra di origine e provenienza: l’Etruria. Dopo molteplici studi storici, ricerche musicologiche ed iconografiche, esperienze di vita passata sui luoghi sacri e profani degli etruschi, Marco ha cercato di ricreare, tramite uno stile di composizione del tutto originale, un impasto sonoro che tende a scrutare gli ambiti misteriosi e trascendenti, enigmatici ed introversi degli etruschi, ha cercato di captare le caratteristiche essenziali che hanno fatto grande questo meraviglioso ed incredibile popolo.

Il tutto viene esposto in un linguaggio musicale fresco e attuale. E’ coadiuvato da una ritmica “giovane” ed imponente con Francesco Pierotti al contrabbasso, Valerio Vantaggio alla batteria e Enrico Zanisi al Pianoforte. E’ di prossima uscita un CD denominato: “ETRURIA JAZZ” – ESPERIENZE MUSICOMITOLOGICHE. Con il supporto e la gentile collaborazione di “SOCIETAʼ TARQUINIESE ARTE & STORIA” e “PREMIO MASSIMO URBANI”.

GIOVEDI 6 OTTOBRE
ore 22.00 – un trio divertente , di altissima qualità e100% originale!
MAZZEO – GROTTELLI- FIORAVANTI trio!
Francesco Mazzeo, chitarra & effetti collaterali
Davide Grottelli, sassofoni argentati & elettronica
Ettore Fioravanti, piatti di primissima scelta & tamburi

Ingresso 5,00 euro + tessera associazione.

VENERDI 7 OTTOBRE
ore 22.30
“PER FORTUNA CHE C’è il T9”
Francesco Mazzeo, chitarra
E tanti AMICI che l’accompagneranno.
Ingresso 5,00 euro + tessera associazione.

SABATO 8 OTTOBBRE
ore 22.30
MARCO GUIDOLOTTI presenta “ETRURIA JAZZ”
Presentazione ufficiale del nuovo CD
Marco Guidolotti, sassofoni
Enrico Zanisi, piano
Valerio Vantaggio, batteria
Francesco Pierotti, contrabbasso

“ETRURIA JAZZ” è Ingresso 5,00 euro + tessera associazione.

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La nuova stagione del Music Inn: la programmazione di ottobre

Giovedì 6 ottobre dalle ore 19grande festa per l’inaugurazione della nuova stagione del Music Inn che quest’anno celebra i 40 anni dalla sua apertura. Molto attesa è la jam session che ospita grandi nomi internazionali a sorpresa, tra questi: John B. Arnold, Maurizio Giammarco, Fabrizio Sferra, Michael Rosen, Ettore Fioravanti, Daniele Tittarelli. Lo storico locale, tempio del jazz capitolino e nazionale, che il 7 aprile scorso ha riavviato un’intensa attività di concerti, riapre in grande stile. Oltre la jam sarà presentato il libro “Music Inn, 1971-2011. Personaggi, racconti, emozioni di ieri e oggi” testo di Federico Scoppio, in occasione dei quarant’anni dall’apertura del Jazz Club. Con la prefazione, perfettamente congeniale di Giovanni Tommaso, che fu presidente dell’associazione, interviste e aneddoti raccontati dai più grandi musicisti e critici italiani da Enrico Rava a Marcello Rosa, Enrico Pieranunzi, Rita e Carla Marcotulli, Massimo Nunzi, Enzo Pietropaoli, Roberto Gatto, Adriano Mazzoletti, Riccardo Lay e molti altri. Il libro, contente un CD e un DVD con filmati storici e interviste ai personaggi di oggi sarà presentato alle ore 21. Di seguito il programma di ottobre.

PROGRAMMAZIONE OTTOBRE 

venerdì 7 ottobre ore 22
MARCELLO ALLULLI TRIO consumazione obbligatoria
Marcello Allulli, sax – Francesco Diodati, chitarra – Ermanno Baron, batteria

sabato 8 ottobre ore 22
MARCELLO ALLULLI TRIO feat. FABRIZIO BOSSO consum. obbl.
Marcello Allulli, sax – Francesco Diodati, chitarra – Ermanno Baron, batteria
Special guest: Fabrizio Bosso, tromba

giovedì 13 ottobre ore 21,30
JAM SESSION con Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, Joe Rehmer e ospiti a sorpresa
ingresso libero

venerdì 14 ottobre ore 22,30
Israel Varela Trio 
Special guest: Cristina Benitez – ballerina di flamenco
 – consum. obbl.
Israel Varela, batteria e voce – Alfredo Paixao, basso e voce – Shai Maestro, pianoforte

sabato 15 ottobre ore 22,30
BRUNO MARINUCCI TRIO consum. obbl.
Bruno Marinucci, chitarre – Pierpaolo Ranieri, contrabbasso – Marco Rovinelli, batteria

giovedì 20 ottobre ore 21,30
JAM SESSION con Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, Joe Rehmer e ospiti a sorpresa
ingresso libero

venerdì 21 ottobre ore 22,30
PAOLO RECCHIA TRIO consum. obbl.

Paolo Recchia sax contralto –  Nicola Angelucci batteria – Nicola Muresu contrabbasso

sabato 22 ottobre ore 22,30
LAURA LALA/SADE MANGIARACINA 4TET “PURE SONGS” (etich. Jazz Collection) –consum. obbl.
Laura Lala, voce – Sade Mangiaracina, pianoforte – Giacomo Buffa, contrabbasso – Alessandro Marsi, batteria

giovedì 27 ottobre ore 21,30
JAM SESSION con Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, Joe Rehmer e ospiti a sorpresa  – ingresso libero

venerdì 28 ore 22,30
CHAT NOIR “Weather Forecasting Stone” consum. obbl.
Michele Cavallari, pianoforte – Caterina Palazzi, contrabbasso – Giuliano Ferrari, batteria

sabato 29 ore 22,30
MARIO RAJA  4TET  consum. obbl.
Mario Raja, sax tenore – Enrico Bracco, chitarra – Luca Fattorini, contrabbasso – Armando Sciommeri, batteria

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