Jazz Agenda

Live Report: Wayne Shorter 4tet al Bari in Jazz 2011

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13 ottobre 2011. A coda della settima edizione del Bari in Jazz arriva a euforizzare il parco urbano dello Showville di Bari Wayne Shorter e il suo quartetto, completato da Danilo Perez al pianoforte, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria. L’attesa è pazzesca e si mastica. Tutto esaurito, e il solito povero rinunciatario dell’ultimo minuto. È un pubblico di devoti, stasera, e lo Showville diventa una cattedrale. Introito. Gesti di rito e Perez comincia a distillare, limpido, le prime note. Si affeziona a un modulo cromatico. Patitucci s’innesta lungo, scandagliando guardingo il fondo del suo contrabbasso. Spettrale Blade, quasi prepara l’agguato. Il suono di Shorter arriva, ruvido. Essenziale, snocciola poche note. Chi non conosce l’uomo potrebbe sentirsi preso in giro. Ma c’è poco da sospettare, c’è qualcosa nell’aria che ti lascia intendere che si fa sul serio. Il silenzio è religioso. È una messa. Il trio si dà da fare, sembra quasi tenti il tutto per tutto per catturare l’attenzione e ottenere l’approvazione del maestro. Lui, il Sax, centellina ogni nota, si pronuncia paziente, calmo e lascia spazio al dialogo piano-contrabbasso. Blade riempie, discreto. Un amalgama di timbri e appunti di note che vagano inquieti, apparentemente fuori ordine. Sbanda e pare cerchi nuovi appigli. Resta sulla seconda linea Shorter, come un sideman di lusso, parsimonioso. Partecipa sornione alla trama confezionata ad arte da Perez e Patitucci.

Blade carica all’improvviso, deflagra quando non te l’aspetti e polverizza. Fraseggi piegati verso il basso. Parte l’unisono del contrabbasso col piano. Le ottave di Perez al registro grave segnano un percorso cadenzato e l’intenzione di un’apertura che raggiunge l’acme e precipita. Cambia veloce, camaleontico. Shorter fischietta e accompagna la fine. Evapora e passa al contralto. Il pubblico è fermo, paralizzato. Sarà la soggezione, una forma di timor reverentialis o forse l’ansia di cannare l’applauso, di dare l’idea di non aver capito quello che il maestro ha da raccontare, stasera. Atto penitenziale. Frammentato, va per intervalli ampi che danno prospettiva a un profilo frastagliato che non trova incastro. Vaga e si rompe. Blade va giù di netto. È un crash che scuote, sveglia e spacca. Un’energia pazzesca che viene fuori all’improvviso da quell’angolo buio (nel senso di assenza di luce!) della sezione ritmica. I suoi sonagli colorano di folklore l’immaginario shorteriano. Lanciatissimo nelle dinamiche, carica, galvanizzato.

Shorter lo affianca e ne incoraggia l’implosione. Raggiunge l’acme, si incaglia in un frammento strillatissimo che cerca consenso prima di atterrare. Gloria. Evocativo il contrabbasso di Patittucci. Il Sax gorgheggia in seconda linea. È una percezione sempre più forte. È un magma che si muove senza direzione. Quando arriva il chorus (che mette anche un certo disagio chiamarlo così) hai la sensazione di essere arrivato a meta, ma è un’illusione che dura poco. Basta un attimo, e l’hai persa. Ogni idea che Shorter lancia è seguita, articolata e massimizzata dal trio. Una liturgia di umori e tinte forti che montano e perdono consistenza quando meno te l’aspetti. Omelia. Divertente il gioco. Perez si trastulla con una bottiglia di plastica, ne disturba la forma, la sfrega contro la cordiera. Blade lo svela. Shorter fischietta e quando riattacca allo strumento smonta di netto tutta la diffidenza dell’inizio. Dopo aver fatto divertire i ragazzi, il maestro interviene e lascia una di quelle lezioni che non dimentichi facilmente. Severo e ironico. Va via, e ti resta in bocca il sapore di qualcosa di bello, che forse è durato troppo poco. E anche tu che non lo conoscevi, ti accorgi che t’ha convinto. Professione di fede. Si reclamano i bis, quelli che ci speri e che comunque non ti aspetti. Shorter rientra, a passo felpato, e ti regala uno spettacolo unico. Sprigiona un’energia rilassata e abbagliante, da star, che resta e fa la differenza. È l’uomo del secondo tempo. Lui, la punta di diamante. Il celebrante.

Eliana Augusti

foto di Federica Giura

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Finali dell’European Jazz Contest a Villa Carpegna

Villa Carpegna, nella cornice del festival ‘Odio l’Estate‘, ospiterà il 18 luglio la finale della quarte edizione dello European Jazz Contest, organizzato dal Saint Louis College Of Music. Il giorno prima ci si riscalderà con una ‘Jazz Marathon’ a ingresso libero a partire dalle 19. Fino a mezzanotte si esibiranno giovani talenti e noti artisti internazionali a chiusura dei seminari estivi Roma Jazz’s Cool. Parteciperanno 80 musicisti provenienti da tutta Europa e i docenti dei seminari John Patitucci, Joe La Barbera, Lage Lund, Ramberto Ciammarughi, Anita Wardell e molti altri. Il giorno dopo le finali saranno precedute dallo show della band vincitrice della scorsa edizione: il Piero Bianculli Trio, originario di Rotterdam. Le composizioni dell’ensemble nascono essenzialmente come improvvisazioni naturali, alle quali ognuno dei musicisti contribuisce ai fini della creazione di un sound unitario. Il trio ha uno stile jazzistico contemporaneo, con influenze provenienti dal jazz e dal rock anni ’70 e con un leggero tocco di be bop, pop e latin.

Si sfideranno poi le sette formazioni emergenti giunte in finale: Benoit Berthe “Back” 4tet (Francia),Catville 5tet (Italia), Donald Simoen 4tet (Olanda), Eyes Shut Tight (Inghilterra), Marco De Gennaro Jazz Project (Italia), Nido Workshop (Italia), Shuvali (Olanda). Vinca il migliore!

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Enrico Pieranunzi protagonista a Villa Carpegna

Doppio appuntamento al Festival di Villa Carpegna Odio l’Estate con il maestro Enrico Pieranunzi che domani, 14 luglio, salirà su questo palcoscenico con il pianista Danilo Perez e venerdì 15 luglio in trio con il contrabbassista John Patitucci e con il batterista Joe La Barbera. Enrico Pieranunzi è da molti anni tra i protagonisti più noti e apprezzati della scena jazzistica internazionale.
Pianista, compositore, arrangiatore, ha registrato più di 70 cd a suo nome spaziando dal piano solo al trio, dal duo al quintetto e collaborando, in concerto o in studio d’incisione, con Chet Baker, Lee Konitz, Paul Motian, Charlie Haden, Chris Potter, Marc Johnson, Joey Baron.
Pluripremiato come miglior musicista italiano nel “Top Jazz”, annualmente indetto dalla rivista “Musica Jazz” (1989, 2003, 2008) e come miglior musicista europeo (Django d’Or, 1997) Pieranunzi ha portato la sua musica sui palcoscenici di tutto il mondo esibendosi nei più importanti festival internazionali. È l’unico musicista italiano di sempre e uno dei pochissimi europei ad aver suonato e registrato (luglio 2009) nello storico “Village Vanguard” di New York.
E veniamo alle serate vere e proprio. Il concerto di domani prevede due giganti del pianoforte mondiale, una sfida, una partita, un gioco a 4 mani tra influenze mediterranee, latine e d’oltreoceano.

Lo straordinario pianista e compositore Danilo Perez è tra i musicisti più influenti e dinamici del nostro tempo. In poco più di un decennio, la sua impronta originale del jazz pan,americano (un mix di musica delle Americhe, folk e world music) ha attirato critici curiosi ed un pubblico sempre più numeroso ed entusiasta. Il talento dirompente di Danilo e il suo entusiasmo rendono i suoi concerti memorabili. Sia come leader del suo gruppo che in tour con mostri sacri del jazz, Danilo sta lasciando una sua impronta decisa nella musica contemporanea, guidato, come sempre, dal suo amore per il jazz. Danilo oggi suona principalmente assieme a Ben Street e Adam Cruz, vicini a lui per formazione e sensibilità musicale. Il nuovo album è uscito nella primavera del 2010 per la Mack Avenue Records.

Anche John Patitucci, che vedremo venerdì insieme a Pieranunzi, merita una breve presentazione. Nato nel 1959 a Brooklyn, New York, ha cominciato a suonare il basso elettrico all’età di 10 anni e ha iniziato a comporre ed esibirsi all’età di 12. All’età di 15 anni si è interessato al basso acustico ed all’età di 16 al piano. Passa rapidamente dalla musica soul e rock verso il blues, il jazz e la musica classica. I suoi gusti eclettici lo hanno indotto ad esplorare tutti i tipi di generi sia come musicista che come compositore. John ha studiato contrabbasso all’università di Stato di San Francisco e all’università di Long Beach. Nel 1980, ha continuato la sua carriera a Los Angeles come musicista in studio e artista jazz. La sua collaborazione con Chick Corea, iniziata nel 1985, gli ha fatto guadagnare una certa fama in tutto il mondo e lo ha messo in prima linea nel mondo del jazz. Le sue molte registrazioni con la Chick Corea’s Elektric Band and Akoustic Band, le sue sei registrazioni da solista per GRP Records e le sue registrazioni successive gli hanno portato a guadagnare due Grammy Awards (uno per la musica ed uno per la composizione) e oltre quindici nomination ai Grammy. Da quando si è trasferito nei pressi di New York, nel 1996, John ha continuato a lavorare sia con il suo gruppo sia in molte altre collaborazioni. Ha fatto il giro del mondo con il suo progetto chiamato “John Patitucci Quartet”. Nel 1996 ha firmato con la Concord Jazz ed ha pubblicato cinque dischi con la loro etichetta: One More Angel, Now, Imprint, Communion and Songs, Stories and Spirituals. Le due registrazioni più recenti sono state nominate per il Grammy Awards nella categoria “composizione”. John inoltre ha realizzato delle tournée con il suo trio di chitarra che comprende il chitarrista Adam Rogers e una serie di artisti alla batteria tra cui Brian Blade, Clarence Penn e Nasheet Waits. Dopo aver esplorato diversi stili di composizione nei vari dischi in cui ha partecipato, Patitucci ha continuato e continua ancora a comporre per molti media musicali.

 

14 LUGLIO, 
PIERANUNZI/PEREZ DUO
Enrico Pieranunzi, pianoforte
Danilo Perez, pianoforte

biglietto €10 – ingresso gratuito fino alle 20 e dopo le 23
Produzione originale

 

15 LUGLIO, 

PIERANUNZI/PATITUCCI/LA BARBERA TRIO
Enrico Pieranunzi, pianoforte
John Patitucci, contrabbasso
Joe La Barbera, batteria

biglietto €10 – ingresso libero prima delle 20 e dopo le 23
JAZZ’S COOL in collaborazione con CAMJazz

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Torna ‘Odio l’estate’ a Villa Carpegna

Torna nello straordinario parco di Villa Carpegna ODIO L’ESTATE, in una veste rinnovata, un mese di musica con oltre 50 concerti; sul palco nomi intriganti del jazz, del blues, della musica d’autore e popolare italiana e internazionale, una rassegna viva e innovativa, per la presenza di straordinari artisti da tutto il mondo, per le produzioni originali, per la qualità della proposta che dal jazz risale controcorrente fino alle tradizioni della tarantella, alla ricerca dell’istinto musicale in cui affondano le nostre radici. Per il coinvolgimento di oltre cento giovanissimi artisti, l’unica risorsa in grado di riqualificare il nostro Paese e sulla quale valga la pena di investire. Per l’organizzazione artistica del Festival, una squadra di menti giovani e fresche neanche quarantenni, diretta da Stefano Mastruzzi, tutti con una straordinaria esperienza alle spalle. Una direzione energica che ha il coraggio di sperimentare e di cambiare pelle ogni stagione, in una dialettica ricerca di nuovi mondi. Il Festival di Villa Carpegna “Odio l’Estate” realizzato con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, è prodotto dall’Associazione Il Trattato del Capitano con l’immancabile e prezioso supporto del Saint Louis di Roma, una scuola con più di 1.800 allievi ogni anno che sforna i musicisti di oggi e di domani, è una manifestazione che ospita diverse rassegne: CAM JAZZ NIGHT: 6 e 7 luglio – I edizione ROMA TARANTELLA FESTIVAL: 8 e 9 luglio – II edizione ROMA JAZZ’S COOL: dal 10 al 18 luglio – VII edizione BLUES KNIGHTS: 20 e 21 luglio – I edizione ODIO L’ESTATE – parte prima dal 22 al 25 luglio UNA STRISCIA DI TERRA FECONDA: 26 – 30 luglio – XIV edizione ODIO L’ESTATE – parte seconda dal 31 luglio al 5 agosto. Odio l’Estate, offre ben 20 concerti gratuiti, dimostrando di svolgere una funzione di promozione sociale e culturale di spessore, in linea con i principi divulgativi che caratterizzano il Saint Louis College of Music, da 35 anni fra le più note realtà europee.

Anche quest’anno numerose sono le proposte di concerti originali, con artisti internazionali e musicisti italiani, in formazioni nuove e inusuali, nate e pensate appositamente per il Festival di Villa Carpegna:

Sheila Jordan con Enrico Zanisi Trio: un concerto che ha generato grandi aspettative per il contrasto generazionale fra l’ottantaduenne ben nota cantante di Detroit Sheila Jordan e il trio di un pianista poco più che ventenne, un talento precoce e geniale.

Carta bianca – Enrico Pieranunzi: in collaborazione con CAMJAZZ, tre serate dedicate al pianista romano più famoso nel mondo, in un duo straordinario con Danilo Perez, con il trio John Patitucci e Joe La Barbera e con un quintetto di star, Rosario Giuliani, Flavio Boltro, Dedè Ceccarelli, John Patitucci.

Lage Lund: un giovanissimo chitarrista d’avanguardia apprezzato in tutto il mondo con un altrettanto giovane quartetto italiano.

Rosario Giuliani in una formazione internazionale con Joe La Barbera, Roberto Tarenzi e Darryl Hall. E non poteva mancare fra le giovani proposte la straordinaria pianista Chihiro Yamanaka.

CAMJAZZ: L’etichetta jazz che si è sempre contraddistinta per la raffinatezza e la ricercatezza delle proprie produzioni, partner e sponsor tecnico del festival di Villa Carpegna, propone oltre alla carta bianca di Enrico Pieranunzi, due serate esclusive con le ultime produzioni di artisti d’avanguardia del jazz scandinavo e il quintetto del giovane Fulvio Sigurtà.

ROMA TARANTELLA FESTIVAL: a seguito dell’enorme riscontro di pubblico dello scorso anno, oltre 4000 persone in due giorni, Odio l’Estate ripropone una doppia serata con sei orchestre originali provenienti dalla Calabria e dalla Campania, con Mimmo Cavallaro & Taranproject feat. Bungaro e Carlo D’Angiò, Sciarabballo e molti altri e la direzione artistica di Eugenio Bennato.

BLUES KNIGHTS: il primo appuntamento con il Blues a Villa Carpegna, con il quintetto di Roberto Ciotti e la collaborazione internazionale del chitarrista Lello Panico con il cantante e autore Tollak.

GIOVANI ARTISTI: la grande forza promozionale attivata dal Saint Louis negli ultimi anni ha portato alla ribalta centinaia di musicisti, creando opportunità di lavoro e di carriera professionale. Oltre 120 i ragazzi coinvolti in apertura dei concerti e in alcuni casi anche al fianco di artisti affermati. In un contesto nazionale dove si ascoltano spesso gli stessi progetti che girano l’Italia, la musica dei giovani al Festival di Villa Carpegna costituisce un’importante occasione per il pubblico, per conoscere e apprezzare le nuove tendenze e le nuove voci della musica contemporanea. Le proposte di giovani talenti spaziano dal jazz alla canzone d’autore.

STRISCIA DI TERRA FECONDA: La quattordicesima edizione del Festival franco-italiano diretto da Paolo Damiani e da Armand Meignan, un esempio di prolifica e duratura collaborazione internazionale. Di altissimo livello la proposta artistica all’interno della quale anche la giovanissima e premiata contrabbassista Silvia Bolognesi e l’affascinante voce di Ludovica Manzo, cresciuta nelle fila del Saint Louis, ora al fianco di Paolo Damiani. Un totale di 5 doppi concerti, un gruppo francese e un gruppo italiano ogni sera, fra cui Antonello Salis, Danilo Rea, Dado Moroni.

ROCK&SOUL: Unica esibizione nel centro Italia per Frank McComb e il suo progetto “A new beginning”. Da notare il 3 agosto “Shining-il cineconcerto”, la proiezione del film di Kubrick con una colonna sonora riconcepita live in chiave rock dal gruppo Ranestrane del batterista Daniele Pomo. Odio l’Estate propone inoltre concerti di musica d’autore, con Filippo Tirincanti e Fabrizio Bosso e il giovanissimo Davide Di Lecce. E ancora Frankie & Canthina Band con la presentazione dell’ultimo lavoro discografico e una speciale serata dedicata agli artisti provenienti da Martelive in chiusura del Festival, il 5 agosto.

Per maggiori informazioni:

http://www.odiolestate.it

info@odiolestate.it

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