Un album dove la chitarra è la vera protagonista che si ispira alla tradizione lasciataci dal grande Django Reinhardt. Si presenta così Sleeping Beauty, disco d’esordio di Jacopo Delfini al quale hanno partecipato musicisti come Michele Frigoli alla chitarra, Mauro Negri al clarinetto, Claudio Ottaviano al contrabbasso) Andrea Aloisi al violino,  e Alex Carreri al contrabbasso (in Nuages). Jacopo Delfini ci ha raccontato come è nata questa avventura:

“Sleeping Beauty” è una raccolta di brani originali, più la cover di “Nuages” di Django Reinhardt. Il linguaggio musicale si ispira alla tradizione nata dall’opera di Reinhardt, che è, in sostanza, una delle più alte espressioni, per originalità e profondità, del jazz europeo. Un album incentrato quindi sulla chitarra, e sugli strumenti a corda (contrabbasso e violino, suonati rispettivamente da Claudio Ottaviano e Andrea Aloisi), con l’aggiunta, in due tracce, del suono vellutato e cool del clarinetto (suonato dal maestro Mauro Negri). I brani originali rappresentano quadretti di vita vissuta, seguendo il filone della ricerca della bellezza nascosta nelle piccole cose. A questo vuole alludere il titolo dell’album, appunto “Sleeping Beauty”, bellezza che dorme, che si nasconde, che va cercata continuamente, nelle tante cose apparentemente insignificanti che ci circondano. Ma il lavoro è anche una dedica a Valerio, mio primo figlio, che ha compiuto da poco due anni, ed è la principale ispirazione di questo mio lavoro. Le registrazioni sono avvenute in un contesto casalingo, come si suole spesso fare quando ci si accosta al jazz manouche, senza separazione fra gli strumenti, con due microfoni in tutto. Il mastering è stato realizzato invece presso gli studi Ferber di Parigi, una garanzia di qualità per quanto riguarda questo genere musicale. In una traccia, dal titolo “Id”, ho anche registrato la voce solista, mentre gli altri brani sono interamente strumentali. La cover di “Nuages” è invece l’unica traccia ad essere registrata live, davanti ad un pubblico.”

Jacopo Delfini ci ha raccontato anche il percorso che ha portato alla nascita di questo disco:

“Il mio percorso musicale ha attraversato tanti momenti e tante esperienze, fra le più varie. Non sono mai riuscito ad abbracciare un solo genere musicale, la musica che amo spazia da Django Reinhardt a Brian Wilson, da Duke Ellington ai Beatles, da BB King ai Singers Unlimited. E credo che tutte queste influenze abbiano avuto, e tutt’ora abbiano una forte impronta su tutta la mia musica. Nella mia ventennale carriera ho fatto il chitarrista rock, blues, il corista, ho composto musica per altri, ho suonato come chitarrista ritmico per dieci anni in un’affermata formazione di swing manouche (i “Django’s clan”), ho lavorato in tv al fianco di Renzo Arbore, ho fondato con Renato Podestà e Roberto Lupo i “Sugarpie and the Candymen”, alle prese ultimamente con l’uscita del loro sesto album, ho pubblicato album per diverse libraries musicali in giro per il mondo, e, sopratutto, grazie alla musica, ho viaggiato tantissimo, e conosciuto migliaia di palchi. E’ una vita piuttosto frenetica! Questo album è stato un momento di intimità e riflessione all’interno di questo caos, un’occasione per fare un sunto di quello che avevo assorbito e appreso negli anni precedenti. Penso valga per tutti i lavori, ma  in particolare nel campo musicale credo che qualunque tipo di esperienza lavorativa lasci una traccia, che in qualche modo riaffiorerà, e darà una direzione sempre un po’ diversa a quello che avverrà in futuro. Per questo ho citato tutte queste mie esperienze: le ho amate tutte, le porto dentro di me, e hanno tutte contribuito a far nascere “Sleeping Beauty”, in modo più o meno consapevole.”

Un traguardo importante ed una sfida con se stesso: Jacopo Delfini ci spiega anche cosa rappresenta per lui il disco:

“E’ il mio primo disco solista, quindi per me è stato un traguardo importante. Rappresenta in primo luogo una sfida con me stesso. Forse visto da fuori può sembrare una cosa da poco conto, ma in realtà realizzare un album a proprio nome necessita di molta fiducia in se stessi, disciplina, costanza ed energia. Dodici tracce di un album mi sono “costate” quasi un anno pieno di lavoro, fra ideazione, realizzazione, e produzione (ho autoprodotto l’album). Avere avuto in questo percorso vicino a me collaboratori nonché amici preziosi come Claudio Ottaviano e Renato Podestà (addetto al mixaggio) è stata per me una grande gioia, oltre che un grande aiuto. Inoltre questo album rappresenta per me un ritratto di quello che sono io adesso, quindi è questo anche un modo per conoscersi meglio, per guardarsi allo specchio, ben sapendo che negli anni si cambia continuamente. Già la realizzazione di questo lavoro mi fa sentire diverso, con nuove sfide e nuovi orizzonti musicali da esplorare. Ovviamente ciò rappresenta anche la possibilità di farsi sentire dagli altri, addetti ai lavori e non, è quindi un modo per far sentire la propria voce, sperando che il mio lavoro possa lasciare qualcosa a chi lo ascolterà. Oggigiorno, per qualche ragione che mi è ancora piuttosto oscura, diventa sempre più difficile esprimersi, trovare un’originalità, trovare qualcuno disposto ad ascoltarti per davvero. Il mondo musicale sta vivendo un momento strano, lo stesso concetto di album musicale è messo in discussione, tanto che a volte ci si può sentire un poco scoraggiati. Questo album è per me un’iniezione di ottimismo e di speranza, una bandiera che ho piantato in un certo momento della mia vita, e che potrò sempre scorgere voltandomi indietro. Se poi questo album avrà contribuito a trasmettere questo sentimento anche in un solo ascoltatore potrò dire che il mio lavoro rappresenta per me anche una fonte di stupenda felicità.” 

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