Pubblicato dall’etichetta Label Glider Media Group Ltd, Dall’Infinito al Mondo è il secondo lavoro discografico del chitarrista Antonio Ragosta. Un progetto che fonde jazz, blues, rock, musica classica ed atmosfere mediterranee e che ha visto la partecipazione di numerosi musicisti di grande livello quali Pasquale Angelini (batteria), Stefano Napoli (contrabbasso), Teresa Matrone (voce), Davide di Pasquale (trombone), Gianluca Vigliar (Sax Tenore), Sergio di Leo (Sax Soprano), Angelo Maria Santisi (violoncello). Antonio Ragosta ci ha raccontato questa avventura:
“Dall’infinito al mondo è un album di canzoni, ciascuna delle quali rappresenta una parte di me. Ecco perché, quando me lo chiedono, mi risulta difficile inquadrare il disco in un genere musicale preciso. Ho lasciato emergere la mia anima etnica in “Notte a Cartagine”, pezzo pieno di Africa e di ricordi di una splendida esibizione all’Acropolium di Cartagine dove ho presentato il mio primo disco; mi sono lasciato andare al puro groove in “Dindirindi”, e al blues trasognante in “Leggera”; ho lasciato mescolare la mia formazione accademica jazz con le mie origini partenopee nel brano “In volo” che potrei definire “una villanella in chiave jazz”; ho omaggiato il mio amore per il cinema e la letteratura nel brano “Matu Maloa” che forse rivela una delle principali caratteristiche di questo mio lavoro: la forza visiva che questi brani esprimono, in uno stile qualcuno ha efficacemente definito “cinematografico”. Il titolo vuole riferirsi al modo in cui nascono i miei brani, che “prendono vita”, emergono “dall’infinito al mondo”. Allo stesso modo immagino nascano le opere in quasi tutte le forme di espressione artistica, e anche l’opera più complessa e misteriosa di tutte: l’essere umano. Così, proprio mentre lavoravo a questo disco, ho vissuto l’esperienza più incredibile che un uomo possa vivere: sono diventato papà, di due bambine, e mi sono interrogato sul mistero. Molte delle risposte sono diventate brani, fornendomi la chiave di lettura di una serie di appunti musicali: dall’infinito al mondo, come una nascita, una presa di coscienza, un avvento.”
Antonio Ragosta ci racconta anche il percorso musicale che ha portato alla nascita di questo secondo lavoro discografico:
“Dall’infinito al mondo è il mio secondo album da solista, con il quale ho provato a sviluppare il discorso iniziato nel primo disco “Il mare e l’incanto a Roma est”, lasciando ancora più spazio alla creatività e all’immaginazione. Del primo disco confermo la cantabilità dei brani, che qui rendo ancora più evidente con l’aggiunta di una voce femminile. Negli anni, ho inoltre avuto modo di approfondire le possibilità tecniche ed espressive di altri strumenti cordofoni appartenenti a tradizioni musicali diverse quali Oud e chitarra portoghese, che ho inserito in questo mio lavoro. E’ un lavoro che ha preso linfa vitale dalle molteplici esperienze e collaborazioni avute in questi ultimi anni, dai numerosi concerti e chilometri percorsi, e dal prezioso contributo di persone incontrate sul mio cammino, alcune delle quali diventate cari amici, che mi hanno donato consigli, professionalità, critiche, suggerimenti, e che hanno arricchito questo disco. Ad esempio Pasquale Minieri che, con una cura che potrei definire “di altri tempi”, ha registrato e missato il disco, facendo in modo che venisse fuori proprio come lo immaginavo io. Gianluca Di Furia che ha creduto nel mio progetto e ha pubblicato il disco. Dario Zigiotto che ha scritto di me come se mi conoscesse da sempre. Ed i musicisti della mia band, la cui personalità ed il cui talento hanno reso unico questo lavoro.”
Un disco che inoltre rappresenta una sintesi di esperienze avvenute negli ultimi tempi:
“Questo disco racchiude la mia naturale esigenza di esprimere e sintetizzare attraverso uno schema narrativo sempre presente nei brani tutta una serie di esperienze vissute e influenze assorbite negli anni, lasciandomi una fotografia del musicista che ero quando l’ho registrato. Inutile dire che oggi sono già un altro. Ed è una cosa evidente quando mi esibisco dal vivo: quel momento raccolto nel disco è unico e irripetibile, mentre i brani che ne fanno parte si muovono e cambiano insieme a me.”