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L’inusuale location di Q e dintorni fa da palco, sabato 28 maggio, ad un’altrettanto inusuale performance degli Hard Chords Trio, freschi vincitori del premio Elsa Morante per la musica. Avevamo già avuto modo di conoscerli ed apprezzarli durante un’intervista (che potete trovarequi), ma in “veste” live li riscopriamo sempre più entusiasmanti. La formazione, composta da Paolo Grillo al contrabbasso, Davide Pentassuglia alla batteria e Lorenzo Ditta al piano, propone i più celebri successi della musica rock internazionale riarrangiati in chiave jazzistica. L’album Ram Colours, presentato ufficialmente a marzo, che raccoglie questi affascinanti esperimenti, contiene inoltre composizioni originali del gruppo.
L’apertura è affidata ad una pietra miliare per eccellenza, una Grace che spazia nei suoni della batteria, perdendo il suo aspetto più graffiante, ma con un’enfasi maggiore sull’intensità. Principalmente è il piano a far emergere il tema distintivo di questo e degli altri brani, mentre contrabbasso e batteria vi “costruiscono” intorno. Da subito risalta la differenza di caratteri dei tre musicisti, che si completano a vicenda riuscendo a creare un unico “soggetto” ben in equilibrio tra le parti. Paolo, molto più timido, si fa scudo con lo strumento, diventando un tutt’uno con esso. È Lorenzo a risultare il più scenografico, con il suo muoversi frenetico e l’espressività del suo volto. Mentre Davide, sempre molto concentrato, sembra perdersi nella musica stessa. Ognuno trasmette al pubblico una parte del proprio sentire; tutti insieme ce ne danno una visione completa. Si prosegue con i netti contrasti di Come as you are, arrivando alla bellissima Teardrop, decisamente meno “delicata” dell’originale ma proprio per questo di forte impatto; è un peccato che non sia presente nel disco! Ugualmente per Material Girl, dalla divertente rivisitazione. Quasi a voler essere un gioco che spezza proprio a metà concerto. Si conclude con i Police, i Metallica ed i Pearl Jam. Un bel crescendo, insomma, che tiene desta l’attenzione, con la grande capacità di coinvolgere ed unire un po’ tutti; nei ricordi che ognuno lega ad una canzone piuttosto che all’altra e nello stupore dell’inaspettato.
Serena Marincolo
foto di Valentino Lulli