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Federica Michisanti racconta Isk: “Un disco come consolidazione della mia personalità musicale”

Un progetto dal sapore intimo e introspettivo dove le melodie dei tre strumenti si intrecciano dando vita a spunti interessanti con un risultato originale e inaspettato. Si presenta così Isk secondo disco che porta la firma di Federica Michisanti pubblicato nel 2017 dall’etichetta Filibusta Records, leader di questo trio che prende il nome di Trioness. Hanno partecipato a questa avventura il pianista Simone Maggio, già sodale nella precedente avventura discografica e il polistrumentista Matt Renzi al sax tenore, oboe, corno inglese e clarinetto basso. Una formazione caratterizzata dall’assenza della batteria con tante peculiarità caratterizzata da una brillante composizione. Ne abbiamo parlato proprio con Federica Michisanti:

Il mio progetto - ci spiega - è un trio senza batteria di nome "Trioness" (che è anche il titolo del primo album del 2012). Trioness è un termine che ho inventato aggiungendo il suffisso "ness" alla parola trio. L'idea mi venne dal nome di un disco di duetti di Charlie Haden, "Closeness duets" . Dapprima usai "Duoness" quando suonavo in duo con Simone Maggio, poi, appunto, è arrivato "Trioness" ad indicare la mia personale idea di suonare in questo tipo di formazione, ossia attuare un'intenzione comune di interagire gli uni con gli altri, mettendosi a disposizione della musica e di quello che succede attimo dopo attimo, superando ciascuno il ruolo funzionale previsto dal proprio strumento e creando costantemente insieme agli altri una nuova trama sonora.Ovviamente questo richiede una grande affinità con i musicisti con cui suono, presenza costante ed una reciproca fiducia e prodigalità nel lasciare spazi vuoti. Quando nel 2010 ho iniziato a provare i pezzi che scrivevo, mi mancava il batterista, ma mi accorsi subito che questo tipo di formazione mi offriva l'opportunità di lavorare in maniera diversa e di andare verso questa idea di trio che ho appena esposto. Quindi iniziai ad arrangiare la musica appositamente per un trio drum less, lavorando sia sulle composizioni che nell'improvvisazione in maniera contrappuntistica. Del trio fanno parte Simone Maggio al piano, con il quale suono ormai da parecchi anni, e Gianluca Vigliar al sax tenore.

Federica Michisanti ci spiega anche il percorso che dapprima ha portato alla nascita del primo disco, Trioness, e in seguito a questo secondo progetto:

Il secondo disco, che si intitola "Isk" ( una parola araba che vuol dire "Amore") e che è uscito a gennaio di quest'anno con la Filibusta Records, l'ho registrato alla fine del 2015 insieme a Simone Maggio e Matt Renzi, che ha suonato non solo il sax tenore, ma anche il clarinetto basso, l'oboe ed il corno Inglese. Ho scelto di suonare con lui anche per questa sua versatilità negli strumenti a fiato oltre che al suo magnifico fraseggio che si presta benissimo alla mie composizioni ed alla formazione. La realizzazione di questo secondo lavoro è stata, dopo una pausa di qualche anno dalla registrazione del primo, un'esigenza improvvisa di riprendere a suonare seguendo la mia idea musicale; il che mi ha portato alla rapida decisione di incidere. Avevo molto materiale originale che pensavo fosse arrivato il momento di fissare in una registrazione e mi sentivo pronta a suonare la mia musica con più esperienza e consapevolezza rispetto al primo disco. Il periodo passato tra i due album è stato un percorso verso me stessa, non solo musicale, uno scavare sempre più a fondo cercando di fare silenzio (non a caso "Hush" è il titolo della prima traccia) per arrivare al mio modo di scrivere e suonare, cercando di lasciare spazio al mio personale senso musicale, all'utilizzo di quegli intervalli, quelle geometrie armoniche e quelle sonorità che sento dentro di me quando mi siedo a scrivere. Il viaggio ovviamente non è ancora finito, ma sicuramente la strada è intrapresa.

 Un disco che per Federica Michisanti rappresenta senza dubbio un traguardo ed il raggiungimento della maturità artistica. A proposito la contrabbassista romana conclude dicendo che:

Questo nuovo disco per me rappresenta dunque la consolidazione della mia personalità musicale, il raggiungimento di una maggiore consapevolezza della mia identità come compositrice e contrabbassista. Se nel primo mi sono affacciata un po' in punta di piedi alla musica, in questo ho preso una direzione con un'intenzione più cosciente e decisa. Scrivo e suono quello che sento, non c'è molta scelta in questo. "ISK" è lo specchio di me stessa nella musica e sono contenta che al mio fianco nella sua realizzazione ci siano stati due grandi musicisti, i quali hanno permesso alla musica di "essere" nel migliore dei modi che avrei potuto volere.

 

 

 

 

 

 

 

 

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