A un anno di distanza da “Duo”, album di debutto della loro formazione, Daniela Mastrandrea e Michele Paternoster hanno rimesso insieme ancora pianoforte e contrabbasso in “Murakami”. Dieci brani in cui tasti bianchi e neri dialogano con le corde dando vita a una sorta di continuum che vira verso il jazz del primo album realizzato insieme. Ne parliamo a tu per tu con Daniela Mastrandrea
Partiamo dal titolo di questo Lp “Murakami” come lo scrittore, in uno dei suoi libri Ritratti in jazz ha scritto “Il jazz smise di rivolgersi alle grandi masse, gradualmente venne adottato dalla classe intellettuale e prese la forma di un’arte raffinata”. Quanto c’è di vero secondo Daniela Mastrandrea?
Grazie per lo spazio concessomi. Approfitto per salutare chi ci legge. Credo sia vero nella misura in cui i musicisti spesso si dimenticano dell’ascoltatore per seguire tecnicismi che molto spesso lasciano il tempo che trovano. Il jazz nasce come l’espressione di un popolo che non aveva altro per pregare, cantare, ballare ed esprimere il proprio “dolore”. Molto spesso, invece, diventa la somma delle note che un musicista riesce a pensare e suonare al secondo. Ecco, questo modo di far musica non mi è mai appartenuto. Le note devono nascere dal cuore. È ovvio che per poter far questo bisogna conoscere il linguaggio musicale ma è altresì vero che poi bisogna dimenticarselo per far nascere la musica da dentro.
Ascolta il disco “Murakami” di Daniela Mastrandrea:
Prima di continuare con la musica, una domanda quasi scontata: il libro più amato di Murakami?
Da sempre mi affascinano le dinamiche individuali e relazionali: mi piace osservare e analizzarle per comprendere meglio me stessa e gli altri. In A sud del confine Murakami descrive molto bene il contrapporsi di tante condizioni di vita che ogni personaggio impersona: chi va avanti, chi rimane imprigionato nel passato e chi, pur andando avanti, fatica a sentirsi parte di questo mondo. Inoltre, come nella maggior parte dei libri di Murakami, la musica fa da sfondo e sottofondo.
Sempre nel libro citato inizialmente lo scrittore dice: “Non esiste un bravo musicista privo di uno stile proprio”. Qual è lo stile di Daniela Mastrandrea?
Penso che a questa domanda saprebbe rispondere meglio chi mi ascolta, dal momento che mi è sempre stato ripetuto di avere uno stile tutto mio: io ad oggi non ho ancora capito qual è. Posso però dire, riallacciandomi alla prima domanda, che non mi dimentico mai di chi mi ascolta. Questo non vuol dire che scrivo partendo dall’altro, poiché quando scrivo ci siamo solo io e le mie emozioni, ma se si è generosi con la musica, la musica sa esserlo con noi, e di conseguenza con gli altri.
Com’è nato il connubio Mastrandrea-Paternoster?
L’estate scorsa, nelle mie chiacchierate con Michele, è emerso un suo bisogno, quello di suonare e di avere una propria realtà e identità musicale. È stato allora che ho avuto l’idea di Duo e, successivamente, di festeggiarne il compleanno.
Leggevo che questo disco è stato composto durante la pandemia, come mai ti sono serviti quattro anni a farlo uscire?
A dirla tutta, ho solo duecento brani pubblicati dei quattrocentottanta depositati in SIAE. Il punto non è che mi sono serviti quattro anni per fare uscire questo lavoro, il punto è che se si scrive tanto, pur programmando un’uscita al mese, non si ha il tempo di far uscire tutto. Inoltre, questo lavoro non poteva comunque essere pubblicato perché avevo già stilato una programmazione a lunga scadenza che prevedeva altro. Basti pensare che a gennaio 2024 ho annunciato l’uscita di un album che sarà necessariamente rimandato all’anno prossimo, causa uscite discografiche fuori programma inevitabili.
“La scuola è un posto fatto così, la cosa più importante che ci può insegnare è questa verità profonda: che le cose veramente importanti non si imparano a scuola” scrive ne “L’arte di correre”, uno dei libri più noti di Murakami, cosa ha imparato Daniela Mastrandrea seduta tra i banchi e cosa fuori dall’aula?
Ho una situazione scolastica più unica che rara da raccontare. Credo di aver imparato più dalla strada che dalla scuola. Gli insegnanti non sempre sono generosi, e spesso anche la vita. Ho dovuto rimboccarmi le maniche e cercare da me le mie opportunità. Proprio oggi ho letto una frase bellissima: “le scelte giuste vengono dall’esperienza, e l’esperienza viene dalle scelte sbagliate”. Ho avuto il coraggio di sbagliare tante volte e ancora sbaglio: credo sia questa la mia forza da sempre.
Ascolta il disco su Youtube
Sei anche l’autrice dei 10 brani, quale dimensione ti piace di più: comporre o registrare?
Registrare è solo una conseguenza. Scrivere è il sublime. È nell’atto creativo che c’è l’ispirazione. Parlo ovviamente dal punto di vista di un compositore. È ovvio che se ci si ritrova in studio per registrare delle improvvisazioni la prospettiva cambia. La mia, parte dall’intimità del cuore. Quando vado in studio per registrare, la verità di quella intimità è già cambiata e io sono altrove, non più in quella dimensione. Perciò comporre è la cosa più bella, più che registrare. Quello che accade dentro di me, in quell’attimo, è una magia unica e irripetibile.
Non c’è due senza tre, sei già al lavoro per il prossimo disco insieme?
Il disco con Michele non era in previsione. È successo. Doveva essere una parentesi ed invece ho voluto festeggiarne il compleanno. Il motivo è l’enorme successo che ha avuto e che ancora sta avendo. In una delle comunicazioni iniziali di Murakami, il 1° settembre, avevo dichiarato 109.634 ascolti in un anno, dopo solo un mese l’album è a 137.532. Credo sia un risultato notevole. Da qui l’inevitabile decisione di continuare, oltre ai continui e costanti messaggi in direct e commenti sul canale YouTube che ricevo. Non ho ancora messo mani al terzo album ma ho già delle idee in cantiere. Vedremo.
A cura di Anna Nani
Social, Contatti e Streaming
Social: https://linktr.ee/danielamastrandrea
Discography: https://lnkfi.re/danielamastrandrea
Website: www.danielamastrandrea.eu
Streaming “Murakami”: https://lnkfi.re/murakami