Pubblicato dall’etichetta Emme Record Label il 5 novembre del 2024, Evidence è il nuovo disco dei Blewitt che vede la partecipazione di Rosario Giuliani al sax contralto: una “Produzione realizzata nell’ambito del progetto LAZIOSound, finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri”. Un lavoro in cui si fondono il jazz contemporaneo, la musica classica e il rock dove non mancano momenti di improvvisazione che permettono alla formazione di esplorare nuovi territori, creando un viaggio in continua evoluzione. Il gruppo è composto da Stefano Proietti al pianoforte, Oscar Cherici al basso elettrico e Gian Marco De Nisi alla batteria e percussioni. Ecco il loro racconto a Jazz Agenda.
Per cominciare l’intervista parliamo subito del disco, vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?
“Evidence, album che è stato realizzato dai Blewitt con la partecipazione di Rosario Giuliani, in quartetto, è un progetto dove il jazz contemporaneo si fonde con la musica euro-colta, in un viaggio in continua evoluzione. La cosa interessante è che questo disco è stato realizzato dopo un live che abbiamo fatto con Rosario un po’ di tempo fa, dove abbiamo potuto sperimentare l’unione del suo grandissimo linguaggio ed esperienza con le idee del trio. Dopo questo live, fortunatamente abbiamo fatto questo bando di Lazio Sound e dopo averlo vinto siamo riusciti a cristallizzarlo e a pubblicarlo. Quindi è sostanzialmente un viaggio in continua evoluzione che ha come obiettivo la sperimentazione sonora, cercando di creare un linguaggio che unisca l’estemporaneità del jazz con gli elementi legati più alla musica visiva. Rosario Giuliani ha dato un contributo importante, un tocco lirico, narrativo, a tutta la musica che abbiamo scritto appositamente per il disco.”
Raccontateci adesso la vostra storia, come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?
“Questo progetto è nato nel 2018, quasi otto anni fa. Io e Oscar ci siamo conosciuti in un festival tra conservatori, dove lui rappresentava i nuovi talenti del jazz del Conservatorio di Frosinone e io del Conservatorio di Roma, con i rispettivi Ensemble. In questa occasione sono nate subito una grande sintonia, un’amicizia solida e soprattutto condivisione di idee musicali. A seguito di questo incontro abbiamo pensato di fare questo gruppo, proprio perché abbiamo molte idee in comune. Oscar aveva già suonato con Gianmarco in diverse occasioni e l’ha portato all’interno dando vita al trio. La nostra musica si è evoluta tantissimo nel tempo, ma l’amicizia è rimasta intatta. Infatti, ognuno ha le sue influenze e il suo stile, che nel tempo si è evoluto grazie alla fiducia reciproca. Proprio per questo siamo riusciti a fare molte cose dal vivo, sia nell’ambito jazz che pop, uscendone rafforzati.”
Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose, una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza, per poi cosa rappresenta?
“Una domanda difficile, perché tutte e tre le risposte sono possibili. Un album, dal punto di vista creativo, della composizione e arrangiamento, richiede tempo, anche soltanto scrivere un pezzo, portarlo alle prove e suonarlo con gli altri musicisti. Di conseguenza condividerlo con gli altri e fare in modo che portino le loro idee è legato al presente sicuramente. Per questo una fotografia del momento può essere una risposta valida, perché ogni brano è una fotografia del momento e rappresenta un’emozione vissuta in un determinato istante della vita. Allo stesso tempo un progetto discografico è un punto d’arrivo perché è un modo per rendere concreta la fase compositiva. Ma è anche un punto di partenza, perché per arrivare a questo punto di arrivo bisogna partire da una fase creativa, e di esperienze non soltanto musicali ma anche umane.”
Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti noti o anche meno noti che per voi sono stati davvero importanti?
“Sicuramente sì, la cosa bella è che ognuno di noi ha i suoi riferimenti. Ogni volta che ci vediamo anche solo per bere un caffè, condividiamo degli ascolti che magari un’altra persona non conosce. Le influenze e gli artisti a cui facciamo riferimento arrivano sicuramente dalla musica colta, a partire da Stravinsky, Ravel, Mahler, per arrivare poi al jazz di Chick Corea, Herbie Hancock, McCoy Tyner, Quincy Jones, Roy Hargrove, Brad Mehldau. Sono veramente molti gli ascolti che facciamo, e sono importanti sia nell’esperienza individuale che di gruppo.”
Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?
“Non lo so, il futuro è ancora da scrivere e credo che bisogna essere sempre aperti a ciò che può arrivare. Bisogna sempre avere un mindset positivo, aperto e fare in modo che la nostra mente possa accogliere delle nuove informazioni, e di conseguenza portare queste nuove informazioni all’interno della nostra musica. Speriamo di fare collaborazioni con altri artisti, realizzando altri progetti, anche di diverso genere. Non è un caso che il nostro secondo album si intitoli “Exploring New Boundaries”, perché il nostro obiettivo è quello di non porci assolutamente alcun limite, di fare quante più collaborazioni possibili con artist italiani e stranieri. Le nostre evoluzioni saranno tutte quante da vivere e da verificare sul campo.”
Ultima domanda, chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro, avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?
“Abbiamo dei concerti in cantiere, e invitiamo il pubblico ai due eventi che faremo a fine dicembre, il 27 a Casperia e il 28 dicembre invece a Monterotondo, dove porteremo sul palco il nostro ultimo album “Evidence”. Inoltre abbiamo qualche nuova registrazione da portare avanti ma non mi sento di spoilerare nulla al momento. La nostra ambizione rimane quella di essere sempre attivi, di non smettere di creare, di scrivere nuova musica. Sicuramente una cosa che ci piacerebbe realizzare è un tour con Rosario Giuliani, su cui stiamo cercando di lavorare proprio per concretizzare dal vivo la bellissima esperienza che abbiamo avuto in studio.”