Pubblicato dall’etichetta TRP Music, Fogli che Raccontano è l’ultimo disco della vocalist Alessandra Rizzo, in arte LaRizzo. Un album che rappresenta il percorso musicale di 10 anni di una artista versatile con una chiara impronta blues/soul. Ecco cosa ha raccontato a Jazz Agenda. 

Fogli che raccontano rappresenta il percorso musicale di oltre dieci che ti ha portato ad essere l’artista che sei. Per cominciare ti va di raccontare ai lettori di Jazz Agenda questo percorso?

Potrei dire che è un percorso che dura da tutta una vita. Nasco come violoncellista, ma c’è stato un momento in cui ho sentito l’esigenza di coltivare la mia voce e, dopo numerose esperienze con formazioni di vario genere, ho trovato la mia dimensione nei concerti unplugged con Edo Musumeci alla chitarra. Da qui è stato naturale iniziare a scrivere di me e condividere con lui la composizione dei brani.

Parliamo ora del disco che racchiude brani di vario genere scritti anche in periodi diversi: ti va di descriverlo brevemente?

Fogli che Raccontano, come dico spesso è un viaggio. Un viaggio non solo tra gli eventi della mia vita, ma anche attraverso tutti i generi musicali che mi hanno influenzato e che hanno contribuito a definire il mio linguaggio. E’ una raccolta di brani che tra loro hanno sicuramente un filo conduttore e che dovevano essere una sorta di biglietto da visita per spianare la strada a quello che verrà.

Ascoltando brano per brano abbiamo notato diverse influenze che vanno dal blues, al jazz e anche la musica d’autore. Se dovessimo fare una sintesi di tutto, come descriveresti te stessa?

Amo la contaminazione in tutto quello che faccio. Ho viaggiato molto e questo mi ha permesso di amare profondamente tutte le culture ed i luoghi che ho conosciuto.  So chi sono ma amo arricchirmi di tutto quello che c’è intorno.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per te cosa rappresenta?

Una fotografia del momento in cui sono stati scritti, un punto di arrivo a chiusura di un periodo e di partenza verso quello che verrà.

Se parliamo dei tuoi riferimenti musicali cosa ti viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?

La musica ha veramente fatto sempre parte della mia vita. In macchina, nei viaggi con la famiglia, cantavo a squarciagola Battisti, Dalla, Phil Collins, i Beatles. Poi ho scoperto Pino Daniele e credo di esserne rimasta folgorata. Oggi potrei fare una carrellata infinita che va da Sting, Stevie Wonder, Damien Rice, ma soprattutto Niccolò Fabi, non c’è un momento della mia vita che non sia descritto da un suo brano.

Parlando dei testi, invece, e della parte legata alla scrittura, c’è un filo conduttore che accomuna le canzoni di questo album?

Ogni brano descrive esattamente un momento di vita. Ascoltandoli esattamente nell’ordine in cui sono stati scritti, ognuno può tracciare una storia, arricchita dalle immagini raccontate. Per me, ovviamente sono concatenati tra loro con una rete a maglie fitte e solide.

Quando ti piace comporre le tue canzoni? Ci sono dei momenti in cui ti senti più a tuo agio nella scrittura?

La notte, riesco a mettere ordine tra i miei pensieri. Anche se durante il giorno riempio di annotazioni le note del telefono ed un quaderno che tengo in borsa. Quando non lavoro, vivo un po’ con la testa tra le nuvole, quindi è facile fare voli pindarici.

Chiudiamo con uno sguardo al futuro: al di là delle difficoltà di questo periodo ci sono delle novità di cui ci vuoi palare?

Questo periodo sto cercando di viverlo e guardarlo principalmente nei suoi aspetti positivi. Mi ha concesso di rallentare e, tal volta, di fermarmi, cose che faccio raramente. Sto imparando di nuovo a respirare. Spero serva a ricaricare le energie per quando avremo la possibilità di portare Fogli che Raccontano a passeggio per l’Italia.

Categories: