Si intitola Polaris il disco d’esordio del quintetto Trinetones recentemente pubblicato dall’etichetta Emme Record label. Un lavoro fresco, accessibile, che rispetta gli stilemi del jazz post-bop e si colora di alcune risonanze tipiche delle musiche popolari del sud Italia. La band nasce come trio piano-less ma con il passare del tempo è diventata un quintetto che vede la partecipazione di Giovanni Balistreri al Sax tenore, Filippo Schifano alla tromba, Domenico Sanna al pianoforte, Marco Lenoci al contrabbasso e Francesco Cotugno alla batteria. Ecco il racconto di questa avventura raccontato dalla band.

Per cominciare l’intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

“Polaris è un disco che racconta un viaggio. Un percorso sonoro guidato dalla stella polare che ci indica la via maestra tracciata dai giganti del jazz. Ogni brano è un’immagine che racconta luoghi vissuti, radici e personaggi a noi cari. In questo disco abbiamo cercato di mettere al primo posto la musicalità e il lirismo sia nelle composizioni che nei soli.”

Polaris è il vostro primo disco. Quali sono state le vostre fonti di ispirazione?

“Sicuramente un pensiero particolare va alla musica di John Coltrane, il quale è stato più di un’ispirazione per noi. Altre ispirazioni si rifanno a personaggi come Geo Chavez, il primo aviatore a trasvolare le Alpi nel 1910, una sorta di Icaro moderno a cui Pascoli dedica una bellissima Ode. Le Alpi e la montagna sono nel disco un centrale stimolo compositivo, probabilmente perché fanno da sfondo a questo progetto nato tra le Alpi Orobie. Ultima ma inesauribile fonte di ispirazione è il sud, la terra da cui veniamo.”

Raccontateci adesso la storia di questo progetto: come è nato questo progetto?

“Trinetones è un progetto che nasce dal nostro incontro nell’ottobre 2022 tra le valli bergamasche, dove ci eravamo appena trasferiti per motivi lavorativi dalla Puglia e dalla Sicilia. Nessuno di noi conosceva gli altri due, ci siamo incontrati per caso ad una jam session a Bergamo. Nelle settimane successive abbiamo iniziato a vederci per suonare e da

lì abbiamo costruito un repertorio di brani originali. Nell’estate del 2023 abbiamo incontrato Enrico Moccia, produttore della Emme Records che si è interessato al nostro progetto e ha deciso di imprimere la nostra musica in questo lavoro discografico.”

Perché poi la decisione di allargare la collaborazione da trio ad altri due elementi?

“La ricerca di nuove sonorità sicuramente ci ha portati ad estendere la formazione in quintetto su alcuni brani. Avevamo la necessità di una sfumatura che esaltasse il colore del trio pianoless. La tromba di Filippo Schifano e il pianoforte di Domenico Sanna hanno magistralmente donato nuove timbriche al disco.”

In questo disco ritroviamo anche musicalmente parlando le vostre radici che si coniugano con il jazz. Un disco dunque che potremmo definire contaminato?

“Indubbiamente. Alcune sonorità del disco strizzano l’occhio alle musiche popolari del sud Italia e siamo molto contenti che queste nostre radici siano emerse senza nessuna coercizione da parte nostra. Credo che tutto il jazz si possa definire un genere contaminato e per noi è meraviglioso poter coniugare le nostre radici alla tradizione afro-americana.”

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti noti o anche meno noti che per te sono stati davvero importanti?

“Ci sono ispirazioni e influenze differenti in ognuno di noi tre, ma il quartetto di Coltrane è uno dei tanti punti in comune che abbiamo ritrovato in questo progetto. Non solo Coltrane, anche la musica di Sonny Rollins ci ha insegnato tanto sulla gestione degli spazi in un trio pianoless. Probabilmente l’utilizzo dei doppi fiati nella musica di Ornette Coleman è stato un forte stimolo ad espandere il trio in fase di registrazione, mentre dal quartetto scandinavo di Keith Jarrett abbiamo appreso quanto melodia e groove siano fondamentali per arrivare a chi ci ascolta.”

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

“Abbiamo dei concerti in primavera tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e siamo anche al lavoro su nuovi brani, probabilmente queste nuove idee potrebbero confluire in futuro in un nuovo lavoro discografico. Per ora è tutto in divenire e noi continuiamo a seguire la nostra stella polare.”

Categories: