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IFA Quintet: “Una ricerca incentrata sul groove, la melodia e l’improvvisazione”

È uscito per l’etichetta Emme Record Label il disco d’esordio del quintetto IFA dal titolo omonimo. Un progetto raffinato, dal grande senso melodico che si esprime attraverso il linguaggio universale della musica, cercando di non chiuderla nelle barriere degli stili o dei generi. La band, che si è formata dopo il percorso di studi nella Siena Jazz University, è composta da Francesco Assini alla tromba, Matteo Fagioli al sax, Michele De Lilla al piano, Fabio Angeli al basso e da Giuseppe Salime alla batteria. Ecco il racconto di questa nuova avventura.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

IFA è un disco strumentale che è stato registrato nel settembre 2022. In esso troviamo composizioni originali dove spicca una ricerca incentrata principalmente sul groove, la melodia e l’improvvisazione, con alla base un’impronta prettamente jazzistica. Il disco si apre con Pop Song, scritta da Michele de Lilla che ha un andamento cadenzato ed è senza dubbio quella che più si avvicina a una forma “canzone” grazie a una melodia diretta e immediata molto riconoscibile. Floating on the surface, di Francesco Assini, rappresenta invece un omaggio alla spensieratezza ed è caratterizzato all’inizio da un suono quasi etereo dove i fiati fraseggiano alla perfezione con grande lirismo. In un secondo momento la dinamica diventa più sostenuta e subentra un pianoforte dall’andamento più cadenzato che poi lascia nuovamente la parola alla tromba, al sax e anche al basso nell’estro improvvisativo. Possibilities, sempre di Assini, è un brano dal carattere più sinuoso e introspettivo che descrive in musica le scelte che si possono prendere nella vita.  Holding you at distance è scritto a quattro mani con la prima parte che porta la firma di Fabio Angeli, caratterizzata da un tema limpido e diretto, mentre la seconda, più introspettiva e contemplativa, è stata composta da Michele de Lilla. Prayer è invece una composizione dai tratti più malinconica, quasi onirica e in certe fasi anche minimale che mantiene sempre un grande senso melodico, caratteristica peculiare della band. Questa breve descrizione è un incipit, il più possibile oggettivo, per consigliarvi all’ascolto del disco, così da sviluppare delle impressioni personali e soggettive da ascoltatore.

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Il progetto nasce nelle aule della Siena Jazz University dalle ceneri di diversi progetti e gruppi che non sono stati longevi, ma necessari per capire a fondo quale potesse essere la formazione con la quale poter esprimere la nostra musica al meglio. Nel 2020 IFA nasce in qualità di trio con pianoforte, basso e batteria. Ad inizio 2022 il trio sente la necessità di solisti chiamando Matteo Fagioli al sax contralto e successivamente Francesco Assini alla tromba. Con questa formazione a settembre dello stesso anno registra il disco. Il progetto, dopo la registrazione, si sta piano piano discostando dalle sonorità acustiche, ad esempio viene utilizzato il Rhodes al posto del pianoforte. I brani che stiamo proponendo nei nostri live hanno sonorità legate a neo-soul, hip hop

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Questo lavoro è stato sicuramente un punto di partenza nato dal bisogno di fare un progetto il più longevo e serio possibile. L’atto di registrare un lavoro discografico, in virtù di musicisti, rappresenta la serietà, la dedizione e l’ amore in quello che facciamo. Paragonerei questo lavoro più che a una fotografia a un dipinto. Come un pittore il musicista, soprattutto  in giovane età, tende a evolversi continuamente quindi il disco come il dipinto mette in luce oltre alle abilità tecniche anche i propri sentimenti e quello che si prova in quel preciso istante. La bellezza della musica presente in questo progetto è che si rinnova ogni qualvolta che viene eseguita, che sia alle prove o in una situazione di live session. Ciò può scaturire un continuo sviluppo degli stessi brani all’interno del disco.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Il futuro è sempre un'incognita; il nostro progetto ha sempre subìto una continua evoluzione: è nato con la formazione in trio e si è  allargata in seguito a quintetto, con l'aggiunta dei fiati che hanno cambiato  nettamente il suono del gruppo. Ancora adesso quando riascoltiamo il disco, a distanza quasi di un anno dalla data delle registrazioni, notiamo differenze nel modo di suonare sia individualmente che come gruppo. Ognuno ha la propria vita, il proprio carattere e il proprio modo di esprimersi, sia nella musica che nella vita quotidiana; ma soprattutto ognuno di noi ha la propria storia da raccontare e lo fa attraverso la musica. E il risultato  che viene fuori è sempre una sorpresa, piacevole o meno. Quindi preferiamo non dare troppo peso ad una futura evoluzione del progetto, ma esprimere al meglio noi stessi nell'immediato presente.

 

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