Pubblicato dall’etichetta Filibusta Records, Even Odds è il disco d’esordio dei Tetrad Quartet, progetto nato alla fine del 2021 dall’incontro spontaneo di quattro musicisti di diversa estrazione. Il quartetto è composto da Gianluca Manfredonia al vibrafono, Armando Iacovella alla chitarra, Alessandro Del Signore al contrabbasso e Alessandro Forte alla batteria. I brani, pur mantenendo una comune influenza derivante dalla passione per il jazz e le sue diverse declinazioni si caratterizza per un sound moderno e sfugge da qualsiasi definizione di genere. Ecco il racconto della band a Jazz Agenda.

Per cominciare l’intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

“Il disco, dal titolo ‘Even Odds’, è il frutto condiviso di circa due anni di lavoro del quartetto. Esso è costituito interamente da brani originali composti da vari membri della band. I brani del repertorio,  nonostante la loro eterogeneità in termini di scrittura e tessitura sonora, manifestano un comune filo conduttore nell’esplorazione, soprattutto ritmica, e nell’alternanza tra momenti di scrittura e momenti di improvvisazione. L’espressione ‘Even Odds’ va in tal caso quasi a sottendere la ricerca di un equilibro tra elementi del linguaggio musicale tra loro contrapposti (ad esempio la coesistenza di tempi pari e dispari), che riescono  a trovare una sintesi unitaria in un sound unico e ben definito.”

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

“Tetrad è nato alla fine del 2021 da una serie di incontri spontanei che hanno portato a far emergere un comune desiderio, da parte di ciascun membro, di condividere la propria personale ricerca artistico/musicale nel gruppo. Difatti, appena manifestatasi la presenza di un terreno fertile per la creazione musicale, nel giro di un solo anno di attività la band è riuscita a mettere su un repertorio complesso e ben rodato soprattutto mediante il lavoro in sala prove e l’esecuzione dal vivo. Una volta maturato il repertorio, il passo naturalmente successivo è stato quello di recarci in studio di registrazione per incidere il nostro primo disco.”

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

“Questo disco per noi rappresenta una fotografia del momento. In particolare potremmo dire che, essendo il nostro primo album, è stato vissuto da ognuno di noi con stupore e curiosità durante tutto il processo di ideazione e registrazione, non sapendo alla fine che faccia avrebbe potuto avere. Un prodotto che sicuramente si è basato sulla condivisione e la cooperazione e dove ognuno è stato parte integrante della realizzazione di questo primo scatto fotografico.”

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?   

“Riteniamo che una delle caratteristiche più interessanti del nostro progetto sia proprio nell’eterogeneità delle influenze musicali riscontrabili all’interno delle varie composizioni. Questo perchè, nonostante i brani siano stati inizialmente composti dai singoli membri del quartetto, in sede di arrangiamento ognuno ha portato la propria sensibilità musicale, costituita inevitabilmente dal proprio background di ascolti e riferimenti, all’interno della stesura definitiva dei brani. Potremmo citare tantissimi artisti che, senza dubbio, sono motivo di ispirazione costante per il nostro sound e per la nostra crescita musicale: Wolfgang Muthspiel, Brian Blade, Simon Moullier, Ari Hoenig, Kurt Rosenwinkel, Dave Holland, Steve Coleman, Ralph Towner, Paul Motian, Bill Frisell, Liberty Ellman e tanti altri.”

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

“In questo momento siamo molto concentrati sull’uscita del disco e stiamo lavorando alacremente per cercare di portarlo dal vivo nel maggior numero di contesti musicali possibili. Sicuramente i concerti che faremo ci daranno l’opportunità di sperimentare il repertorio in modi sempre diversi e stimolanti, il che ci darà anche lo spunto per pensare alla scrittura di nuove composizioni. La direzione che intraprenderemo nessuno può prevederla, e crediamo che questo non faccia altro che stimolarci nel tentare di scoprirlo strada facendo!”

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

“Proprio in questi giorni abbiamo in programma la registrazione di un live in studio presso gli Abbey Rocchi Studios di Roma, per aggiungere materiale a quello del disco e capire l’evoluzione e la maturazione del nostro sound. In programma ci sono delle date per i primi mesi del 2024, tra cui la presentazione ufficiale del disco alla Casa Del Jazz. In più stiamo chiudendo delle date per i festival estivi per il 2024, sarete aggiornati su tutto!”

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