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Roberto Gatto sulla didattica a Fara Music: “Una possibilità per confrontarsi con diverse realtà”

Come nelle precedenti edizioni, anche quest’anno al Fara Music Festival si rinnova l’appuntamento con la didattica, vero e proprio punto cardine della rassegna che richiama studenti da tutta Italia e docenti di livello internazionale. La rassegna che si terrà da 25 al 31 luglio 2016 sarà ancora una volta spunto per incontri e workshop utili a creare sinergie e a generare nuovi talenti. Ma quali sono i punti di forza di queste iniziative? Lo abbiamo chiesto a Roberto Gatto che in questa edizione sarà membro del corpo docenti del Festival.

Roberto, per cominciare parlaci tua esperienza nelle precedenti edizioni del Fara Music?

Per quanto riguarda Fara Music in precedenza ho già avuto un’esperienza live e un’altra in cui ho lavorato nella didattica e anche dal punto di vista concertistico. Questo, dunque, è il secondo anno in cui mi troverò a fare entrambe le cose e visto che nelle passate edizioni è andato tutto e bene, sono molto felice di partecipare ancora una volta con questa doppia veste di concertista e docente.

Quali sono secondo te i punti di forza della didattica all’interno del Fara Music?

Senza dubbio uno dei punti di forza della manifestazione sta nella possibilità di avere un corpo docenti misto, fatto di musicisti italiani ed americani. In questo modo i ragazzi hanno un’ottima occasione per studiare musica attraverso due punti di vista differenti. A questo aggiungo che gli americani dal punto di vista della didattica hanno davvero una marcia in più e possono trasmettere tanto agli studenti.  Quello che dico sempre è che se tutte queste realtà fossero esistite quando ero studente a quest’ora saremo certamente in una posizione migliore dal punto di vista dell’apprendimento. Parliamo infatti di occasioni d’oro attraverso le quali gli studenti ricevono il meglio della musica internazionale e nazionale. Insomma, fortunati loro!

Per quanto riguarda il clima che si respira all’interno della Summer School cosa ne pensi?

Oltre al fatto che la Summer School offre la possibilità di avere più confronti e di studiare con diverse realtà, posso dire che i musicisti stranieri vengono con piacere sia per i concerti che per la didattica. Il clima che si respira, infatti, è bellissimo, i luoghi sono stupendi e durante tutta quella settimana di musica c’è un ottima accoglienza e grande serenità.

La didattica svolta lontano dai grandi circuiti quali vantaggi porta agli studenti?

Nel caso di Fara Music, avere una bella location dove oltre a studiare si può anche ascoltare buona musica, è una formula interessante. Tutti gli studenti interessati ad apprendere il jazz hanno una bellissima occasione perché parliamo di una formula utile ed interessante per studiare, suonare, farsi sentire e per far girare il proprio nome. Da queste classi, inoltre, sono usciti musicisti interessanti e tanti ragazzi che hanno perfezionato la tecnica e cominciato a svolgere attività concertistica semi professionale o addirittura professionale. In sintesi non si viene soltanto per studiare ma anche per mettersi in luce.

Quali saranno, invece, i percorsi didattici che svolgerai all’interno di questa edizione del Fara Music?

Dipende tutto dal livello dei ragazzi che verranno al Festival. Se avrò una classe con un livello avanzato parleremo soprattutto di interpretazione e del ruolo che occupa la batteria all’interno dei gruppi; se invece il livello sarà più basso lo studio si baserà sui rudimenti della batteria. Inoltre faremo anche delle classi di musica d’insieme all’interno delle quali suoneremo brani originali ed altri della tradizione. Non ti nascondo, inoltre, che questo lato dell’insegnamento legato ai laboratori e allo studio collettivo è quello che preferisco e che apprezzo di più.

Un’ultima domanda prima di concludere l’intervista. All’inizio ci hai detto che sarai a Fara Music anche in veste di musicista: con chi suonerai durante la manifestazione?

Suonerò con un trio composto da Sam Yahel, un fantastico pianista ed organista americano, e con Dario Deidda, anche lui già presente in diverse edizioni del Fara Music. Abbiamo scelto il trio perché abbiamo già organizzato un tour con questa formazione che in seguito sarà completata da un sassofonista. Ancora non so dirti cosa suoneremo, ma faremo un concerto basato su progetti originali piuttosto che standard. E’ tutto da decidere e staremo a vedere!

 

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