Pubblicato il 18 dicembre 2020 dall’etichetta Eden River Records “A Rose E’er Blooming.” È il nuovo album in piano solo del jazzista Thomas Rückert: un progetto che rappresenta un’incarnazione musicale della preghiera. Questo lavoro trae spunto dalle melodie e dai testi sacri tedeschi medievali aggiungendo la libertà dell’improvvisazione e una varietà ben equilibrata di tecniche di pianoforte e composizione. Ecco il racconto di Thomas Rückert

Parliamo dell’album all’inizio dell’intervista: Potrebbe descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

A Rose E `er Blooming è un’incarnazione musicale della preghiera. Serve lo spirito delle melodie e dei testi sacri medievali tedeschi con la libertà dell’improvvisazione e una varietà equilibrata di tecniche pianistiche e compositive. Thomas Rückert combina le melodie originali con strutture musicali di diversi generi. In questo CD si trovano aspetti di jazz, gospel, folk, contrappunto classico occidentale e – sì – musica tradizionale indiana e africana. Si fondono dolcemente con lo spirito della storica musa tedesca al servizio del sacro.

Ora raccontaci la tua storia: Come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

L’idea mi è venuta quando un organizzatore di concerti mi ha chiesto di suonare un concerto di musica natalizia per pianoforte senza le solite canzoni come Jingle Bells o O Tannenbaum, ma piuttosto con canzoni della grande vecchia tradizione tedesca del Medioevo.

Un disco per una band o un artista può sintetizzare cose diverse: una foto del momento, un punto di arrivo o di partenza: cosa rappresenta per voi?

È un arrivo per me, ho potuto realizzare in questo CD cose che per me sono state importanti per tutta la vita, sia dal punto di vista ludico che musicalmente-spirituale. Il sogno di una vita si è avverato.

Quando parliamo dei tuoi riferimenti musicali, cosa ti viene in mente? Ci sono alcuni artisti, conosciuti o meno, che sono stati davvero importanti per voi?

Jam Keith Jarrett viene prima di tutto per me. Suona sempre al momento, è molto onesto e si prende dei rischi. È un seguace di Gudjeff, un maestro spirituale russo, quindi si sente molto il sacro nella sua musica. Per il resto, mi sento molto legato alla tradizione jazzistica e alle sue radici. Musicisti come Thelonious Monk, Bill Evans e naturalmente Herbie Hancock sono molto molto importanti per me.

Come vede il suo progetto in futuro? In breve, quali potrebbero essere gli sviluppi in termini di musica?

In generale mi dedicherò maggiormente al pianoforte solista, incorporandovi influenze dalla world music, ad esempio la musica turca o indiana ne farà parte perché incarnano un grande potere dei rispettivi popoli. Per me sarà sempre importante andare alle radici della musica, per esempio quando lavoro su una canzone spirituale come in questo CD, voglio usare questo spirito e non mostrare le mie capacità personali.

Infine, guardiamo al futuro: Avete in programma qualche concerto o nuove registrazioni che intendete presentare?

Sì, ci sarà un CD in trio pubblicato nel 2021 con il bassista newyorkese Thomas Morgen e il batterista di Colonia Fabian Arends. Ci siamo incontrati in studio l’anno scorso e abbiamo improvvisato meravigliosamente, da un lato in piena libertà e dall’altro su composizioni originali o canzoni sconosciute dell’American Songbook come Bill o dove è il compagno per me.

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