Si intitola Stay il nuovo singolo dei Conversessions, vincitori nella categoria Jazzology per LAZIOSound – programma delle Politiche Giovanili della Regione Lazio, realizzato in collaborazione con LAZIOcrea, per supportare e rafforzare lo sviluppo del sistema musicale del Lazio. Il brano è un coinvolgente connubio di influenze jazz rock e pop, nato dalla collaborazione tra Emanuele Righini e Francesco Sacchini durante la pandemia. La traccia esplora il tema della rinascita e della perdita, avvolgendo l’ascoltatore in atmosfere musicali ricche e dinamiche, grazie alle differenti influenze stilistiche di ogni membro del gruppo.
Stay è un brano in cui si percepiscono influenze jazz, rock e pop: ce lo volete descrivere brevemente?
Proprio così, Stay è la fusione di questi tre mondi. La sua struttura racconta un po’ tutto il marasma confuso di emozioni che tutti abbiamo provato durante la pandemia, e la sua stesura per me e Francesco è stata una terapia. Il brano è stato ultimato quasi subito, ma avevamo inizialmente scelto di non pubblicarlo e tenercelo per noi per il forte valore personale che rappresentava. Alla fine presentandolo al gruppo ha assunto un significato diverso e nuova vita, e abbiamo deciso di buttarlo nel mare.
In un periodo come questo ha ancora senso parlare di generi musicali come se fossero compartimenti stagni oppure le contaminazioni sono per certi versi il futuro della musica?
In un periodo come questo, le contaminazioni musicali sono più rilevanti che mai ma d’altronde è sempre stato così. L’esplorazione stilistica ha sempre portato avanti il discorso culturale legato alla musica e all’arte in generale. Anzi, forse in un periodo come questo c’è proprio più bisogno di uscire un po’ fuori dagli schemi.
Il brano è stato scritto durante la pandemia. Come vi avete lavorato e come avete vissuto artisticamente quel periodo?
Durante la pandemia, abbiamo lavorato su Stay a scopo quasi terapeutico. Quel periodo ha rappresentato anche un’opportunità per approfondire la nostra connessione artistica, per esplorare nuove scelte sonore e per esternare quelle emozioni più difficili da decifrare.
Di cosa parla dunque il testo di Stay?
Il testo di Stay affronta il tema della resilienza e della speranza in tempi difficili. Ripercorre un percorso che contempla perdita, rabbia e accettazione. È un invito a restare fermi nelle tempeste della vita, a vivere le emozioni senza diventare vittime delle stesse.
Una domanda d’obbligo a questo punto: secondo voi dopo la pandemi ci siamo lasciati tutto alle spalle oppure qualche strascico è rimasto?
Dopo la pandemia, è probabile che alcuni strascichi rimarranno, ma crediamo che tutti possano trarre insegnamento da questa esperienza e crescere. Ci auguriamo che la musica possa svolgere un ruolo importante nel processo di guarigione.
Ci incuriosisce anche la vostra storia. Come è nato dunque questo progetto e come si sta evolvendo ora che è uscito il primo brano?
Il nostro progetto è nato dall’incontro di menti e cuori appassionati di musica. Siamo tutti amici da molto tempo e abbiamo sempre suonato insieme, anche prima del progetto. È il nostro spazio sicuro per esprimerci senza giudizi o restrizioni. In realtà abbiamo già pubblicato altri brani, ed altri sono in work in progress, quindi continueremo con leggerezza e passione.
Avete già in mente un secondo singolo dopo di questo? E volete lasciarci anche qualche coordinata per i prossimi concerti?
Attualmente stiamo lavorando su un nuovo singolo a chiusura di un concept album. Per quanto riguarda i prossimi concerti, saremo a maggio alla Casa Del Jazz per presentare tutto il nuovo materiale. Non mancate!