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Al Nuovo Teatro San Paolo di scena il Soffio della Libertà: parla Mario Donatone

Uno spettacolo che ripercorre la storia dell’emancipazione nero-americana attraverso la musica. Questa l’essenza del concerto teatrale Il Soffio della Libertà – Il blues di Martin Luther King che andrà in scena presso il Nuovo Teatro San Paolo venerdì 15 e sabato 16 novembre 2019. Per la prima volta sul palco Fabrizio Poggi & Enrico Polverari per la prima volta con Mario Donatone, Gio’ Bosco & World Spirit Orchestra. Mario Donatone ci ha raccontato questa nuova esperienza…

Per prima cosa parliamo dello spettacolo che si terrà al teatro San Paolo: Potete descriverlo brevemente per dare un’idea ai lettori di Jazz Agenda?

Il Soffio della Libertà è uno spettacolo che ha come sentimento e idea guida quella di voler raccontare la musica e la storia insieme. Parliamo di una musica come quella nero americana che soprattutto in un certo periodo è stata un’alleata fondamentale del percorso di emancipazione di un’intera comunità. Se pensiamo che oggi la musica sta diventando quasi un accessorio come un altro e che la storia si studia sempre meno, raccontare la musica e i fenomeni sociali ad essa legati diventa una cosa importantissima.

Il Soffio della libertà è uno spettacolo di Fabrizio Poggi che per la prima volta incontra il Coro World Spirit Orchestra diretto da Mario Donatone e Gio’ Bosco: quali saranno le novità che vedremo il 15 e il 16 novembre?

È un incontro particolarmente felice tra Fabrizio Poggi, un musicista che vanta un importante è profondo rapporto con la più autentica tradizione del folk blues americano per le tante collaborazioni (una per tutte quella con il grande Guy Davis,che gli è valsa una nomination per il Grammy del blues in America) il suo fantastico sodale Enrico Polverari, io e Gio' Bosco, che con la World Spirit Orchestra da anni facciamo un lavoro culturale credo importante sulla vocalità nero americana e popolare in genere. Sarà un incontro all'insegna del feeling e dell’amore per la musica dell’anima.

In questo concerto teatrale si parla dell’emancipazione dei neri negli Stati Uniti: quali sono le principali tappe che ripercorrete di questa storia?

Certamente l'epopea di Martin Luther King e gli avvenimenti legati alla sua figura sono al centro del racconto musicale ma ci sono anche riferimenti al passato e ai tempi correnti.

Quali sono invece i principali brani attraverso i quali ripercorrete la storia dell’emancipazione nera e raccontateci anche i motivi di questa scelta!

Ci sono spiritual con I’m on my way, I heard the angel singing, Freedom, legati per la loro forza simbolica alle lotte dei diritti civili in quegli anni, ci sono ballate meravigliose sulla libertà come I shall be released, blues coinvolgenti come The blues it’s all right. Insomma, è uno spettacolo anche pieno di ritmo e vitalità. Si batte il tempo quasi sempre.

E’ proprio vero, dunque, che attraverso la musica possono nascere delle vere e proprie rivoluzioni culturali che possono contribuire a cambiare il corso della storia?

La musica aiuta a dare sentimento e umanità ai conflitti sociali che possono essere duri e drammatici. La musica aiuta a dare un senso.

Un’ultima considerazione personale: molti dei brani della cultura afro americana, dagli spiritual al blues, nascono spesso in situazioni di disagio come ad esempio la schiavitù. Secondo voi, musiche così belle come possono nascere da una situazione così estrema come quella vissuta dai neri americani?

Spesso anche dalla sofferenza individuale può nascere una nuova luce, quindi si, rispondo che questo è vero anche a livello collettivo!

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